Se questa è una ripresa

La crisi non è ancora finita e quindi è troppo presto per interrompere i piani di stimolo fiscale e la politica monetaria espansiva degli ultimi mesi. Di A.Tuor

La crisi non è ancora finita e quindi è troppo presto per interrompere i piani di stimolo fiscale e la politica monetaria espansiva degli ultimi mesi. Questo il verdetto di ministri delle Finanze e banchieri centrali riunitisi a Londra durante lo scorso fine settimana per preparare il vertice del G20 che si terrà a Pittsburgh il 24 e 25 settembre.Il giudizio è chiaro: vi è un miglioramento della situazione economica (anche abbozzi di ripresa), ma non si sa quanto sia solido e soprattutto quanto sia sostenibile nel tempo. Insomma, permane un forte timore di una nuova caduta in recessione dell’economia mondiale, che addirittura potrebbe diventare una certezza se le banche centrali dovessero cominciare a chiudere i cordoni monetari.Le conclusioni delle autorità monetarie e politiche appaiono assolutamente condivisibili. Banche centrali e governi sono riusciti ad evitare il peggio, ossia il collasso del sistema bancario. Sono pure riusciti a ripristinare, almeno in parte, il funzionamento del mercato dei capitali e a stabilizzare un’economia che all’inizio dell’anno era in caduta libera. Questi risultati, frutto di eccezionali misure di politica economica, non possono essere confusi con una ripresa economica sana e duratura, anche perché non è stato finora risolto nessuno dei problemi che hanno causato la crisi.In primo luogo, il sistema bancario non è stato risanato. I titoli tossici detenuti dalle banche sono apparentemente scomparsi nel nulla. In realtà sono ancora nascosti nelle pieghe dei bilanci bancari, ma nessuno ne parla, poiché non provocano più perdite miliardarie a causa del cambiamento delle regole contabili. Le banche centrali hanno inoltre inondato di liquidità il sistema bancario, risolvendo i problemi di rifinanziamento. Dopo aver rischiato il collasso solo pochi mesi fa, gli istituti bancari sembrano ora scoppiare di salute.