Quasi intesa USA-Cina, ma cosa vuol dire per il resto del mondo?

Le difficoltà nel passare dall'attuale stallo ai negoziati costruttivi potrebbero essere risolte da un intervento personale tra i presidenti Trump e Xi.

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Nathan Sheets, Chief Economist di PGIM Fixed Income, gestore delegato di Pramerica SGR ritiene che, nonostante la recente escalation delle tensioni, Cina e USA desiderino chiaramente ancora raggiungere un accordo. La Cina probabilmente vuole evitare la necessità di fornire più stimoli, alimentando ulteriormente debito e leva finanziaria, e il Presidente Trump vuole una forte economia e un mercato azionario in crescita per sostenere la sua rielezione del 2020.

Le difficoltà nel passare dall'attuale stallo ai negoziati costruttivi potrebbero essere risolte da un intervento personale tra i presidenti Trump e Xi: ad esempio, una telefonata con un linguaggio reciprocamente conciliante, probabilmente darebbe spazio al negoziato per tornare sulla giusta strada.

Nathan Sheets si aspetta che le due parti raggiungano un accordo con l'incontro del G20 in Giappone alla fine di giugno, un'opportunità particolarmente buona. Anche così, i rischi ora sono chiaramente distorti verso risultati più lunghi e più controversi.

L’amministrazione Trump si adopererà per garantire che un accordo in tema di guerra commerciale porti vantaggi - tra tutti i partner commerciali del Dragone - in primis agli Stati Uniti, ma che dire delle implicazioni per il resto del mondo?

L'impegno cinese verso un incremento degli acquisti di determinati prodotti americani dovrebbe far aumentare le esportazioni statunitensi nell’ex Celeste Impero. Tuttavia, anche secondo le più rosee aspettative, è improbabile che il restringimento dello squilibrio commerciale superi i 100 miliardi di Dollari all'anno. È un numero significativo, ma nettamente inferiore agli oltre 200 miliardi di Dollari sbandierati dalla stampa. E la realizzazione anche solo di questo traguardo potrebbe richiedere interventi da parte del governo cinese che ricordano più le economie pianificate che non quelle di mercato.