Pensioni: aumenti fino a 136 euro al mese. Chi può averli e come

Per le pensioni Inps è previsto un aumento mensile in base all'età. I beneficiari di questo incremento e i requisiti per averlo.

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Quando si parla di pensioni, spesso uno degli argomenti più dibattuti riguarda i tagli che possono subire gli assegni per diversi motivi.

Pensioni: alcuni casi in cui l'assegno mensile aumenta

Ci sono però anche situazioni in cui gli stessi registrano degli aumenti, basti pensare al recente incremento delle pensioni di invalidità, il cui importo è più che raddoppiato.

L'assegno previdenziale in generale poi aumenta grazie alle rivalutazioni che però si traducono in variazioni molto contenute.

Ci sono poi i casi in cui le pensioni diventano più pesanti, ma in presenza di determinate condizioni legate principalmente all'età e al reddito del beneficiario.

Pensioni: l'assegno sale con le maggiorazioni sociali. A chi spettano

E' il caso delle maggiorazioni sociali, che altro non sono che delle forme particolari di incremento delle prestazioni previdenziali destinate a chi vive con una sola pensione o quasi.

I beneficiari sono soggetti economicamente svantaggiati che possono ricevere un contributo mensile fisso in aggiunta alla pensione quando questa è bassa, cioè inferiore alla somma tra il trattamento minimo in vigore e la quota di maggiorazione eventualmente spettante, entro determinati vincoli di reddito personale o di coppia, se il pensionato è coniugato.

Le maggiorazioni sociali, che permettono di far lievitare l'importo dell'assegno mensile, sono riconosciute a tutti i pensionati titolari di prestazione a carico dell'AGO, ossia dell'assicurazione generale obbligatoria, delle forme esclusive e sostitutive della stessa.

A beneficiare delle maggiori sociali sono anche i lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali che non superino determinati requisiti reddituali di anno in anno fissati dalla legge.

Da tenere presente che le maggiorazioni sociali, come specificato nella circolare Inps n.44 del 01/03/2002, spettano non solo ai trattamenti previdenziali, ma anche a quelli assistenziali, come l'assegno sociale e le provvidenze corrisposte per l'invalidità civile e sono altresì riconosciute per la pensione ai superstiti.

Pensioni: 3 step per le maggiorazioni sociali. Importo fisso ogni anno

Il riconoscimento delle maggiorazioni sociali prevede tre step in base all'età del pensionato: il primo scatta al compimento dei 60 anni di età, il secondo ai 65 anni e il terzo al superamento dei 70 anni.

Da evidenziare che a differenza delle pensioni, per le quali è previsto un aumento ogni anno per effetto della perequazione, lo stesso meccanismo non si applica alle maggiorazioni sociali.

Queste ultime infatti hanno un importo fisso nel tempo e non sono soggette a tassazione, quindi sono esenti da Irpef.

Pensioni: l'assegno aumenta fino a 136,44 euro al mese in base all'età

Andando a guardare nel dettaglio di quanto aumenta la pensione in base all'età, a partire dal 2008 è previsto un incremento di 25,83 euro al mese per quanti abbiano compiuto i 60 anni di età.

Questo aumento è riconosciuto fino al 64esimo anno di età ed è applicato per tredici mensilità.

Per chi ha un'età compresa tra 64 e 69 anni la maggiorazione sociale è di 82,64 euro su base mensile, mentre il terzo step scatta al compimento dei 70 anni.

A partire da questa soglia di età la pensione aumenta secondo due differenti importi a seconda che il pensionato riceva o meno la quattordicesima.

Chi la percepisce ha diritto ad una maggiorazione sociale di 124,44 euro al mese, mentre a chi non spetta la quattordicesima è riconosciuto un importo più alto pari a 136,44 euro.

Pensioni: i limiti di reddito per le maggiorazioni sociali

Come detto prima il requisito dell'età non è l'unica discriminante per la maggiorazione sociale, visto che entra in gioco anche quello del reddito.

Al pari di quanto accaduto per gli anni passati, anche per il 2020 sono state fissate delle soglie entro cui spetta la maggiorazione.

Per il primo step, ossia quello che scatta ai 60 anni ed è valido fino ai 64 anni, la maggiorazione sociale è riconosciuta se il reddito individuale del pensionato non supera i 7.031,7 euro, mentre si sale a 12.958,79 euro con riferimento al reddito coniugale.

Da 65 a 69 anni il limite di reddito individuale è a 7.770,23 euro e quello coniugale a 13.697,32 euro.

Con l'ultimo step salgono ulteriormente i limiti di reddito, a 10.043,87 euro per quello individuale e a 20.087,73 euro per quello coniugale.

Pensioni: maggiorazioni sociali, 2 questioni chiave da non trascurare

Ci sono due aspetti importanti da non dimenticare quando si parla di maggiorazione sociale.In presenza dei requisiti di età e di reddito, l'incremento della pensione è concesso a patto che con lo stesso non si superi la soglia di reddito prevista per la concessione del beneficio.

Se ciò dovesse accadere allora l'importo della maggiorazione sociale è decurtato e riconosciuto solo in misura parziale.

Altro aspetto molto importante è che le maggiorazioni sociali rientrano nella fattispecie dei "diritti inespressi", ossia tra quelli che non sono riconosciuti in assenza di un'esplicita richiesta all'Inps.

In altre parole l'incremento della pensione agli aventi diritto in base ai requisiti indicati prima non avviene automaticamente, ma bisogna presentare una domanda all'Inps.

Infine, da ricordare che la maggiorazione sociale decorre dal mese successivo a quello di presentazione della domanda ed è corrisposta insieme alla rata di pensione.

Da segnalare che le maggiorazioni sociali sono valide per l'anno in cui si effettua la richiesta e non possono essere riconosciuti per periodi antecedenti, quindi in altre parole non spettano arretrati.