Riforma pensioni: Inps Vs Fornero, una lotta impari!

L'attenzione di molti lavoratori, in questi giorni, è rivolta alla riforma pensioni: il timore è che sia tutto congelato e si torni alla Fornero. A imperversare in Italia, come nel resto dell'Europa, c'è la pandemia e i conseguenti lockdown, che stanno mettendo in ginocchio economicamente il nostro paese: il lavoro è a rischio e il futuro della nostra pensione non è poi così limpido, come tutti quanti noi spereremo.

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L'attenzione di molti lavoratori, in questi giorni, è rivolta alla riforma pensioni: il timore è che sia tutto congelato e si torni alla Fornero. A imperversare in Italia, come nel resto dell'Europa, c'è la pandemia e i conseguenti lockdown, che stanno mettendo in ginocchio economicamente il nostro paese: il lavoro è a rischio e il futuro della nostra pensione non è poi così limpido, come tutti quanti noi spereremo.

La riforma delle pensioni sarebbe dovuta arrivare direttamente nella Legge di Bilancio 2021 e avrebbe dovuto fare un po' di chiarezza sul destino di quei lavoratori, che dovrebbero entrare in pensione dopo la fine di Quota 100. Cosa si devono aspettare oggi come oggi? Il coronavirus ha bloccato completamente i tavoli delle trattative e con il prossimo anno ritornerà la Legge Fornero (lo sappiamo che non è stata mai cancellata, ma con il suo ritorno intendiamo che allo scadere di Quota 100 si verrà a creare uno scalino naturale prima per quanti debbano andare in pensione).

Inutile dirlo, la nuova ondata Coronavirus ha bloccato un po' tutto: cosa rimane delle ipotesi messe sul tavolo? Cosa dobbiamo sperare e cosa ci dobbiamo aspettare?

Inps vs Fornero: le ipotesi messe sul tavolo per le nostre pensioni!

Sicuramente uno dei player più accreditati per parlare del futuro delle nostre pensioni è l'Inps, che tramite il presidente Pasquale Tridico ha esposto, alla Camera dei Deputati, le proprie proposte per la riforma dell'universo previdenziale. Tridico, nella sua relazione annuale, ha colto l'occasione per porre in rilievo come la riforma Fornero, che in linea teorica dovrebbe garantire la tenuta economica, non sarebbe completamente ed interamente esente da alcune criticità. Anzi, ad essere molto sinceri, non avrebbe garantito la sostenibilità sociale.

Il presidente dell'Inps ha spiegato che in Italia continua ad essere elevato il tasso di disoccupazioine giovanile. Molta di questa disoccupazione sarebbe nel sud Italia, ma soprattutto ci sarebbe un forte gender gap, costituito sia dalla minore partedipazione delle donne nel mercato del lavoro, ma anche da un decisa differenza tra le retribuzioni degli uomini e delle donne.

L'Inps ha quindi provveduto a mettere nero su bianco quelli che sono, senza dubbio, i punti più importanti che si dovrebbero seguire nel caso in cui si volesse effettuare una vera e propria riforma delle pensioni. Tra questi, sicuramente, ci dovrebbe essere: una certa flessibilità in uscita, una maggiore tutela per quanti stiano effettuando dei lavori usuranti e gravosi, la pensione di garanzia e la copertura dei buchi contributivi.

Le proposte Inps per bypassare la Fornero!

Proviamo a vedere un po' che cosa propone l'Inps per risolvere i nodi lasciati aperti dalla Legge Fornero. Uno dei primi punti cardine, secondo Tridico, sarebbe quello di ridurre l'età di accesso alla pensione. Ma soprattutto sarebbe necessario utilizzare alcuni coefficienti un po' più vantaggiori per quanti stiano svolgendo dei lavori usuranti o gravosi. L'Inps avrebbe ipotizzato, poi, di fare una suddivisione della pensione nella parte retributiva ed in quella contributiva. Ma proviamo ad entrare un po' di più nello specifico: nel caso in cui un lavoratore dovesse andare in pensione con 62 anni di età e 20 anni di contributi, potrebbe chiedere un anticipo del proprio trattamento pensionistico. L'importo della pensione che andrebbe poi ad incassare, in una prima fase, sarà calcolato unicamente sulla parte contributiva; la parte retributiva, invece, scatterebbe nel momento in cui il pensionato compirebbe 67 anni di età. Sarà garantita, poi, anche la possiiblità di richiedere un anticipo del trattamento retributivo, che potrebbe essere scalato nel momento in cui si maturi il diritto alla pensione piena.

Sempre secondo l'Inps sarebbe importate riuscire a garantire una maggiore tutela a quanti stiano svolgendo dei lavori gravosi o usuranti e a quanti si ritrovino nella spiacevole condizione di perdere l'occupazione dopo i 60 anni. Per questo motivo Tridico ritiene che sia necessario potenziare l'Ape Social ed il trattamento anticipato per i precoci.

L'Inps ritiene importante pensare ad una pensione di garanzia: in altre parole si starebbe pensando ad un valore minimo sotto il quale sarebbe opportuno non scendere, soprattutto per poter garantire una pensione degna di questo nome alle nuove generazioni. Ma non solo, sarebbe necessario pensare anche a colmare i buchi contributivi, stabilendo la possibilità di valorizzare, in via gratuita, i periodi di formazione anche a fini previdenziali.

Fornero Vs Inps: the winner is...

Dall'Inps ci arrivano importanti perle di saggezza. Senza dubbio sono delle proposte molto importanti e che potrebbero essere uno dei punti di partenza per pensare alle pensioni del futuro. Ha vinto l'Inps? Per il momento no. Ma non ha nemmeno vinto la Fornero. Per il momento non ci sono vinti o vincitori sul campo di battaglia. Oggi a vincere su tutto e su tutti, malauguratamente, è il coronavirus che sta distogliendo l'attenzione e l'energia dei responsabili e li sta bloccando su questioni più importanti. O Quanto meno su altre cose. Ricordiamo che oggi come oggi il problema più grosso che si troveranno davanti i lavoratori - il 1° gennaio 2022 - è che dovranno affrontare uno scalone di 5 anni, ossia dai 61 ai 67 anni, per poter accedere alla pensione. Quindi se il Governo non si sbriga a mettere mano ad una riforma delle pensioni seria il vincitore sarà la Fornero, con buona pace dell'Inps.

Cesare Damiano, già ministro del Lavoro, ha spiegato:

Adesso ci auguriamo che dal confronto tra governo e sindacali emerga finalmente una proposta di flessibilità strutturale nei confronti soprattutto di chi svolge lavori usuranti, gravosi ed esposti, ad esempio all’attuale rischio Covid, e da chi è disoccupato. La misura di flessibilità si inscrive in una riforma più generale che, nel progressivo passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, preveda una pensione di garanzia per i giovani che contempli una continuità nella erogazione dei contributi previdenziali a fronte della discontinuità del lavoro.