Pil 2020, Italia promossa da S&P

S&P Global Ratings ha aggiornato le previsioni economiche per l'Eurozona, le notizie per il nostro paese sono incoraggianti, Pil 2020 rivisto da -9,5% a -8,9%

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In generale secondo gli esperti di S&P Global Ratings l'economia della zona euro ha ricuperato più velocemente di quanto atteso dalla prima ondata di Covid-19 che la ha colpita nella prima parte del 2020. Nel suo report "The Eurozone Is Healing From COVID-19" gli esperti tuttavia avvertono che i prossimi passi potrebbero essere quelli più difficili.

L'economista senior di S&P Global Ratings Marion Amiot ha infatti detto che la fase di riapertura delle economie dopo le restrizioni imposte dal Covid è stata la parte più semplice della ripresa. La zona euro attraversa ora un momento complesso di transizione che porterà verso l'attuazione del programma di riforme economiche della UE durante il progressivo prosciugarsi degli interventi governativi. In questa fase di transizione sono tante le cose che potrebbero andare storte, dalla liquidità, alla domanda, al comportamento dei singoli cittadini.

Pil UE atteso in crescita del 6,1% nel 2021

Per il momento comunque S&P ha rivisto le stime per il Pil della zona euro: le attese per il 2020 sono di una contrazione limitata al 7,4% e di un rimbalzo del 6,1% per il prossimo anno. Solo nel 2022 l'economia potrebbe tornare ai livelli precedenti la pandemia. La disoccupazione dovrebbe raggiungere un picco del 9,1% nel 2021 (in miglioramento dal 9,8% previsto a giugno) per poi scendere all'8,4% nel 2022 e al 7,8% nel 2023. Per il momento la perdita di posti di lavoro è stata di 5 milioni, contro i 21 milioni persi negli Usa, nonostante i due mercati siano di dimensioni simili.

I dati mostrano che l'economia della maggioranza dei paesi dell'area euro sta operando del 5% al di sotto dei livelli pre Covid. A luglio le vendite al dettaglio hanno già superato quelle dello stesso mese del 2019 dello 0,6% mentre la costruzione e la produzione industriale sono ancora al di sotto dei livelli pre-crisi rispettivamente del 4% e dell'8%. 

Durante il lockdown il livello di risparmio, in particolare in Francia e in Germania, era salito ma nei mesi successivi i dati mostrano che i consumatori hanno ridotto il tasso di risparmio e sono tornati a spendere. Le vendite di nuove auto ad esempio sono rimbalzate del 46% su base trimestrale a luglio e ad agosto.

L’inflazione dovrebbe restare sotto controllo

L'inflazione dovrebbe rimanere su livelli molto bassi, attorno allo 0,2% su base annua nel 2020, tanto da permettere alla Bce di mantenere inalterati i tassi di interesse ancora a lungo e di non dovere intervenire a livello del proprio bilancio riducendo l'acquisto di titoli di stato dei paesi membri. 

Certo, i rischi per il breve termine sono di un peggioramento delle condizioni, questo è il monito di S&P, dal momento che l'andamento della pandemia potrebbe rendere necessari nuovi lockdown, o nei paesi della Ue o all'estero, e questo comporterebbe un danno alla fiducia di consumatori ed imprese con ripercussioni immediate sulla crescita economica. Una eventuale nuova fase di lockdown verrebbe poi ad innestarsi in una fase economica già deteriorata e diverrebbe difficile per le imprese uscirne. S&P calcola che ogni mese aggiuntivo di lockdown costerebbe il 3,8% del Pil all'area euro.

Un elemento positivo sarebbe invece la comparsa e la distribuzione di un vaccino, e anche se questo presumibilmente non avverrà prima della metà del 2021 in quel caso le previsioni potranno essere riviste al rialzo. 

Le stime di S&P per l’Italia

Per quello che riguarda in particolare l'Italia le stime per il Pil del 2020 sono state riviste dal precedente -9,5% ad un -8,9% e da un +5,3% a un +6,4% per il 2021. 

Le stime di S&P per gli altri paesi

Le stime per la Francia sono di un Pil in calo del 9% nel 2020 e di un rimbalzo del 7,7% nel 2021, quelle per la Germania di un -5,4% nel 2020 e di un +4,7% nel 2021, quelle per la Spagna di un -11,3% nel 2020 e di un +8,2% nel 2021. Il Pil della Gran Bretagna potrebbe contrarsi del 9,7% quest'anno per rimbalzare poi del 7,9% il prossimo.

(Alessandro Magagnoli)