SocGen si mette a dieta. Al via fusione con Crédit du Nord

La banca prevede la chiusura di 600 filiali (delle 2.100 complessive) entro il 2025. L'integrazione delle attività retail costerà fino a 800 milioni.

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Confermando le indiscrezioni del weekend di Les Echos, Société Générale (SocGen) ha annunciato l'approvazione del piano per l'integrazione delle sue attività nel retail bancario con quelle di Crédit du Nord (controllata all'80%). Il piano, anticipato lo scorso settembre, prevede che entro il 2025 a SocGen rimangano 1.500 filiali in Francia, delle 2.100 attuali. Il taglio di 600 filiali comporterà un costo stimato tra 700 e 800 milioni di euro (di cui il 70% nel corso del prossimo anno), ma anche sinergie per 350 milioni nel 2024 e per circa 450 milioni nel 2025. Nascerà una nuova entità al servizio di quasi 10 milioni di clienti.

Dallo scoppio della crisi settore bancario a dieta nella Ue

"L'ammontare delle sinergie previste dal management è in linea con le nostre aspettative ma i costi di ristrutturazione sono maggiori del previsto", hanno notato gli analisti di Ubs, secondo quanto riporta la Cnbc. Se la riduzione delle filiali può sembrare significativa è in realtà solo la punta dell'iceberg di un settore che si è messo a dieta sin dal 2008. Secondo i dati della European Banking Federation, infatti, nel decennio successivo allo scoppio della crisi finanziaria il comparto bancario ha visto scendere il numero complessivo delle filiali nella Ue da 238.000 a 174.000 e questo ben prima dell'arrivo del coronavirus e della rivoluzione che ha imposto al mercato del lavoro in senso più ampio.

L'effetto Covid-19 spinge SocGen a spingere su Boursorama

E proprio l'effetto Covid-19 spinge SocGen a puntare forte su Boursorama. La sussidiaria (Boursorama era stata acquisita da SocGen nel 2015) è già leader in Francia dei servizi bancari online, con oltre 2,5 milioni di clienti, ma ora punta a crescere significativamente. Scopo del nuovo piano strategico è infatti raggiungere quota 4 milioni di clienti per il 2023 e 4,5 milioni per il 2025. Gli investimenti significativi finalizzati a sostenere la crescita comporteranno una perdita cumulata di circa 230 milioni di euro da qui al 2023, con l'obiettivo, però, di segnare 100 milioni di utile nel 2024 e 200 milioni l'anno successivo.

(Raffaele Rovati)