Petrolio, venti di guerra: quale impatto da una crisi Usa-Iran?

Petrolio in ripresa dopo l'abbattimento di un drone iraniano, ma petroliferi contrastati. Eni stabile, calano Saipem e Tenaris.

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Ultima seduta delle settimana debole a Piazza Affari per i titoli del settore petrolifero, che mostrano quest'oggi un'andamento contrastato dopo i ribassi generalizzati della vigilia.

Saipem, Eni, Tenaris: la giornata dei petroliferi

Sul Ftse Mib, l'unico titolo del gruppo che riesce a mantenersi un filo sopra la parità è Eni, che segna un frazionale +0,05% dopo il calo di circa 2,5 punti percentuali nella sessione di giovedì; non riescono viceversa a reagire dopo cali ieri superiori al punto percentuale Saipem e Tenaris, che continuano a scivolare cedendo lo 0,7%. Fuori dal listino principale, registrano un'andamento divergente anche Saras (+0,2%) e Maire Tecnimont che affonda del 2,5%.

Titoli Oil deboli nonostante recupero del petrolio

A sostenere il settore Oil non basta peraltro quest'oggi la ripresa dei prezzi del greggio, tornato a salire con le nuove tensioni tra Stati Uniti e Iran in scia alla notizia dell'abbattimento di un drone iraniano da parte dell'esercito statunitense: abbattimento, secondo quanto annunciato dallo stesso presidente USA, Donald Trump, che sarebbe avvenuto nello stretto di Hormuz dopo che il piccolo velivolo si è accostato eccessivamente ad un'imbarcazione dell'esercito americano, una nave d’assalto anfibio di tipo Boxer. 

Greggio: le quotazioni di Brent e WTI

Sull'Intercontinental Exchange di Londra, i contratti sul Brent con scadenza settembre vengono così fotografati negli ultimi minuti a 62,89 dollari al barile, in rialzo frazionale dell'1,55% dopo aver toccato questa mattina un massimo a 63,31 dollari. Quotazioni in rialzo anche per il West Texas Intermediate (WTI): i futures sul benchmark americano in scadenza ad agosto scambiano sul Nymex in rialzo dell'1,1% in area 56 dollari al barile.