Lo scandalo non sono i furbetti, lo scandalo è l’Inps

Il video di oggi potrà stupirvi, ma sapete che sono in grado di dire solo ciò che penso e quando qualcosa … non mi quadra … ebbene non riesco ad uniformarmi.

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Il video di oggi potrà stupirvi, ma sapete che sono in grado di dire solo ciò che penso e quando qualcosa … non mi quadra … ebbene non riesco ad uniformarmi.

Io invito tutti voi a non perdere mai il vostro senso critico.  Vi metto in guardia in particolare nei riguardi di due aspetti fondamentali della comunicazione.

Il primo. Tutti voi sapete che il nostro attuale Governo, ma l’establishment in genere, vi raccontano sempre e solo frottole e allora perché improvvisamente dovrebbero diventare obiettivi e dirvi verità?

Il secondo. Vi chiedo, qual è il luogo comune più luogo comune che ci sia riguardo ai politici? Beh mi rispondereste tutti all’unisono: I politici sono tutti ladri.

Certo, ma avete mai pensato a chi fa comodo questa affermazione? A chi fa comodo che diventi, appunto, un luogo comune? Ossia che venga accettata da tutti come una verità?

Se ci pensate un attimo la risposta è semplice, fa comodo  …

Ai politici ladri.

Eh certo, è ai politici ladri che fa comodo che la gente pensi che i politici siano tutti ladri, perché naturalmente i politici ladri anziché essere additati al pubblico ludibrio, così vengono uniformati ai politici onesti.

E quindi dopo avervi messo in guardia nei confronti dell’informazione mainstream e dei luoghi comuni che spesso, per non dire sempre, sono fuorvianti, passo ad analizzare ciò che è accaduto.

Il nostro Governo incalzato da una situazione economica che stava diventando drammatica prende alcune misure, mai assunte in passato, estende infatti la cassa integrazione a tutti i lavoratori dipendenti e delibera un … chiamiamolo bonus di 600 euro per le partite Iva. 

Lasciamo stare il fatto che 600 euro sia un aiuto del tutto insufficiente per coloro che sono venuti a trovarsi in drammatiche situazioni economiche causa corona virus, accantoniamo questo aspetto e valutiamo solo un’altra caratteristica di quel bonus.

Viene approvata una legge che non impone ci siano condizioni o vincoli per l’erogazione del bonus, ossia il bonus deve essere erogato a tutti coloro che hanno una partita Iva ed ovviamente che ne facciano richiesta.

Quindi nessun vincolo, se non possedere una partita Iva attiva, nient’altro.

Oggi molti criticano quella scelta, soprattutto dall’opposizione si critica aspramente che non siano stati messi dei paletti a quella norma, permettendo quindi a chiunque avesse una partita Iva di beneficiare del bonus nonostante, ad esempio, non avesse avuto seri danni dal lockdown e nonostante potesse comunque risultare una persona abbiente, se non addirittura facoltosa.

Ebbene vi potrà sembrare strano, ma, una volta tanto … io invece ero d’accordo con il Governo e per due motivi. 

In primis perché qualsiasi vincolo, come quasi sempre avviene in Italia, avrebbe penalizzato gli onesti, come ben sappiamo. 

Ma soprattutto concordavo con il Governo perché occorreva fare in fretta, c’erano milioni di persone sull’orlo della disperazione e lacci e lacciuoli alla legge avrebbero rallentato l’erogazione e soprattutto avrebbero permesso all’Inps di giustificare eventuali ritardi nell’erogazione.

Gli aiuti alla popolazione arrivavano già con colpevole ritardo, non era proprio il caso di procrastinare ancora l’erogazione dei fondi.

Qual era il rischio? Quello di dare i 600 euro anche a qualche miliardario con partita Iva che ne avrebbe fatto richiesta? E vabbé dov’era il problema? Il beneficio, ovvero erogare immediatamente 600 euro a milioni di persone quasi disperate per la situazione che si stava facendo sempre più drammatica non era nemmeno paragonabile al rischio di poter erogare anche qualche migliaio di euro a qualche miliardario “straccione”.

Chiariamolo e diciamolo senza tema di smentita, senza alcun dubbio le partite Iva sono i lavoratori che hanno subito e stanno subendo i maggiori danni dall’avvento del Covid-19, e sono anche stati coloro che hanno avuto meno aiuti di tutti.

Non possiamo così correre il rischio che con questa storia dei furbetti si voglia far credere, da parte del Governo, che se le partite Iva non hanno avuto ciò che gli spettava è colpa di qualche “furbetto” che se l’è intascata al posto suo. Gli aiuti ai lavoratori autonomi da parte del Governo, anche quelli arrivati, sono state briciole, quasi elemosine, soprattutto in confronto a quanto fatto da altri Paesi. Questo sia ben chiaro!

Ma andiamo avanti con ordine.

Se la fretta aveva consigliato giustamente al Governo di erogare il bonus dei 600 euro … a pioggia e così anche il mese successivo, ebbene dopo due mesi, non dico passata l’emergenza, visto che l’emergenza non è tutt’ora passata, ma insomma dopo due erogazione il Governo, ed anche in questo caso sottolineo giustamente (sto bene non è il caldo che improvvisamente mi ha dato alla testa, è vero ho dato per due volte ragione al Governo, ma, vedrete nel proseguo del video che torno ad essere io). 

Comunque, dicevo, dopo due erogazioni “a pioggia” di 600 euro il Governo ha deciso di aumentare a mille euro, ma ponendo dei vincoli, se non mi sbaglio occorreva dimostrare che nel mese di aprile del 2020 si era incassato il 30% di meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

Comunque, questi sono i fatti.

Ok oggi siamo ad agosto, sono passati mesi da quei fatti e manca un mese ad importanti elezioni regionali. Ed improvvisamente esce una notizia che occupa le prime pagine dei media di regime.

L’Inps rende noto che cinque parlamentari hanno fatto richiesta e ricevuto il bonus da 600 euro.

Scandalo!!! Torna sulle prime pagine dei giornali un termine che da un po’ non si sentiva … la casta!

Ed allora, cari ascoltatori, fate attenzione, non fatevi prendere per i fondelli, ragionate e soprattutto ponetevi degli interrogativi.

Per ricevere i 600 euro era sufficiente comunicare la propria partiva Iva ed il proprio Iban, non servivano altre formalità, quindi da parte dell’Inps l’unico controllo che doveva effettuare era che il numero di partita Iva fosse corretto ed ancora in essere.

Cosa che sarà stata ovviamente fatta all’atto dell’erogazione visto che era una verifica praticamente immediata. Quindi ora chiedetevi. Perché ora l’INPS è andata a vedere a chi sono stati erogati i 600 euro?

Che necessità aveva l’INPS di vedere a chi sono stati erogati i 600 euro? 

L’INPS oltre a controllare a quanti parlamentari è stato erogato il contributo ha perso tempo, risorse e, insomma, ha sprecato soldi pubblici per controllare anche a quanti camionisti, quanti idraulici, quanti ristoratori, quanti negozianti, quanti avvocati, quanti consulenti finanziari, quanti elettricisti, ecc. ecc. sono andati i 600 euro?

E se lo ha fatto … A che pro? Perché quei controlli? Sono controlli inutili, perché, ripeto, non c’erano vincoli da rispettare per vedersi riconosciuto il bonus, bastava e lo sto ripetendo per l’ennesima volta, bastava avere la Partita Iva, quindi nessuno poteva aver violato la legge!

Queste domande ve le siete poste?

E poi, guardate, l’INPS non ci rende noto a quanti camionisti, quanti idraulici, quanti ristoratori, quanti negozianti, quanti avvocati, quanti consulenti finanziari, quanti elettricisti, ecc. ecc. siano andati i 600 euro.

No!!! Ci rende solo noto a quanti parlamentari sia andato il bonus oltre ad un numero imprecisato di persone a vario titolo impegnati in politica.

Ma le domande da porsi non sono finite.

L’INPS ci dice che sono cinque i Parlamentari, ma non può rendere noti i nomi per la legge sulla Privacy. Bene, d’accordo, corretto c’è la legge sulla privacy ed allora non debbono essere identificati.

Però dall’INPS cosa trapela? Che sono tre della Lega uno del Movimento 5 stelle ed uno di Italia Viva.

Ma capite? Allora esiste la Privacy o no? Dire di che partito sono non lede la legge sulla privacy? Tra un poco cosa ci diranno? Che una è femmina, che uno è calvo, che un altro porta gli occhiali?

Non sto prendendovi in giro vi sto solo mettendo in guardia ponendo delle domande.

Ma ora arrivo all’aspetto ancora più inquietante.

Chi ci assicura che sia vero che 5 parlamentari abbiano richiesto il bonus di 600 euro? E chi ci assicura che 3 siano della Lega 1 del M5S ed uno di Italia Viva? Ed ancora e soprattutto, chi ci assicura che non ce ne siano altri di altri partiti che abbiano fatto la stessa cosa?

Quei dati, ossia i circa 3,5 milioni (almeno così sembra) di cittadini che hanno ricevuto il bonus di 600 euro quell’elenco di persone ce l’ha soltanto l’INPS!!!

Voi vi fidate dell’INPS? Io sì, però, per fugare ogni dubbio io chiedo all’Inps di rendere pubblico il nome di tutti coloro che hanno ricevuto il bonus, il nome di tutte quei 3,5 milioni  così potremo stabilire quanti e quali parlamentari hanno fatto richiesta del bonus.

Certo so anche che la mia richiesta è retorica, c’è la legge sulla Privacy mi risponderebbe l’INPS non possiamo rendere pubblici quei nomi, ok ed allora perché tirar fuori la storia dei parlamentari e soprattutto il loro partito di appartenenza?

Ma c’è un’ultima annotazione, la più inquietante!

Ricordate come era stato aspramente criticato il Presidente dell’INPS Pasquale Tridico???

A chiederne a gran voce le dimissioni sono stati in particolare Salvini e Renzi. Ricordiamo tutti che nello scorso mese di giugno dopo un’uscita perlomeno infelice di Tridico “Gli imprenditori italiani che non riaprono sono pigri” Salvini aveva risposto con veemenza al Presidente dell’Inps con un perentorio “sciacquati la bocca”. Ed a mio avviso il leader della Lega era stato persino gentile.

Peggio ancora Renzi, queste le testuali parole ad una intervista a Repubblica.

Domanda:

Conte ha richiamato il presidente dell'Inps, Tridico.

Matteo Renzi risponde:

Tridico è stato un disastro. Ha sbagliato persino sui bonus agli autonomi, dando la colpa agli hacker, sulla cassa integrazione,  non dovrebbe essere richiamato, dovrebbe essere licenziato.

Non aggiungo altro.

Vi dico solo … meditate gente, meditate …