Reddito di emergenza: stanziati 3 miliardi per aiutare tutti

Reddito di emergenza: il Governo ha deciso di stanziare qualcosa come tre miliardi, per creare un fondo a sostegno di tutte le famiglie, che si vada ad affiancare al reddito di cittadinanza. Questa nuova misura di sussidio andrà a soccorrere economicamente tutte quelle famiglie che al momento non hanno ancora ricevuta alcuna forma di assitenza da parte delle istituzioni. Le persone coinvolte sarebbero almeno 3 milioni.

Image

Reddito di emergenza: il Governo ha deciso di stanziare qualcosa come tre miliardi, per creare un fondo a sostegno di tutte le famiglie, che si vada ad affiancare al reddito di cittadinanza. Questa nuova misura di sussidio andrà a soccorrere economicamente tutte quelle famiglie che al momento non hanno ancora ricevuta alcuna forma di assitenza da parte delle istituzioni. Le persone coinvolte sarebbero almeno 3 milioni.

Nel decreto di aprile il Governo avrebbe anche stanziato 15 miliardi di euro per tutelare il lavoro. Ad annunciarlo è stato lo stesso Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. Tra le misure comprese nel nuovo pacchetto ci sarebbero la cassa integrazione e gli ammortizzatori che dovrebbero pesare per alcuni miliardi sulla misura. La cifra stanziata potrebbe quindi essere raddoppiata. La Catalfo ha spiegato che verranno tutelati anche quanti sono stati assunti dopo il 23 febbraio, anche se avranno un unico giorno di anzianità lavorativa.

Reddito di emergenza: dubbi e perplessità

Non tutte e voci che costituiscono la maggioranza di Governo sarebbero in sintonia e non avrebbero mostrato il proprio appoggio al reddito di emergenza. Tra le voci contro corrente ci sarebbe quella di Matteo Renzi, Italia Viva, che si sta mettendo evidentemente di traverso al reddito di emergenza perché ritiene che sia una strategia del Movimento 5 Stelle, per arrivare al reddito universale proposto da Beppe Grillo.

Luigi Marattin ha affermato che ci sarebbe qualcuno che sogna di sfruttare questa emergenza per creare un'economia basata sul reddito di cittadinanza magari vestito con un altro nome. Marattin ha posto un tema molto semplice: facciamo una ricognizione seria e precisa di chi rimane fuori dalla vasta gamma di strumenti di supporto già esistenti (Rdc, Naspi) o creati/ampliati con il Dl “Marzo” (cassa integrazione per tutti, sostegno agli autonomi, Fondo ex art 44): il passo successivo sarebbe quello di dare ai Comuni, che conoscono meglio le situazioni di emergenza sul loro territorio, tutte le risorse necessarie per occuparsi di chi rimane fuori.

E' invece arrivato il plauso di Leu, la cui senatrice Loredana De Petris ritiene si debba garantire a tutti, in primo luogo, un reddito di emergenza che consenta alle fasce di popolazione che si trovano in maggiori difficoltà di farcela e di fronteggiare la tempesta.

Reddito di emergenza: spuna la pista dei coronabond

Un altro importante colpo di scena arriva dalla Francia. Parigi sopo essersi defilata è torna alla carica, insieme all'Italia, per richiedere all'Ue i coronabond. Secondo Bruno Le Maire, ministro dell'Economia francese, è indispensabile avere a disposizione uno strumento comune europeo. Della stessa posizione è Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia, che rcentemente ha chiesto un maggiore sforzo da parte dell'Unione. 

Italia, Spagna, Francia a e Germania starebbero procedendo unite nel tentativo di chiedere all'Unione Europea misure forti e tempestive per fronteggiare l'emergenza sanitaria e ristabilire, il prima possibile, una connettività stabile nel settore trasporti. Un primo passo in questo senso è arrivato dalla Commissione Ue, che ha provveduto a revocare per i prosismi sei mesi dazi doganali e l'Iva sull'importazione di ventilatori, mascherine, test e altri dispositivi medici da paesi terzi.