Economia, e se la ripresa fosse a K e non a V?

Fino a poche settimane si sperava che l'economia potesse archiviare la crisi del Covid con un rimbalzo a "V", ora la lettera che va più di moda è invece la "K"

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Il ritorno della pandemia sta scompigliando le carte degli economisti, i nuovi lockdown già decisi nelle ultime ore o che diverranno probabilmente operativi nel prossimo futuro nei maggiori paesi della zone euro rischiano di fare precipitare nuovamente l'economia in una fase recessiva dopo il tentativo di rimbalzo dell'ultimo trimestre. Per il momento la previsione della Bce sulla crescita della zona euro nel 2021 è attestata a un +5% ma è possibile che questo obiettivo resti solo una speranza. Per questo motivo la stessa Bce ha in programma una riunione giovedì alle 14:30 durante la quale potrebbero venire divulgate novità sul potenziamento del Pandemic Emergency Purchase Programme, o PEPP,  il programma di acquisti d'emergenza di bond.

L'alfabeto per spiegare la ripresa: ecco cosa significano V, L, K

Se fino a poche settimane fa era ancora viva la speranza che l'economia potesse archiviare la crisi del Covid con un rimbalzo a "V", ovvero una rapida ripresa senza incertezze dopo il crollo della primavera, adesso inizia a serpeggiare il timore che la lettera che caratterizzerà l'andamento del Pil della Ue sarà una "L", ovvero una prolungata fase di stabilità in prossimità dei minimi del ciclo prima che si possa concretizzare una fase di recupero duratura. Recentemente gli economisti hanno iniziato a parlare anche di un'altra ipotesi, quella di una ripresa a "K", che ancora non è del tutto tramontata. Con questo semplificazione si vuole indicare una fase di evoluzione del Pil durante la quale effettivamente alcuni comparti riescono a mantenere un orientamento positivo mentre altri continuano ad essere depressi. 

La new economy batte la old economy

E' sotto gli occhi di tutti il diverso comportamento del settore tecnologico, rappresentato negli Usa dall'indice Nasdaq, e di quello più tipicamente industriale o finanziario, maggiormente rappresentato nell'S&P500: il Nasdaq 100 nel 2020 fino al 28 ottobre ha guadagnato il 27,6% circa, lo S&P500 l'1,25%. 

Differenze di comportamento tra Nasdaq 100 e S&P500

Queste differenze di comportamento sono apprezzabili anche da un punto di vista grafico: il Nasdaq 100 per il momento staziona al di sopra della propria media mobile a 100 giorni, passante a 11045 punti circa, lo S&P500 è invece sceso al di sotto della propria media a 100 giorni, in transito a 3300 punti circa, nella seduta del 28 ottobre. La media mobile a 100 giorni viene utilizzata per avere una percezione sintetica della condizione del trend di medio periodo: fino a che le quotazioni rimangono al di sopra della media, come nel caso del Nasdaq, la tendenza può essere ancora considerata al rialzo, viceversa il rischio di andare incontro ad una vera e propria tendenza ribassista aumenta. Certo, di solito i due mercati sviluppano un trend abbastanza simile, eventuali differenze di andamento grafico sono confinate per lo più al breve o al massimo al medio periodo, ma il fatto stesso che ci sia un certo grado di indipendenza conferma l'idea che la ripresa possa avere una forma a "K". 

In Europa si può assistere allo stesso fenomeno, oggi ad esempio l'indice Stoxx delle società dell'alta tecnologia EURO STOXX® Technology (EU0009658541) è marginalmente positivo mentre l'indice Eurostoxx 50 cede l'1% circa.

I problemi della ripresa a "K"

Il problema con l'evoluzione a "K" dell'economia è che rischia a portare ad un aumento delle disparità sociali, lasciando indietro i lavoratori (che sono anche consumatori) impiegati nelle aziende svantaggiate e facendo aumentare anche le tensioni sociali, un problema che sembrava relegato al passato e che la cronaca degli ultimi giorni ha invece riportato drammaticamente d'attualità. E non si pensi che l'aumento del divario tra ricchi e poveri sia solo una tematica sociale, esso ha infatti dei costi notevoli per la società e quindi per l'economia, con conseguenti effetti sulla crescita. La necessità di adottare piani di sostegno per le fasce più deboli, una platea che a causa del Covid potrebbe aumentare rapidamente toglie risorse all'espansione avviando un circolo vizioso dal quale è difficile uscire. 

Per il momento il risparmiatore può comunque ancora concentrare l'attenzione sul breve termine e come spiegato privilegiare l'investimento in quei settori, principalmente il tecnologico ma anche quello dell'health care, che dovrebbero riuscire a navigare meglio nelle acque turbolente della ripresa, a "L" o a "K" che sia.

Gli Etf per scommettere su un rimbalzo

Volendo concentrare la propria attenzione sulla tecnologia Usa uno strumento che si può valutare è l'Ishares Nasdaq 100 Ucits Etf Usd Acc (CSNDX, IE00B53SZB19). Questo Etf è prossimo ad un supporto critico, la media mobile a 100 giorni, a 534 circa. Una chiusura di seduta sotto questi livelli farebbe emergere il rischio di una correzione più estesa dal rialzo degli ultimi mesi, fino a che area 530/35 verrà rispettata la tendenza rialzista di fondo si potrà invece considerare intatta. Il superamento di area 580 fornirebbe un segnale rialzista interessante che potrebbe anticipare anche il superamento dei record di settembre a 591,66. 

Una alternativa è l'Invesco Eqqq Nasdaq-100 Ucits Etf (EQQQ, IE0032077012). In questo caso la media a 100 giorni passa a 232 circa, la tenuta di questo supporto in chiusura di seduta dovrebbe favorire la realizzazione di un rimbalzo.

(Alessandro Magagnoli)