Reddito di cittadinanza: è la fine. Cambia tutto, ecco come

Il reddito di cittadinanza non sarà più come lo conosciamo: verso una piccola rivoluzione voluta dallo stesso Di Maio. Tanti avranno meno soldi: ecco chi.

Image

Manca solo qualche mese per festeggiare i due anni di vita del reddito di cittadinanza, ma non è da escludere che a questo secondo compleanno non si arrivi mai, o almeno non nella forma in cui si presenta ora il sussidio tanto voluto dal Movimento 5 Stelle.

Reddito di cittadinanza non funziona: è da cambiare

Già in questi ultimi mesi si è parlato a più riprese della necessità di rivedere e modificare in qualche modo questo strumento di lotta alla povertà.

Numerose le polemiche che accompagnano ormai da tempo il reddito di cittadinanza, definito da alcuni un inutile spreco di soldi, visto che spesso gli aiuti finiscono nelle mani sbagliate e non sortiscono gli effetti sperati.

Reddito di cittadinanza: per Conte e Di Maio è necessario un tagliando

Non stupisce che già a fine settembre lo stesso premier Giuseppe Conte aveva parlato della necessità di un tagliando, con il duplice obiettivo di selezionare in maniera più accurata la platea dei beneficiari e di sbarrare la strada agli abusi.

E sempre a fine settembre, l'ex vice premier Luigi Di Maio, aveva dichiarato che fare un tagliando al reddito di cittadinanza non avrebbe comportato una cancellazione delo stesso, quanto piuttosto un adeguamento alle attuali necessità del Paese.

Reddito di cittadinanza: brusco cambio di rotta del Ministro Di Maio

Proprio dal Ministero degli Esteri giunge ora l'indicazione di un deciso cambio di rotta da imprimere alla misura tanto voluta da lui e da tutto il Movimento 5 Stelle.

Se nel 2019 Luigi Di Maio, come ricorda Repubblica, aveva parlato del reddito di cittadinanza come il "mezzo per sconfiggere la povertà" e al contempo per "non tenere la tenere sul divano", ora il Ministro degli Esteri la pensa diversamente.

Parlando del reddito di cittadinanza, è stato lo stesso Di Maio a scrivere sul Foglio: "Credo che sia opportuno ripensare alcuni meccanismi. Separando nettamente gli strumenti di lotta alla povertà dai sostegni al reddito in mancanza di occupazione.

Già in più di una occasione ho ribadito la necessità di affinare lo strumento del reddito di cittadinanza, motivando i percettori a svolgere lavori socialmente utili".

Reddito di cittadinanza: la view del presidente dell'Inps

Non lontane da queste parole quelle pronunciate a Radio24 due giorni fa dal presidente dell'Inps, che da una parte ha difeso il sussidio targato 5 Stelle e dall'altra ha palesato la necessità di apportare miglioramenti allo stesso.

Pasquale Tridico ha infatti dichiarato che senza il reddito di cittadinanza 3,1 milioni di persone sarebbero sul lastrico e senza questo paracadute sarebbe stata a rischio la coesione del Paese.

Il numero uno dell'Inps però ha aggiunto: "Vedo il reddito di cittadinanza come uno strumento di sostegno al reddito, di lotta alla povertà, piuttosto che di politiche attive".

Reddito di cittadinanza sarà sdoppiato: ecco come e chi avrà meno soldi

Il reddito di cittadinanza dve quindi rivisto e di questo pare sia sempre più convinto il Movimento 5 Stelle, a partire dallo stesso Di Maio.

Secondo quanto riportato dalla stampa, si starebbe valutando l'ipotesi di uno sdoppiamento della misura.

Da una parte il reddito di cittadinanza così come lo conosciamo sarebbe destinato solo ai beneficiari che non sono nelle condizioni di lavorare.

Per gli altri invece si valuterebbe un sussidio ad hoc che preveda un nome differente e importi anche diversi, più bassi rispetto a quelli riconosciuti a quanti sono impossibilitati a lavorare.

Non è stata già tracciata una strada ben definita per la modifica del reddito di cittadinanza e oltre a quello dello sdoppiamento ci sarebbero diverse proposte allo studio.

L'unica certezza per ora è quella di cambiare questa misura di sostegno che è nata con uno scopo duplice, ma si è rivelata un fallimento almeno con riferimento ad uno dei due obiettivi previsti.

La parte zoppicante è quella che avrebbe dovuto contrastare la disoccupazione e favorire nuovi inserimenti nel mondo del lavoro.

Più di qualcosa però non ha funzionato su questo fronte, motivo per cui Di Maio in primis punta a dividere gli strumenti di contrasto alla povertà dai sostegni al reddito in mancanza di un lavoro.