Le principali borse internazionali sembrano cambiare intonazione verso un trend ribassista, la prima preoccupazione è ora la crescita, che non potrà più essere sostenuta producendo nuovo debito forse nemmeno negli USA visti anche gli scarsi riflessi della politica di Obama sull'economia, che cresce ad un ritmo non soddisfacente e soprattutto non in grado di riassorbire la disoccupazione, che diminuendo farebbe crescere maggiormente i consumi.La borsa americana finalmente riesce a chiudere con il segno più ma certo non si può parlare di rimbalzo, in una seduta dove l'S&P500 ha tra l'altro toccato dei minimi che non si vedevano dal dicembre 2010, il che vuol dire che per il momento tutto il rialzo dell'indice, con picco a maggio, è stato praticamente vanificato. Tornato abbondantemente sopra i 1245 punti ora dovrà tenere questo livello, al di sotto del quale la situazione si indebolirebbe parecchio, ed anche il trend di questo indice potrebbe rassomigliare a quello di piazza affari, che si trova in una situazione grafica francamente inguardabile che mi risparmio volentieri dal commentare.Come dicevo nell'introduzione, viene da chiedersi se un movimento di questa portata che ora non si limita più ai paesi periferici della UE che da tempo sono sotto pressione, ma investe tutte le principali piazze mondiali, non voglia dire che le prospettive sono particolarmente peggiorate e che le politiche di stimolo alla crescita attuate dai paesi dopo la crisi si siano rivelate un fallimento, avendo tra l'altro aggravato il problema del debito. Non vorrei che se ci fosse una nuova crisi globale, dopo il caso Lehman non iniziassero a finire in default interi paesi, certo tutti speriamo che questo non succeda, ma cosa succederebbe con una nuova recessione affrontata con questo forte debito, la volta scorsa tutto fu risolto facendo nuovo debito, ma temo che molti paesi ora non potrebbero, ed il rischio più grosso, per fortuna ancora remoto, è che i nuovi titoli tossici siano i titoli di stato non solo dei soliti piccoli paesi in difficoltà, ma di alcune tra le principali economie del mondo, il che travolgerebbe con un effetto domino devastante anche i paesi creditori che hanno investito nel debito di queste economie, cosa resterebbe alla fine? chi si salverebbe? Temo nessuno, ma questo, come dicevo, resta un rischio ancora remoto, speriamo però faccia riflettere su quanto sarebbe importante puntare gradualmente a ridurre i debiti sovrani degli stati.