Scuole chiuse: nuovo DPCM, tutti a casa. Ecco la verità

Scuole chiuse: un incubo che accompagna i genitori da mesi. In bilico tra la tutela della salute dei propri figli e la paura di vedersi catapultati in un nuovo lockdown scolastico, si aggrava per alcuni la situazione già precaria. Facciamo luce, allora, su quali regioni hanno adottato una DAD al 100%.

Image

Scuole chiuse, si torna a parlare di tenere i ragazzi a casa. Il premier Giuseppe Conte annuncia la chiusura delle scuole ma non ovunque e non per tutti. Nell'attuale suddivisione del paese in zone rosse, arancioni e gialle il caos è assicurato. Intervengono inoltre le autonomie regionale nel decidere se mantenere o meno le scuole aperte.

Nel Lazio ad esempio, c'è Zingaretti, presidente della regione, che preme già da qualche settimana per procedere con un definitivo e totale lockdown della didattica per almeno 1 mese. Osteggiato dalla ministra Azzolina, sembra per ora rinunciare. Ma con il nuovo DPCM potrebbe ottenere il benestare che è mancato finora.

Servirà un po' di tempo e tanta pazienza per capire a cosa noi e i nostri figli andremo incontro, con le scuole chiuse totalmente in alcune zone ci si chiede come conciliare lavoro e figli minori a casa, un problema non da poco per chi non può usufruire dello smartworking.

Ma se la scuola chiude per quarantena? Allora i problemi aumentano. Si perché la procedura vuole che per il "libera tutti", si devono attendere gli esiti dei tampini molecolari che però in alcune città arrivano dopo giorni. Nel frattempo i genitori con i figli a casa non possono ricevere dal medico curante il certificato di quarantena fiduciaria e sono costretti a richiedere permessi e benefit che però finiscono velocemente.

Capiamo allora quale situazione si creerà dal 6 novembre, entrata in vigore del nuovo DPCM, e come comportarci per non rischiare il lavoro.

Scuole chiuse e nuovo DPCM

Annunciato almeno 100 volte arriva l'annuncio delle scuole chiuse. Ma la misura non è valida in tutte le regioni e non per tutti gli ordini. Ci sono però le regioni che terrorizzate da un sovraccarico del sistema sanitario interno temono che il proseguimento della didattica in presenza, faccia crollare le già marginali difese sanitarie.

Ma cosa viene stabilito nel nuovo DPCM di Conte, in vigore dal 6 novembre, per le scuole? Vediamo nel dettaglio, cercando di capire. Prima di proseguire è bene specificare quali regioni rientrano nelle 3 aree, in cui è stato suddiviso il paese in base al rischio di contagio.

Zona rossa: rientrano nella zona maggiormente penalizzata, le regioni Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d'Aosta. Qui dal 6 novembre è vietato ogni spostamento dal proprio comune in qualsiasi orario. Salvo comprovate esigenze di lavoro o di salute. Chiusura totale di bar e ristoranti tutti i giorni in qualsiasi orario, concesso solo asporto fino alle h 22. Aperti solo negozio alimentari e di prima necessità come farmacie e parafarmacie. Scuole chiuse, tranne elementari e prima media. Chiuse attività sportive, musei e mostre.

Zona arancione: a metà tra molto pericolose e non pericolose solo Puglia e Sicilia. Qui il coprifuoco sarà dalle 22 alle 5 del mattino. Vietato entrare ed uscire da una regione all'altra e da un comune all'altro, sempre salvo comprovate esigenze lavorative o di salute. Tutti chiusi in qualsiasi orario bar e ristoranti. Chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi, tranne attività di prima necessità come farmacie, edicole, alimentari e tabacchi. Chiusura musei e mostre. Scuole chiuse solo per superiori ed università. Riduzione del trasporto pubblico al 50% e chiusura di piscine, palestre, teatri, cinema. Aperti i centri sportivi.

Zona gialla: rientrano Veneto e Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Sardegna, Marche, Molise, Abruzzo, Lazio, Campania, Basilicata. Qui le misure di contenimento del virus sono più miti, finché la situazione rimane stabile, ma nel caso si dovesse registrare un peggioramento si passerà la regione interessata a zona arancione con conseguente adozione di misure più restrittive. Qui le scuole chiuse sono solo le superiori. Le altre misure sono le stesse della zona arancione, fatta eccezione per bar e ristoranti che possono invece rimanere aperti fino alle h 18.

Su tutto il territorio nazionale invece la scuole chiuse sono le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado. Che dovranno svolgere il 100% delle attività tramite il ricorso alla didattica digitale integrata.

Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.

Misura nuova introdotta per le scuole che continueranno la didattica in presenza, è l'obbligo della mascherina anche se in posizione statica, ovvero mascherina indossata sempre, anche se si è al banco.

Scuole chiuse in Campania

Le nuove disposizione hanno valore nazionale, ma alle regioni è riconosciuta la possibilità di operare con misure restrittive più ingenti laddove ci sia un pericolo di contagio maggiore. Così la Campania, anche se non rientra tra le zone rosse, continua a tenere le scuole chiuse, anche se a ben vedere la situazione non sia grave come in altre regioni.

Già nelle scorse settimane ci eravamo occupati del problema della scuola, evidenziando come ci fossero diverse correnti di pensiero, motivate da altrettanto diverse ragioni.

De Luca, il governatore della regione Campania,  tiene duro e non sembra intenzionato a cedere alle richieste di genitori, studenti ed insegnanti di riaprire le scuole. In totale disaccordo con il Miur, il governatore campano ha chiuso le scuole per timore delle ricadute di contagi fuori controllo sulla sanità regionale.

Fermo sulle proprie decisioni, il governatore della Campania fa sapere che già da domani è possibile che verrà emessa un’ordinanza. Con la quale confermerà la chiusura delle scuole primarie e secondarie, secondo quanto già previsto dall’ordinanza firmata lo scorso 30 ottobre.

Pur essendo inserita nella zona “gialla”, secondo quanto comunicato stasera dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la Campania manterrà la chiusura delle scuole, non prevista per le regioni nella stessa area di rischio.

Scuole chiuse in Puglia

La regione Puglia rientra nella zona arancione, per cui la chiusura delle scuole è prevista solo per i ragazzi delle superiori, fatti salvi i casi in cui ci siano necessità di didattica in presenza.

Anche Emiliano, governatore della regione Puglia, come De Luca, aveva provveduto a tenere le scuole chiuse, di ogni ordine e grado, già da qualche settimana.

In Puglia quindi le scuole chiuse erano tutte: elementari, medie e superiori, con un annuncio in televisione del presidente della Regione, Michele Emiliano.  La decisione di chiudere le scuole è del professor Pierluigi Lopalco, l'epidemiologo nuovo assessore regionale alla Sanità in Puglia.

La scelta, dunque, si muove su basi scientifiche, hanno spiegato. O meglio, tecniche. Il sistema di tracciamento in Puglia è, come in molte altre regioni, saltato. Questo mette in allarme le amministrazioni che temono una ricaduta di casi sulla Sanità, che non sempre è pronta ad accogliere numeri importanti.

Alla luce delle nuove indicazioni si è creato un braccio di ferro tra governo e regione, che inizialmente aveva dichiarato che anche se non convinta, avrebbe seguito le direttive nazionali riaprendo le scuole dell'infanzia, elementari e medie. Salvo poi fare dietro front poche ore dopo e confermare le scuole chiuse al 100%. La Puglia quindi mantiene le scuole chiuse, di ogni ordine e grado.

Scuole chiuse e ancora smartworking per i genitori

Li dove le scuole sono chiuse, i genitori saranno di nuovo costretti a richiedere smartworking e congedi straordinari.

Con le scuole chiuse, si registra una sicura impennata di ricorsi a cassa integrazione, permessi e congedi straordinari ed un ritorno allo smartworking.

Come è regolarizzata la posizione lavorativa dei genitori con figli under 14 costretti a  casa per via delle scuole chiuse?

Con diversi decreti si è concesso ai genitori con figli under 14  a casa, per quarantena o per scuole chiuse, di ricorrere al congedo straordinario solo nel caso in cui non sia applicabile la soluzione di lavoro da remoto.

Emerge, subito, una frattura: la richiesta del lavoro agile al proprio datore di lavoro non viene definita quale diritto del lavoratore, ma come mera possibilità che dovrà essere avallata dall’azienda per potersi realizzare. La mancata condivisione, da parte del datore di lavoro, comporterà la non ammissione al beneficio.

Ricorrendo al lavoro da casa lo stipendio non subirebbe riduzioni, mentre nel caso di ricorso al congedo straordinario viene garantita una retribuzione pari al 50% (non 30% come per quello ordinario). Si potrà richiedere il congedo ad ore. L’indennità sarà calcolata secondo quanto previsto per il congedo di maternità. Inoltre, i periodi di congedo saranno coperti da contribuzione figurativa.

Il governo promette nuovi aiuti ed incentivi per lo smartworking, ed invita aziende ed imprenditori a ricorrere a questo strumento laddove possibile.