Ai tempi del coronavirus tra le poche categorie che in Italia hanno la sicurezza di entrate note e certe sono i percettori del reddito di cittadinanza. Per tutti gli altri, dai cassintegrati alle partite Iva, ci sarà da aspettare i prossimi giorni per fruire dell'integrazione salariale e del cosiddetto bonus 600 euro.
Chi prende il reddito di cittadinanza si organizzi per aiutare gli altri
Ecco perché, secondo IlGiornale.it, è arrivato il momento che chi nel nostro Paese prende il reddito di cittadinanza, nel rispetto delle norme di sicurezza, si organizzi per aiutare gli altri. Ma perché ora deve davvero dare una mano chi percepisce il sussidio?
Il dovere civico di chi prende il sussidio ai tempi del coronavirus
Di certo non trattasi di un obbligo, ma di una sorta di dovere civico in quanto ormai da un anno il reddito di cittadinanza è attivo, in prevalenza, come mera misura assistenzialistica visto che i soldi stanziati dallo Stato hanno contrastato la povertà ma non hanno creato i posti di lavoro attesi.
Codacons favorevole ai lavori di pubblica utilità per i percettori di reddito di cittadinanza
Pure il Codacons, nei giorni scorsi, ha chiesto che i percettori di reddito di cittadinanza possano essere impiegati, nel rispetto delle regole di sicurezza contro il Covid-19, per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità per conto dei Comuni di appartenenza. Per esempio aiutando anziani e disabili con le consegne a domicilio.
Chi prende il sussidio è fonte di aiuto in un momento così tragico
Secondo l'Associazione dei Consumatori e degli Utenti, infatti, i percettori di reddito di cittadinanza potrebbero rappresentare non solo una preziosa risorsa, ma pure una fonte di aiuto in un momento così tragico, e senza precedenti, per la storia del nostro Paese.
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