Pensioni minime, perché non si possono aumentare a 1.000 euro: la misura costa troppo

Pensioni minime, perché non si possono aumentare a 1.000 euro? La misura costa troppo, ed è destinata a fare danni.

Quante volte abbiamo sentito in campagna elettorale delle pensioni minime a mille euro? Purtroppo, la misura delle pensioni minime a 1.000 € costa troppo e non si può attuare, o almeno è stata attuata parzialmente con una rivalutazione al 120% del minimo INPS e un piccolo regalo del Governo per arrivare a 600 euro.

Pensioni minime, perché non si possono aumentare a 1.000 euro

La nuova Legge di Bilancio ha introdotto una rivalutazione delle pensioni minime del 120%, con un ulteriore incremento dell’assegno a 600 euro, ma solamente per i cittadini che hanno più di 75 anni, nel 2023. Che fine ha fatto la misura sulle pensioni minime? Perché non si possono aumentare a 1.000 euro? Semplice, costa troppo.

Già questa rivalutazione del minimo INPS è costata 5.4 miliardi di euro in un anno, a cui devono sommarsi i 2.4 miliardi di euro di entrate in negativo per gli sgravi fino a 8 mila euro per chi assume i giovani fino a 35 anni si arriva a un – 7.8 miliardi di euro INPS.

In sostanza, la Legge di Bilancio 2023 ha favorito chi percepisce assegni sociali e trattamenti pensionistici bassi, con una rivalutazione all’8.8% (120% rispetto al confermato tasso al 7.3%) e un incremento del minimo over 75 a 600 euro, ma dall’altra parte ha colpito in negativo chi ha versato più contributi.

Ricordiamo, però, che in campagna elettorale Forza Italia parlava di pensioni minime a 1.000 euro, ad oggi troppo onerosa, tanto che si è scelta la via dei 600 euro per over 75. Il partito guidato da Silvio Berlusconi, però non demorde e ha intenzione di approvare il minimo a 1.000 euro entro la fine della legislatura.

Andiamo a scoprire quanto costerebbe tale misura.

Pensioni minime, perché non si possono aumentare a 1.000 euro: i costi

Pensioni minime, perché non si possono aumentare a 1.000 €? Facendo un rapido calcolo, 7 milioni di pensionati su un totale di 16 milioni sono totalmente, o in misura parziale, assistiti dallo Stato, dunque, sostenuti dalle tasse che i contribuenti pagano.

Portare queste pensioni a 1.000 euro starebbe a significare un’uscita di 36 miliardi l’anno per lo Stato, solo per questa misura, con diretta conseguenza un aumento degli evasori e i pagamenti delle tasse riservati a coloro che hanno il prelievo alla fonte.

Pagando tasse e contributi per tutta la vita si arriverebbe a prendere una pensione che, tassata, raggiungerebbe poco più di mille euro, dunque, perché versare se non versando nulla il Governo ti garantisce 1.000 euro netti?

Pensioni minime, perché non si possono aumentare a 1.000 euro i costi per l’INPS

Tra il 2008 e il 2021 l’assistenzialità a carico della fiscalità generale ha avuto un incremento mostruoso da 73 miliardi di euro a 144 miliardi di euro. Chi ci rimette? Coloro che dichiarano più di 35 mila euro di reddito l’anno tra cui moltissimi pensionati.

Pensioni minime, perché non si possono aumentare a 1.000 euro? aumentare il minimo pensionistico a mille euro sta a significare creare un deficit di 100 miliardi di euro per le casse INPS. Cosa significa?

Semplice, nel giro di soli tre anni la sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico sarà distrutta. Inoltre, è difficile credere che ¼ dei pensionati, la maggior parte autonomi, non abbia guadagnato redditi sufficienti per superare il minimo INPS.  

La nuova rivalutazione delle pensioni in Legge di Bilancio 2023

Abbiamo visto la misura delle pensioni minime, perché non si possono aumentare a 1.000 euro, vediamo la nuova rivalutazione. In Legge di Bilancio 2023 è stata prevista una rivalutazione al 100% per assegni, fino a 4 volte il minimo e 85% fino a 5 volte il minimo, poi via via a scendere.

In poche parole, la nuova rivalutazione “punisce” chi ha una pensione sopra i 2.500 euro lordi, colpendo chi nella vita ha pagato più tasse e contributi. Insomma, nei prossimi 10 anni questi pensionati con redditi superiori a 35 mila euro, si sobbarcheranno, non solo, il più dei 56 miliardi di IRPEF che gravano sui trattamenti pensionistici, ma inoltre perderanno la bellezza di 45 miliardi di euro di potere di acquisto.

Un danno.

Leggi anche: Pensione gennaio 2023 più bassa, perchè? Ecco la risposta dell’INPS

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