Il 2020 sarà l’anno di Samsung? Per il mercato la risposta è sì

Gli analisti prevedono un rimbalzo del titolo fino al 40% perché Samsung, oltre agli smartphone, ha chip e 5G in cui conquistare la leadership.

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Il flop del Galaxy Note 7 è un lontano ricordo e i problemi di Samsung Electronics degli ultimi anni, tra calo della domanda di chip e guerra commerciale Washington-Pechino, sembrano essere davvero alle spalle. E il mercato scommette sul rimbalzo del titolo del big dell'elettronica di consumo (e non solo) a Seoul. In media, secondo i dati di Refinitiv citati dalla Cnbc, gli analisti prevedono un apprezzamento in Borsa del 20% nei prossimi 12 mesi. Per Sk Kim, di Daiwa Capital Markets, il balzo potrebbe essere invece del 40% e l'analista ha alzato il prezzo obiettivo da 82.000 a 85.000 won. Samsung ha chiuso l'ultima seduta dell'ottava in declino dello 0,34% a 59.000 won di valore.

Non solo Apple. La vera battaglia di Samsung è nei chip

Il dualismo con Apple (di cui per altro Samsung è storicamente fornitore di componentistica) è solo la punta dell'iceberg. Vero che tra i fattori rialzisti citati dagli analisti ci sono anche i terminali mobili, di cui il gruppo di Suwon vuole riprendere saldamente il controllo dell'innovazione scommettendo tra l'altro sugli smartphone pieghevoli, ma le sorprese migliori possono arrivare da altrove. In primis dai chip. Non tutti sanno che Samsung è tra i principali produttori di semiconduttori conto terzi. Suoi competitor sono Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (Tsmc) e Semiconductor Manufacturing International Corporation (Smic). Quest'ultima, però, rischia di fare la fine di Huawei Technologies. Nei giorni scorsi Washington ha dichiarato di considerare l'inserimento di Smic nella cosiddetta Entity List dello U.S. Deparment of Commerce (DoC, il ministero del Commercio Usa), a causa della collaborazione della società con l'apparato militare di Pechino. E a beneficiarne, oltre a Tsmc sarebbe proprio Samsung.

Intel rallenta? E i sudcoreani accelerano. Anche sul 5G

Restando in ambito di chip, altro fattore favorevole a Samsung è la crisi di Intel. Il numero uno mondiale del settore aveva anticipato in luglio di essere in ritardo (di almeno sei mesi) nell'introduzione dei nuovi a chip con tecnologia a 7 nanometri (già commercializzati dalla storica rivale Amd). Intel starebbe considerando di dare in outsourcing la produzione di chip. A chi? Samsung è pronta. In tema di blacklist, invece, emerge un altro segmento che potrebbe rilanciare ulteriormente Samsung, quello delle infrastrutture di rete. Sbarrata la porta a Huawei dagli Usa, e da un numero sempre più cospicuo di alleati di Washington, il business se lo gestiscono di fatto Nokia ed Ericsson. E Samsung, che proprio nei giorni scorsi ha comunicato di avere ottenuto una commessa del valore di 6,64 miliardi di dollari per la fornitura di soluzioni di comunicazione wireless per Verizon.