Petrolio, le cose che non ci dicono e che invece dovremmo sapere

Con l'aiuto di un esperto, con questo articolo rispondiamo alle domande più semplici ed elementari, ma anche più importanti, sul mercato del petrolio. Quanto ce n'è in un barile. Come viene impiegato. Quanto ne serve per produrre carburante. Quali altri prodotti non esisterebbero senza di esso. Quanto petrolio c'è in Italia e quanto spende l'Italia per l'approvvigionamento.

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Mentre il resto delle materie prime si sta apprezzando su livelli storici, il petrolio non si muove da lì: da quei 41-42 dollari al barile in cui sostanzialmente si trova imprigionato da quasi due mesi. E anche l’Opec, nella riunione che is è tenuta la settimana scorsa, non ha provveduto a prendere decisioni tali da alterare in maniera significativa domanda o offerta, né da modificarne il prezzo al barile.

Nella seconda metà di luglio il petrolio resta in una lateralità compresa tra i 39 e i 42 dollari, un valore, quello rappresentato dai 42 $, comunque piuttosto importante, perché non veniva oltrepassato dal 9 marzo scorso, quando le borse internazionali hanno iniziato a crollare a causa dell’epidemia del coronavirus, ma ancora ben lontano dai 60 $ raggiunti all'inizio dell'anno.

Petrolio, tante domande ma quante risposte?

Quanto petrolio è contenuto in un singolo barile? Come viene impiegato? Interamente per il carburante delle autovetture? Quanto ne possiamo estrarre ancora prima che finisca? E l’Italia è autonoma nell’approvvigionamento o lo acquista da paesi esteri? Quanto paga ogni anno? E quanto ci metteranno le risorse green a prendere il posto del petrolio? Che poi… Siamo sicuri che il petrolio potrà essere interamente sostituito? Potrebbero sembrare tutte domande elementari sull’universo del mercato petrolifero per chi fa analisi, o anche più semplicemente chi investe, compra e vende petrolio.

Dovrebbe, condizionale d’obbligo, perché effettivamente non è proprio così. Di fondo, c’è molta ignoranza sull’impiego di questa risorsa energetica, percepita molto semplicisticamente e forse anche un po’ superficialmente come materia prima per produrre carburante, e quindi, prodotti inquinanti.

Con l’aiuto di Andrea Miscia, geoscience exploration expert, abbiamo cercato di rispondere a tutte le domande base sul mercato petrolifero. Le sorprese non mancano.

 

Quanto petrolio c'è in un barile. E quanto ne serve per il carburante

Dicevamo del barile. Un barile contiene 42 galloni americani. E’ l’equivalente di 158,9 litri di petrolio. Arrotondato per eccesso, possiamo tranquillamente sostenere che ogni barile contiene 160 litri di petrolio. Come viene impiegato? Sul serio l’utilizzo è esclusivamente, o quasi, rivolto al carburante? Ovviamente no. Anzi.

Di questi 160 litri, meno della metà viene sfruttato per benzina e diesel, per una forbice che si colloca tra il 40 e il 45%. Carburante per auto, motociclette, camion, ma anche per gli attrezzi che richiedono l’utilizzo del carburante, per esempio la motosega. 

A parte il carburante, ecco come viene impiegato un barile di petrolio 

Come viene impiegato allora il rimanente 55-60% medio di un barile di petrolio? Spiega Andrea Miscia:

“Un buon 25% del petrolio viene utilizzato per realizzare un prodotto chiamato Ultra Low Sulfur Diesel, un diesel a bassissimo contenuto di zolfo che viene utilizzato per i grossi frigoriferi aziendali, ma anche per il riscaldamento. Poi c’è un 9% che diventa kerosene, carburante per aerei, jet e altri tipi particolari di riscaldamento. Un 4% è impiegato come liquid gas, ma anche per plastica, gomma e detergenti”.

Per questi ultimi prodotti in particolare il petrolio viene utilizzato per produrre la paraffina, miscela di idrocarburi solidi, in prevalenza alcani, le cui molecole presentano catene con più di 20 atomi di carbonio. Negli ultimi anni le case farmaceutiche, il cui 90% dei macchinari (assieme a quelli ospedalieri) derivano proprio dal petrolio, sono al lavoro per realizzare detergenti senza paraffini, ovviamente con un costo maggiore. 

Che relazione c'è tra una pallina a golf e il petrolio?

Tornando al barile di petrolio, un altro 2% viene impiegato per le centrali elettriche e la generazione di elettricità. Un 13% finale è utilizzato infine per la realizzazione dei prodotti più “strani”.

Nel senso che si tratta di oggetti difficilmente riconducibili al petrolio, perlomeno nell’immaginario collettivo. I computer, i tablet, gli smartphone (compresi gli iPhone e gli iPad), le palline da golf, le aspirine, l’asfalto, persino i rossetti contengono una parte importante di derivati del petrolio. 

Per fare energia pulita serve il petrolio? Com'è possibile?

E non è finita. Come continua a spiegare Andrea Miscia: “Anche per fare l’energia pulita occorre il petrolio”. Le pale eoliche infatti, per la loro costruzione, richiedono delle resine speciali, raffinate, fondamentali per la realizzazione di questi impianti, che vengono estratte, sorpresa sorpresa, proprio dal petrolio.

Lo stesso vale per i pannelli solari, composti dai polimeri di plastica che derivano dall’oro nero. Anche il metallo può essere lavorato solo grazie a strumenti derivati dal petrolio.

L'ibrido e l'elettrico elimineranno il petrolio dalle auto?

E le automobili? L’abolizione, nel prossimo futuro, delle vetture a diesel si avvicina, inotre l’apertura del mercato è sempre più forte verso le auto elettriche e le ibride: che impatto avrà tutto questo sul petrolio? La risposta è meno scontata di quanto si possa immaginare.

Continua infatti Andrea Miscia: “Il petrolio rimarrà sempre alla base della realizzazione delle autovetture. Ci sono plastica e vetri derivati dal petrolio. Senza di esso non si potrebbe ottenere alcun tipo di veicolo. E sul fronte green bisogna stare molto attenti, specie per quanto riguarda la realizzazione delle auto elettriche e delle loro batterie al litio”. 

Le batterie per fare le auto elettriche: davvero una svolta green?

In che senso? Il messaggio, in parole povere, è: energia pulita ma fino a un certo punto. Miscia spiega infatti che le pile al litio utilizzate dalle grosse compagnie che realizzano auto elettriche, come struttura a livello di mercato, non è esattamente green.

Le materie prime utilizzate per queste batterie si trovano soprattutto in Afghanistan e in Cile. Dalla minera, l’intero materiale viene spedito in Cina, dove viene lavorato e realizzata la batteria. Dalla Cina, ovviamente, il prodotto finito viene poi a sua volta inviato nelle varie case automobilistiche in tutto il mondo.

Insomma, dalla miniera alla fabbrica per la creazione delle vetture green, la materia prima fa sostanzialmente il giro del globo, con tanto di costi e impiego massiccio di carburante. Il risparmio, a livello di energia e di inquinamento, in pratica, non esiste. Si manifesterà dopo 4-5 anni.

L'Italia e il petrolio: tutta la verità

E l’Italia? E’ indipendente nell’approvvigionamento? Estrae petrolio in autonomia? La risposta, molto semplificata, è no. Nei primi 9 mesi del 2019 il nostro paese ha importato il 44% del suo petrolio dal Medioriente. Poi dall’Africa per il 28% e altri paesi non Ue per il 16%, con l’Asia in generale che risponde a una percentuale pari al 9%.

L’Iraq è il paese da cui acquistiamo più petrolio in assoluto, circa il 19%, cifra cresciuta da quando è stato stabilito l’embargo all’Iran. Anche per quanto riguarda il gas la scelta del governo è quello di acquistarlo da fuori. Il 39,5% arriva dalla Russia, il 28% dall’Algeria, il 10% dal Qatar. In buona sostanza, l’Italia produce molto poco.

La politica italiana ha stabilito che non si può perforare, né per cercare gas, né per cercare petrolio. Meglio comprarlo da altre nazioni. Nel 2018, le spese di approvvigionamento dell’energia ammontano a 42 miliardi di euro. 

Dove si trova il petrolio nel nostro paese?

E pensare che di materia prima siamo pieni. Aggiunge Andrea Miscia:

“Tutta la parte dell’adriatico contiene parecchio gas, lo stesso vale per la pianura padana. La Basilicata praticamente galleggia sul petrolio, la stessa Shell ha trovato nel Varesotto un giacimento di petrolio molto interessante. E poi c’è il sud della Sicilia, anche qui i giacimenti sono molto importanti. Se possiamo diventare energicamente indipendenti? La risposta è sì”.

Sì, garantendo la salvaguardia dell’ambiente, che poi è la direzione e l’obiettivo della ricerca del green? “Prima di rispondere a questa domanda, una premessa: il rinnovabile copre il 24% delle energie mondiali. E con il prezzo del barile così basso questo gap rimarrà così per molto tempo. L’industria petrolifera resterà di primo livello ancora per tanto tempo. Tornando alla domanda, vi rispondo con questo esempio: l'energia derivata da un pozzo petrolifero, che equivale a 0,2 km quadrati, equivale all'energia prodotta da all'incirca 160 pale eoliche, in un contesto di 5 km quadrati. Fate voi i conti".