Reddito di cittadinanza, il 1° luglio sarà il punto di svolta per questi beneficiari

Il 1° luglio sarà un punto di svolta per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza, perché sono sempre di più quelli che potranno mantenerlo.

Il Governo Meloni lo ha promesso fin dall’inizio della legislatura, e tra qualche giorno lo farà: dare lo stop definitivo al Reddito di Cittadinanza.

Dal varo del Decreto Lavoro 4/2019, il Reddito di Cittadinanza è sempre stato mantenuto da tutti i governi successivi, anche dal Governo Draghi. Al massimo ha subìto alcune modifiche, ma mai è stata presa in considerazione l’idea di sospenderlo definitivamente.

Con il Governo Meloni invece la fine dell’RDC è ormai certa. Anche se non per tutti.

Perché ci sono delle categorie sociali a cui non si può togliere, e lo stesso Esecutivo ha dato il benestare al mantenimento dell’RDC, ma solo per loro e con una formula diversa.

Reddito di cittadinanza, il 1° luglio sarà il punto di svolta per questi beneficiari

Così come il Decreto Lavoro 4/2019 era l’inizio del Reddito di Cittadinanza, così il Decreto Lavoro 48/2023 ne sarà la fine.

Dal 1° luglio tutti gli “occupabili” non potranno più fare richiesta all’RDC alla stessa maniera degli anni precedenti, e chi ne è attualmente beneficiario lo potrà avere solo per 7 mesi. Partendo da gennaio 2023, la ricarica di luglio sarà pertanto l’ultima.

Per gli “occupabili” non sarà un bel mese quello di luglio: oltre ad avere l’ultima ricarica, dovranno attendere quasi due mesi prima di poter accedere ai progetti formativi promessi dal Governo, ovvero il supporto per la formazione e il lavoro.

In pratica tra fine luglio e inizi settembre questa gente non avrà più nulla, al massimo una soluzione tampone chiamata “Carta Solidale per Acquisti di Beni di Prima Necessità“.

Si tratta di un bonus da 382 euro, disponibile non solo agli esodati dell’RDC, ma a tutte le famiglie con indicatore ISEE sotto i 15.000 euro.

Una misura tampone che, seppur a supporto, potrebbe rilevarsi inapplicabile, dato che la gestione si dividerà tra Comuni e INPS, complicando quindi l’iter procedurale e aumentando il carico amministrativo dell’ente.

Non cambierà nulla invece per le categorie sociali “fragili”. Non verrà infatti tolto il Reddito di Cittadinanza a tutti coloro che “sono stati presi in carico dai servizi sociali, in quanto non attivabili al lavoro“, come ad esempio i nuclei familiari con:

  • minorenni,

  • persone con disabilità,

  • ultrasessantenni.

Questi potranno usufruire del Reddito di Cittadinanza fino al 31 dicembre 2023. Dal 1° gennaio 2024 passeranno direttamente alla nuova misura di supporto, l’Assegno d’Inclusione Sociale.

Reddito di cittadinanza, dal 1° luglio avrà nuovi importi e obblighi

La svolta del 1° luglio non sarà dolce per gli occupabili. Per chi ha più di 18 anni ma meno di 59 anni, la misura di sostegno verrà sospesa fino a settembre, quando ripartirà soltanto per chi aderirà ai piani formativi del Governo.

Aderendovi, il richiedente potrà percepire un assegno da 350 euro mensili, per un massimo di 12 mesi, a patto di avere un ISEE non superiore a euro 6.000 annui. Oltre a ciò, sarà obbligatorio partecipare a programmi di formazione e progetti utili alla collettività.

Se nell’RDC un single poteva beneficiare fino a 780 euro (500 euro più 280 euro in caso di affitto), ora dovrà accontentarsi della metà.

Anche se la misura potrà essere percepita da ogni abitante del nucleo, e non limitarsi al nucleo stesso: se ci sono due genitori con due figli, e tutti sono disoccupati, il nucleo potrebbe arrivare a percepire fino a 1.400 euro al mese.

Ma attenzione, questa misura di sostegno inoltre non spetta a coloro che hanno diritto all’assegno di inclusione in arrivo il prossimo anno. Proprio per questo si parla di una misura “tampone”, perché andrà solo a cui sarà tolto il reddito di cittadinanza.

Totalmente esclusi da questa misura sono anche i beneficiari del REI (reddito di inclusione), così come di qualsiasi altra misura di inclusione sociale o assegno di disoccupazione.

Quando tolgono il reddito di cittadinanza nel 2023

L’eliminazione del Reddito di Cittadinanza non avverrà in una precisa data: a seconda dell’appartenenza ad una determinata categoria sociale, si avrà diritto o meno ad una proroga.

Per gli occupabili, la perdita dell’RDC avverrà entro la fine del mese di luglio 2023, per chi l’ha richiesto entro gennaio 2023.

Nel caso di non occupabili, la misura è prorogata oltre il mese di luglio, con scadenza fissata al 31 dicembre 2023, ma anche oltre il 1° gennaio 2024, col passaggio diretto all’Assegno d’Inclusione Sociale.

A meno che il Governo non faccia marcia indietro e provveda a sospendere tutto il progetto, Assegno d’Inclusione Sociale compreso, per le famiglie con minorenni, diversamente abili o soggetto over 60, la situazione sostanzialmente non cambia.

Purtroppo con questa iniziale “scrematura”, stando ad una stima dell’Ufficio parlamentare di bilancio, gli esclusi sarebbero il 22,9% degli attuali beneficiari: si parla di oltre 500mila cittadini, che da luglio (o dai mesi successivi) non riceveranno più nulla di quanto oggi pattuito.

Si spera che questo taglio netto non diventi una polveriera sociale, altrimenti le conseguenze di questa potenziale crisi sociale sarebbero terrificanti.

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