Il primo virus nell’era dei social: prudenza e razionalità

L’indice azionario cinese Shangai Shenzen CSI 300 dall’annuncio dell’epidemia ha subito una correzione massima del 9%.

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Roberto Russo, amministratore delegato di Assiteca SIM, spiega che il primo mese del nuovo anno sui mercati finanziari è iniziato con rialzi generalizzati su base globale, nonostante siano emerse una serie di notizie potenzialmente negative: dalle rinnovate e rilevanti tensioni nello scacchiere medio-orientale (Iran, Libia), al potenziale “cigno nero” del rischio pandemia (nuovo coronavirus).

La prima reazione degli investitori dopo la divulgazione della notizia dell’epidemia del coronavirus SARS-CoV-2 in Cina nel weekend del 25 gennaio scorso è stata molto composta: malgrado l’aumento della domanda per i cosiddetti beni rifugio (ad esempio oro e franco svizzero) e nonostante le notizie della messa in quarantena a titolo cautelativo di milioni di cinesi, i mercati azionari globali, dopo una breve correzione, hanno toccato tutti nuovi massimi, facendo prevalentemente leva sulla razionalità e sulle buone prospettive di crescita globale.

L’indice azionario cinese Shangai Shenzen CSI 300 dall’annuncio dell’epidemia ha subito una correzione massima del 9% nella seduta del 3 febbraio scorso che è stata completamente riassorbita nell’arco di 15 giorni; ad oggi l’indice è sugli stessi livelli antecedenti l’inizio dell’epidemia.

L’andamento sopra descritto è in linea con quanto sperimentato in passato di fronte all’emersione di potenziali pandemie, come raffigurato nella tabella e nel grafico seguenti nei quali si riporta l’andamento dell’indice azionario globale “MSCI” nell’arco di un semestre dopo la comparsa delle principali epidemie degli ultimi 50 anni.