Smart Working 2022: lavoro da casa per sempre! La novità

Smart working da casa sempre più esteso nel 2022. Il lavoro agile diventa permanente per il settore pubblico e privato. Novità per i titolari di Legge 104.

Smart Working sotto i riflettori. Il mondo del lavoro si prepara ad una rivoluzione iniziata da gennaio.

Già sono state introdotte una serie di misure temporanee con la proroga dello Stato di Emergenza, il provvedimento giuridico con cui il Governo disciplina l’emergenza epidemiologica da Covid-19, fino al 31 marzo 2021, come disposto dal Consiglio dei Ministri.

Come diretta conseguenza del prolungamento della misura, è arrivata anche la proroga di una serie di agevolazioni concesse ai cittadini italiani, lavoratori in primis.

Innanzitutto, la possibilità di fare ricorso allo smart working da casa per i lavoratori del settore privato come misura dettata per motivi emergenziali, quindi a carattere temporaneo. Poi, la proroga fino al 28 febbraio 2022 del lavoro agile per i titolari di Legge 104.

In termini normativi, invece, lo smart working è disciplinato dalla Legge n. 81 del 2017, anche se solo in seguito alla pandemia da Covid-19 è entrato a far parte delle nostre vite poiché la sua adozione rende flessibile qualsiasi tipo di attività diversamente non esercitabile.

Ecco perché ultimamente si è fatta strada la necessità di rendere il lavoro agile da casa permanente, cioè regolato da contratto e riconosciuto per sempre dall’ordinamento italiano.

Maggiori informazioni su come lavorare bene in smart working le trovate nel video YouTube di Raffaele Gaito.

Un passo in avanti in tale direzione è già stato fatto. Come prima cosa, lo smart working da casa è recentemente diventato un diritto dei dipendenti pubblici, grazie alla modifica del contratto collettivo nazionale (CCNL), poi si è passati a regolamentare il lavoro da casa nei contratti di lavoro per il settore privato.

Insomma, non solo si prende coscienza della flessibilità offerta dalla modalità di lavoro in questione, ma se ne riconosce così tanto l’utilità da farlo entrare a regime sia nel comparto pubblico che privato, con apposita regolamentazione contrattuale.

Ma vediamo subito come lo smart working sta letteralmente prendendo piede in Italia, scindendo i provvedimenti temporanei in materia di lavoro da casa in vigore fino alla cessazione dello Stato di Emergenza disposto a causa dell’emergenza epidemiologica, da quelli a carattere permanente che renderanno il lavoro agile sempre accessibile.

Smart working 2022: per sempre per i dipendenti pubblici, ma a rotazione. La novità

Iniziamo la nostra disamina sulle novità 2022 inerenti lo smart working iniziando dal settore pubblico e dai cambiamenti apportati in modo definitivo al contratto collettivo nazionale.

In altre parole, affronteremo la questione analizzando le disposizione che disciplinano e introducono per sempre lo smart working nella Pubblica Amministrazione.

Su questo fronte, l’attesa è tutta per l’entrata in scena di un nuovo contratto collettivo nazionale che dovrebbe entrare in vigore nel mese in corso, offrendo permanentemente la possibilità, a coloro che svolgono un lavoro presso gli uffici pubblici, di accedere allo smart working a rotazione.

Una decisione che garantisce numerosi benefici ai lavoratori, purché ciò non si ripercuota negativamente sulla qualità dei servizi erogati al pubblico.

Insomma, non solo si potrà lavorare comodamente da casa, facendo ricordo allo smart working, ma ai lavoratori pubblici verranno riconosciuti gli stessi diritti e le stesse tutele del lavoro svolto in presenza.

Ma su cosa si concentrano le linee guida che regolano lo smart working nel settore della Pubblica Amministrazione? Innanzitutto, è fatto divieto al lavoratore di svolgere le mansioni d’ufficio a casa servendosi della propria dotazione tecnologica personale.

Pc, connessione internet, modem, stampanti e via dicendo dovranno essere forniti dallo stesso ufficio, il quale è chiamato a scegliere quali attività possono essere gestite tranquillamente tramite smart working e quali no.

Sul fronte tutele, come già detto, coloro che lavorano da casa potranno fare affidamento sulle stesse tutele riconosciute per il lavoro in presenza.

Ad esempio, rimane immutata la possibilità di disporre di un riposo di 11 ore tra due turni o di usufruire dei permessi di lavoro. In più, tutti potranno accedere allo smart working, indipendentemente del tipo di contratto di lavoro se full-time o part time, determinato o indeterminato.

L’unica eccezione riguarda gli straordinari. In riferimento ai lavoratori titolari di Legge 104, invece, oltre al lavoro da casa temporaneo, cioè quello introdotto per necessità emergenziali legate alla pandemia, potrebbe essere introdotto l’accesso permanente allo smart-working su preferenza.

Smart working: cosa cambia nel settore privato? Le ultime novità sempre in tema lavoro da casa

Considerate le modifiche apportate al CCNL per la Pubblica Amministrazione, non potevano essere tagliati fuori dal processo di rivoluzione digitale del lavoro i lavoratori privati. L’intento è di tutelarli grazie ad un nuovo protocollo contenente nuove disposizioni per garantire il lavoro agile anche per i lavoratori appartenenti al settore privato.

Anche in questo caso, chi lavora da casa in smart working deve deve essere tutelato al pari di chi lavora in presenza.

Per quanto concerne la dotazione tecnologia, nulla cambia rispetto al lavoro da casa svolto dai dipendenti della PA, cioè i dispositivi per espletare le mansione in modalità digitale devono essere forniti dal datore di lavoro.

La tipologia di attività da svolgere da casa dovrà, poi, risultare dal contratto e comunque dovrà riconoscere al lavoratore gli stessi diritti previsti per il lavoro in presenza, come le 11 ore di riposo tra un turno e l’altro.

Viceversa, come stabilito anche per i lavoratori del settore pubblico, da casa non si potranno svolgere gli straordinari.

Smart Working 2022: lavoro da casa nel settore privato? Con lo Stato di Emergenza fino al 31 marzo 2022

Analizzato come lo smart working viene integrato in maniera permanente nell’ordinamento italiano, sia nel settore pubblico che privato, vediamo ora quali sono le disposizioni temporanee che permettono di usufruire dello smart working fino alla cessazione dello Stato di Emergenza.

Partiamo col dire che il lavoro da casa sarà accessibile a tutti fino a tale scadenza.

Lo stesso Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha comunicato ufficialmente la validità dello Stato di Emergenza fino al 31 marzo 2022, unitamente alla procedura da seguire per inoltrare le comunicazioni per lo smart working.

Nello specifico, i lavoratori del settore privato dovranno semplicemente accedere alla piattaforma del Ministero e compilare i moduli richiesti, senza che sia necessario allegare agli stessi l’accordo di lavoro.

Smart working 2022: cosa cambia per i titolari di Legge 104?

Un importante passo in avanti è stato compiuto nei confronti dei disabili gravi o portatori di handicap titolari di Legge 104. A questi è riconosciuto il diritto a lavorare da casa in via temporanea, per il momento fino alla fine di febbraio 2022.

Se facciamo un salto indietro nel tempo, però, è facile notare come le tutele a favore dei titolari di Legge 104 in tempo di pandemia siano state molto più generose rispetto a quelle attuali. 

Basti pensare alla possibilità che è stata concessa agli stessi disabili gravi o portatori di handicap con Legge 104 di disporre di ben 12 giorni di permessi di lavoro retribuiti al mese, o suddivisi in ore, al posto dei soliti 3 giorni.

Tuttavia, tale provvedimento è stato varato in un momento particolarmente difficile per l’Italia, in cui le restrizioni erano ad alti livelli, del tutto lontane a quelle attualmente in vigore. Ecco spiegato il motivo per cui, con ogni probabilità, non verrà riconfermato nel 2022.

Diversamente, c’è speranza per l’allargamento dello smart working ai dipendenti della Pubblica amministrazione sempre per quanto concerne le tutele della Legge 104.

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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