Ristoranti: in arrivo 2.500 euro a fondo perduto

Una luce in fondo al tunnel per i ristoratori inizia a vedersi. Nonostante le difficoltà ancora vive per un comparto importante per l'economia italiana ed il made in Italy, le cogenti regole per un'esperienza a tavola in tutta sicurezza, ed un guadagno che potrebbe non coprire gli effetti di riduzione degli introiti dei mesi di lockdown e dei costi di sicurezza, la voglia degli italiani di vivere una nuova normalità ed un agosto vivace fanno ben sperare. A questo si aggiunte la novità introdotta nel dl di Agosto approvato dal Governo il 7 Agosto , che ha licenziato un fondo di 600 milioni per consentire ai ristoratori di ottenere un bonus da 2.500 euro per l'acquisto di prodotti della filiera alimentare italiana.

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Crisi profonda dei ristoratori che, nonostante un agosto in cui la voglia di viaggiare, di vacanza e di svago contagerà oltre 20 milioni di italiani, non riescono a ripartire. Il distanziamento sociale imposto anche all'interno dei ristoranti, l'obbligo di mantenimento del registro degli ospiti per 14 giorni, lo smart-working che ha tolto milioni di avventori delle tavole calde durante le pause pranzo di lavoro, hanno messo in ginocchio uno dei comparti più importanti non solo per il PIL italiano ma anche per il made in Italy. Ma il Governo con il dl Agosto ha licenziato un fondo di 600 milioni per consentire ai ristoratori di ottenere un bonus da 2.500 euro a fondo perduto per l'acquisto di prodotti della filiera alimentare italiana.

L'economia dei ristoranti

86 miliardi di euro, è il giro d’affari della ristorazione in Italia nel 2019 (il dato più alto in Europa dopo Regno Unito e Spagna), in forte crescita con 46 miliardi di euro di valore aggiunto, realizzato da 336.000 imprese, con oltre 56.000 gestite da under 35 ed una su tre con guida al femminile, per 1,2 milioni di posti di lavoro: sono i dati di sintesi del Rapporto Fipe sulla ristorazione italiana che misura i trend seguiti dai consumatori analizzando la sostenibilità, la territorialità e infine l’origine delle materie prime dei piatti nostrani. Con oltre 6 italiani su 10 che cenava fuori casa almeno una volta al mese, tutto il comparto andava avanti a vele spiegate, forti di una cultura gastronomica che riusciva ad accontentare tutti i palati. In questo caso il virus ha colpito forte più che mai visto che, quello della ristorazione, sarà uno degli ultimi settori a ripartire con tantissime incognite all’orizzonte. Un pranzo, una cena o semplicemente un caffè al bar sono momenti di aggregazione e convivialità che generalmente sfociano in un piacere goduto in compagnia. I dubbi del settore riguardano la capacità dei proprietari delle attività di offire un nuovo servizio di ristorazione che coniughi l'aspetto della sicurezza con la convivialità di una cena al ristorante. I guadagni potrebbero non recuperare i costi di gestione e i mesi di lockdown. Secondo i dati recenti del Centro Studi di Fipe, nonostante nel post-lockdown i fatturati siano leggermente in salita, ristoranti, bar e pizzerie continuano a soffrire economicamente l’impatto del Covid, con perdite del 40%. Sono soddisfatti di aver riaperto poco più di 6 imprenditori su 10, mentre cresce la percentuale di coloro che stimano di non poter più tornare ai livelli di attività pre-covid (68%). Rispetto a giugno, scende dal 22 al 18% la percentuale di chi valuta positivamente la situazione post-apertura.

Ma una luce inizia a vedersi.

Nella serata del 7 agosto 2020, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, in diretta tv, ha presentato il tanto atteso decreto di agosto pieno di misure per un totale di 25 miliardi di euro. Molte le novità fiscali rivolte soprattutto ad arginare la crisi dei consumi e di liquidità delle aziende dei settori maggiormente colpiti dalla crisi economica, seguita all’emergenza sanitaria del coronavirus e alle relative politiche di contenimento adottate dal nostro Paese.

Fra i tanti provvedimenti attesi, vi è anche quello del cosiddetto “bonus ristoranti”. Si tratta, sostanzialmente, di un contributo a fondo perduto a favore delle imprese di ristorazione per l’acquisto di prodotti agroalimentari italiani. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Ristoranti: un bonus a fondo perduto da 2.500 euro

Il bonus ristoranti, già annunciato negli scorsi giorni dalla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, è uno dei provvedimenti più attesi del decreto di agosto.

Durante l'elaborazione del provvedimento, nelle bozze che erano circolate si ipotizzava di un bonus "di filiera". Per connettere la filiera ristorazione-produttori, e dare ossigeno anche all’agricoltura, arrivava dalla ministra Bellanova la proposta di un bonus da 5.000 euro per ristoratori a fondo perduto. L’idea della ministra era di istituire un Fondo ad hoc dal valore di 1miliardo per un bonus di circa 5000 euro a fondo perduto diretto ai 180mila esercizi pubblici di ristorazione per l'acquisto di prodotti agroalimentari nazionali, al fine di garantire un'immediata iniezione di liquidità nel sistema e favorire i pagamenti delle prime settimane di riapertura e sostenere l'acquisto di prodotti italiani. 

Dopo diversi confronti, il DL Agosto licenziato dal Consiglioi dei Ministri prevede una rimodulazione dell'idea della Ministra Bellanova. Si tratta di un contributo, per un ammontare complessivo di 600 milioni, rispetto al miliardo ipotizzato, a fondo perduto per le aziende di ristorazione che, nel periodo tra marzo e giugno, hanno subito un calo di fatturato di almeno il 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il contributo può essere utilizzato esclusivamente per l’acquisto di prodotti agroalimentari italiani.

Una misura importante, che ho voluto con forza e che conferma la necessaria attenzione verso un settore che ritengo strategico e che è parte integrante della filiera agroalimentare. Oggi con il Bonus Filiera per i ristoranti abbiamo a disposizione risorse rilevanti e uno strumento che dà liquidità al sistema e ossigeno alle imprese. Strumento che considero un paradigma anche per altri settori perché dà risposte alle aziende della ristorazione e a chi vi lavora, sostiene l'agroalimentare italiano, alimenta un'alleanza con quei territori che puntano su ristorazione, enogastronomia di qualità, ospitalità di eccellenza. Ci eravamo impegnati nelle scorse settimane e abbiamo mantenuto la parola. Soprattutto investiamo risorse per tenere le imprese aperte e le persone al lavoro. Il modello da cui passa il rilancio è questo.

Positiva anche replica di Federcuochi.

Siamo grati alla ministra dell'agricoltura Teresa Bellanova e alla vice ministra dell'economia Laura Castelli per aver accolto la nostra proposta di un bonus a favore della ristorazione, finalmente una boccata d'ossigeno ad un intero comparto da troppi mesi sull'orlo del fallimento. E' il commento di Federcuochi. Il Bonus ristoranti - spiega il portavoce Alessandro Circiello, il portavoce - mette a disposizione risorse rilevanti e uno strumento che dà liquidità al sistema e ossigeno alle imprese. Le risorse a fondo perduto garantiscono la possibilità immediata per i ristoratori di acquistare prodotti dalle aziende agricole, agroalimentari, della pesca.

 Bonus a fondo perduto ristoratori: cosa è

Il bonus ha uno scopo ben preciso. Oltre a far ripartire il settore ristorazione, si pone come obiettivo quello di non ridimensionare l'economia agricola, vinicola, zootecnica che soffrono proprio perchè i loro prodotti non arrivano sulla tavola delle cucine degli chef per essere trasformati in piatti gourmet. Con questo bonus, i ristoratori potranno acquistare prodotti di filiere agricole, alimentari e vitivinicole da materia prima italiana.

Davanti ai dati problematici e all'allarme che anche in queste ultime ore il settore della ristorazione ha voluto confermare, con il rischio dimezzamento delle aziende e una perdita di migliaia di posti di lavoro, la misura approvata garantisce immediatezza ed efficacia, costruita apposta per garantire in modo semplice un aiuto alla ristorazione e alla filiera agroalimentare italiano, a partire dai prodotti DOP e IGP. Le risorse a fondo perduto garantiscono la possibilità immediata per i ristoratori di acquistare prodotti dalle aziende agricole, agroalimentari, della pesca e dell'acquacoltura soprattutto nei segmenti di eccellenza più colpiti dalla crisi. Diamo così ossigeno al mercato interno e contrastiamo lo spreco alimentare. Con un meccanismo semplicissimo: congruo anticipo al momento della domanda con presentazione dei documenti che attestano gli acquisti effettuati, e ancora non pagati dai ristoratori, saldo alla presentazione di quanto necessario a certificare l'acquisto attraverso modalità di pagamento tracciabili. Trasparenza e sicurezza sono i nostri fari nella spesa delle risorse pubbliche.

Per avere ulteriori dettagli di questa misura, bisognerà attendere la lettura dei testi definitivi del decreto di agosto.

Ad ogni modo, il contributo minimo dovrebbe essere di 2.500 euro e sarà erogato in 2 fasi, il 90% anticipato al momento dell’accettazione della domanda.

No al bonus ristoranti ma si al cashback

Nelle prime bozze circolate si paventava l'ipotesi, per rilanciare il settore della ristorazione, di inserire un bonus nella misura di un rimborso del 20% del conto a tavola a chi avrebbe pagato con sistemi elettronici (carte di credito e simili). Quella misura è saltata ma è stata introdotto il cashback. Questa norma, sul bonus da 2.000 per chi usa la carta di credito, entrerà in vigore il 1° dicembre 2020. Darà la possibilità di ottenere un rimborso in denaro a chi deciderà di utilizzare la moneta elettronica invece dei contanti per acquistare beni o servizi. Il decreto legge varato dall’esecutivo riprende quanto disposto dall’ultima legge di Bilancio sugli incentivi a chi effettua i pagamenti tracciabili abbandonando il cash. Il premier, Giuseppe Conte, parla di un bonus fino a 2mila euro, ma si dovrà attendere il decreto ministeriale per conoscere nel dettaglio le forme di adesione volontaria e i criteri per l’attribuzione del rimborso. Sono stati stanziati 1,75 miliardi di euro, che si vanno ad aggiungere ai 3 miliardi previsti per il 2022. Si tratta di un sistema a punti che ha l'obiettivo di incentivare l'utilizzo dei pagamenti cashless (quindi senza contante): in pratica, una parte dei pagamenti effettuati con carta di credito o bancomat, ma si pensa anche a strumenti più innovativi con le tecnologie NFC (come Apple Pay o Samnsung Pay) verranno restituiti.

Sarà, come dice il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, un meccanismo a punti, non di sconti, che consente di cumulare il vantaggio di un certo numero di transazioni per avere indietro risorse che posono variare a seconda del numero di transazioni, potranno beneficiarne tutti i consumatori italiani e consentirà di avere questi rimborsi in tranche semestrali prima delle vacanze e poi dell'anno successivo. I dettagli, in ogni caso, dovranno essere stabiliti nei prossimi mesi.

Dunque la ristorazione potrà contare su un bonus a fondo perduto di almento 2.500 euro per comprare prodotti della filiera alimentare italiana, e nello stesso tempo vedere una maggior presenza degli italiani a tavola, presi per la gola sia per il "made in Italy culinario" che per la possibilità di vedersi restituito una parte del conto se il pagamento verrà fatto mediante carte di credito, bancomato o sistemi innovativi.