I titoli azionari USA a minore capitalizzazione hanno fornito rendimenti interessanti agli investitori più propensi ad affrontare un rischio di mercato più elevato e non solamente di natura borsistica.Le fasi recessive tendono, generalmente, a colpire più duramente le società operativamente più deboli e magari meno diversificate nei business rispetto alla large caps USA che sono delle multinazionali.Spesso le “piccole” hanno infatti un focus più pronunciato a livello nazionale e sono meno internazionalizzate e, non è un caso, che nel biennio difficile (2008-2009) abbiano registrato un tracollo dei profitti talmente profondo dall’essere ancora al di sotto di tale livello, mentre sappiamo come le imprese dello S&P500 lo abbiamo abbondantemente superato.L’indice Russell 2000 negli ultimi 10 anni ha ottenuto una performance annua, considerando i dividendi distribuiti, pari al 6.55%, facendo meglio dello S&P500 (4%) del Russell 3000 (+4.6%) che comprende quasi l’intero mercato azionario USA. Il rendimento aggiustato per il rischio mostra come il Russell 2000 abbia fatto meglio del benchmark delle azioni a maggiore capitalizzazione di mercato.L’indice delle smallcap presenta un beta, la reattività rispetto al mercato azionario complessivo, pari ad 1.2, da confrontare con uno 0.97 dello S&P500 e uno 0.88 del Dow Jones Industrial Average.E’ interessante notare come l’indice Russell 2000 sia ormai in prossimità dei massimi storici testati nel luglio 2007 e come dal minimo di marzo 2009 sia passato da quota 350 all’attuale 821.Nell’indice si nota una ripartizione settoriale differente rispetto allo S&P500 ed infatti i comparti più importanti sono rispettivamente quello finanziario (22.7%), la tecnologia (17%), gli industriali (15.9%) e i consumi discrezionali (13.1%).