Una resistenza che resiste

Sta assumendo toni epici la battaglia per l’abbattimento dell’ultimo baluardo che si pone ad ostacolo della volontà del mercato azionario USA di raggiungere i massimi storici.

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Sta assumendo toni epici la battaglia per l’abbattimento dell’ultimo baluardo che si pone ad ostacolo della volontà del mercato azionario USA di raggiungere i massimi storici. Quota 3.233 dell’indice SP500, ovvero i massimi del 8 giugno scorso, continuano ad essere testati, magari anche superati di qualche punticino e per qualche minuto, ma subito le vendite ricacciano indietro l’indice e disfano la tela faticosamente tessuta dai compratori di sogni.

E, dopo tanti sforzi, la resistenza rimane lì, come un nemico sempre sull’orlo della sconfitta, ma che riesce ancora a respingere gli assalti.

Anche i compratori hanno comunque mostrato ostinazione, perché la sventola subita lunedì scorso, al primo assalto fallito, che ha provocato una veloce ritirata verso i supporti di area 3.110, avrebbe potuto frustrarne le velleità e convincere ad altre e più pesanti prese di beneficio, in grado di far scendere dalle nuvole le valutazioni dei principali titoli, specialmente quelli tecnologici, e riportarle più a contatto con la realtà della recessione in atto negli USA ed in tutto il mondo.

Invece martedì è stato dedicato a leccare le ferite e ieri l’esercito dei sognatori ha ritentato l’assalto, invogliato dalla notizia apparsa già nella notte che ha preceduto l’apertura dei mercati europei: Moderna, l’azienda di ricerca farmaceutica in pole position sul vaccino anti-Covid, ha comunicato di aver concluso con successo la seconda fase di test sulla sicurezza e l’efficacia del prototipo che sta testando e a fine mese inizierà la tappa finale dei test, con la partecipazione di 30.000 cavie umane che per 3 mesi proveranno l’efficacia del vaccino.

La notizia ha suscitato subito l’entusiasmo dei future sugli indici europei ed americani, che hanno potuto ignorare la correzione degli indici cinesi, concentrati maggiormente sul riaccendersi delle ostilità tra USA e Cina, dopo che Trump ha revocato lo status che consente ad Hong Kong relazioni privilegiate con gli USA ed ha firmato una legge che penalizza le banche americane che fanno affari con funzionari cinesi che attuano la legge repressiva su Hong Kong.

La partenza europea è stata perciò positiva ed ha preso ulteriore slancio nel pomeriggio, quando è arrivata la notizia che Apple ha battuto in tribunale la Commissione Europea e sono arrivati i risultati della trimestrale di Goldman Sachs. La Corte di Giustizia UE ha accolto il ricorso congiunto del colosso tecnologico USA e dell’Irlanda contro la maxi-sanzione fiscale da 13 miliardi di euro che la commissione UE aveva ordinato qualche tempo fa ad Apple di pagare all’Irlanda (che ha fatto ricorso anch’essa contro il provvedimento!!!). Un sonoro ceffone alla velleità europea e in particolare della coriacea commissaria antitrust Vestager di ricondurre i colossi tecnologici a comportamenti fiscali più disciplinati ed un avviso sulle difficoltà che la UE avrà nel suo tentativo di uniformare i sistemi fiscali dei vari paesi dell’Unione, dove albergano piccoli e grandi paradisi fiscali, e dove il dumping fiscale sarà difficile da smantellare, per la gioia dei colossi tecnologici che lì fanno arrivare i loro incassi esentasse.

Goldman Sachs invece ha mostrato ricavi ed utili in crescita ed ampiamente migliori delle stime degli analisti, per merito delle laute commissioni sugli investimenti della clientela e dei profitti sul trading proprietario. La notizia non deve sorprendere, poiché con i mercati in piena bolla e gli investitori contagiati dal virus dell’avidità, le banche dai investimento come Goldman Sachs non possono che ingrassare.

Ma ovviamente i mercati hanno finto sorpresa per portarsi nuovamente al test della resistenza che ho indicato all’inizio del commento, testata e di poco superata nelle prime battute della seduta. Ma la spallata non è stata sufficiente e dopo poco più di un’ora SP500 era nuovamente sotto.

Ciò non ha impedito allo slancio europeo di fruttare un deciso rialzo. Eurostoxx50 (+1,71%) si è portato anch’esso sulla resistenza del 8 giugno poco sotto 3.400. Il Dax tedesco (+1,84%) ha addirittura chiuso, seppure di poco, al di sopra dei suoi massimi di giugno di 12.913. Anche il nostro Ftse-Mib (+2,02%) si è avvicinato fino ad un soffio dai suoi massimi di giugno di 20.399.

Evidentemente in Europa si scommetteva sul fatto che SP500, preso un po’ di fiato, ritentasse con successo lo sfondamento della sua resistenza, che avrebbe consentito stamane un’altra giornata memorabile.

Invece Wall Street ha cominciato a tergiversare. Il guru antivirus americano Fauci ha gettato acqua sul fuoco dell’entusiasmo sul vaccino, dichiarando che per lui ci vorrà ancora più di un anno per averlo. I numeri sui contagi in USA continuano a salire e provocano provvedimenti restrittivi in diversi stati. La ripresa della battaglia di Trump contro la Cina un po’ di preoccupazione la desta. Insomma: un secondo tentativo di tornare a sfondare la resistenza è stato fatto, ma senza troppa convinzione e, dato che sul Nasdaq100 l’entusiasmo pare un po’ scemato, il mercato USA è andato a chiudere sotto i massimi di seduta e sotto la resistenza, ancora una volta. SP500 ha chiuso a 3.226 (+0,91%) ed il Nasdaq100 solo +0.11% lontano dai massimi di lunedì.

Un po’ per queste incertezze, un po’ per l’appesantimento degli indici cinesi, che stamane stanno chiudendo la seduta con perdite di circa -4%, che annullano una bella fetta del forte balzo delle scorse settimane, la seduta odierna non si presenta molto facile e forse si dovrà ancora rinviare lo scavalcamento definitivo dei massimi di giugno.

I cinesi stanno dando l’esempio che, quando si corre sulle aspettative, bisogna poi prendere profitto quando arrivano le buone notizie. Nella notte è arrivata per loro una crescita del PIL del 2° trimestre del +11,5% dopo il calo del -9,8% del primo. Le attese erano per un recupero del +9,6% e la performance ottenuta pare ottima, dato che porta la Cina al di sopra di dove era prima del lockdown. 

Ci sarebbe da festeggiare, ma i cinesi l’hanno già fatto a priori ed oggi reagiscono con una sventagliata di prese di beneficio.

Considerando che anche gli indici occidentali hanno anticipato la festa per una ripresa che da noi si deve ancora manifestare, magari oggi qualcuno anticiperà le prese di profitto. Oppure, testardamente, si continuerà a salire fino a quando il PIL non farà vedere la ripresa anche in occidente.