Sovranismo ed anti europeismo

non mi piace il termine nazionalista, preferisco sovranista, ma anche questo termine ultimamente ha assunto connotati che non mi sono propri.

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Un video quello odierno che mi è stato “ispirato” da un ascoltatore, il Sig. Giovanni Tonon il quale mi ha scritto: Dott. Marcotti cosa pensa dell'articolo di Brunetta sull' Huffington Post di oggi 6 giugno?

Ebbene, neanche a farlo apposta avevo appena letto proprio quell’articolo e la coincidenza era curiosa. Stavo per rispondere all’ascoltatore, quando ho capito che era preferibile fare un intero video sull’argomento.

Vi chiederete: perché?

Ebbene perché potrei proprio partendo da questo articolo per cominciare ad esplicitare il mio pensiero in campo economico e monetario, ma ora mi spiego meglio.

Io non so definirmi. Dunque … non mi piace il termine nazionalista, preferisco sovranista, ma anche questo termine ultimamente ha assunto connotati che non mi sono propri.

Sono per una Italia unita perché sono convinto che l’Italia esiste, ed è anche facile da identificare, è quella penisola chiusa dalle Alpi alla quale aggiungerei non solo la Sicilia e la Sardegna, ma anche la Corsica. Certo ci sono territori di frontiera non propriamente italiani, tipicamente il Sud Tirolo, ma insomma, cosa sia l’Italia è chiaro.

Però sono anche un fautore del decentramento, dell’autonomia, perché ritengo che l’amministratore chiamiamolo di prossimità è più … diciamo … incentivato a svolgere bene il proprio incarico. 

Non nascondo poi che il più grande problema che ha l’Italia è la differenza dello sviluppo economico fra zone differenti, differenze sulle quali non stiamo a discutere in questo contesto.

Ebbene torniamo al sovranismo, perché mi sono definito così, ma ho anche aggiunto che questo termine ha assunto connotati che non mi sono propri? Perché il termine sovranismo ultimamente è stato contrapposto all’europeismo. Ossia il sovranista è un antieuropeista. Ebbene, che io sia antieuropeista è pacifico, ma questo è solo il punto di partenza.

Oddio è un punto di partenza importantissimo. Noi dobbiamo assolutamente abbandonare i vincoli europei. In primis e certamente l’assoluta priorità è l’abbandono della moneta unica, ma contemporaneamente dobbiamo lasciare anche l’Unione europea e tutti i suoi stramaledetti vincoli.

Certo abbandonare i vincoli europei, ma per fare cosa? Ed è qui che l’articolo che Brunetta ha scritto sul suo blog pubblicato sull’Huffington Post può essere interessante per ragionare su certe tematiche.

L’articolo è parecchio lungo, ma sapete che non amo, tagliare per non essere accusato di aver violato il senso dello stesso e per rispetto nei confronti dell’autore.

Partiamo dal titolo: Toh, i sovranisti d'Italia cederebbero la sovranità alle banche.

Brunetta parlando di Banche si riferisce in particolare alle Banche Centrali e si capisce subito il taglio polemico che egli intende dare all’articolo dal … chiamiamolo sottopancia

Considerano la Bce come panacea di tutti i mali, la teorizzano sottomessa ai governi nazionali. Una tesi che accomuna sovranisti di destra e di sinistra, che porterebbe alla fine del libero mercato e della democrazia.

La parte iniziale dell’articolo è molto importante, vale la pena di leggerla:

La nuova frontiera del pensiero dell’intellighenzia sovranista è quella di credere che l’unica istituzione che possa risolvere la crisi finanziaria senza precedenti nella quale l’Italia (ma non solo, perché un ragionamento analogo è fatto anche in altri paesi del mondo, come Stati Uniti e Regno Unito) è piombata sia la Banca Centrale Europea o le altre banche centrali e che l’unico strumento, esaustivo, totalizzante, in grado di farlo, sia la politica monetaria ultraespansiva che esse, banche centrali, possono mettere in atto.

Una tale “teoria sovranista” è tanto semplice, quanto pericolosa. 

Quindi per Brunetta è anche pericolosa, vediamo il perché.

Nel caso europeo, la politica di acquisto illimitato di titoli di Stato da parte di Francoforte, meglio nota con il termine di Quantitative Easing, sarebbe sufficiente, sempre a detta dei sovranisti, per garantire tutte quelle risorse finanziarie di cui le economie europee hanno bisogno per finanziare il loro piano di ricostruzione e di rilancio. Il perché è molto semplice. Se gli Stati hanno bisogno di denaro, il Tesoro emette una quantità illimitata di titoli di Stato, gli investitori (finché hanno risorse) acquisteranno i titoli sul mercato primario (alle aste), per poi rivenderli alla Bce sul mercato secondario (transazioni tra investitori). 

Attenzione ora:

Se la banca centrale è disposta a fare una operazione del genere (in pratica una monetizzazione del debito indiretta), perché chiedere aiuti finanziari (loans) all’Unione Europea, attraverso strumenti più o meno condizionanti come il Mes, la Bei, il Sure o il Recovery Plan? Meglio emettere bond finché si può, e decidere in piena autonomia come spenderne i proventi, senza condizionamento alcuno da parte dell’Europa. Questa l’idea. Questa è la teoria.

L’idea, dunque, della Banca Centrale (delle banche centrali) vista come panacea di tutti i mali, una variante dell’helicopter money in quantità illimitata, dei prestiti gratis: un’idea del genere è senz’altro affascinante e allettante. E nella sua semplicità, convincente. Almeno quanto lo era l’idea che tutti i soggetti fossero uguali, che la società non dovesse avere né classi sociali né padroni, come nella cultura e nella prassi dell’Unione Sovietica per larga parte del secolo scorso. Cultura e prassi alla quale centinaia di milioni di individui hanno creduto (e in parte ancora credono in alcune parti del mondo). Sappiamo poi bene come è finita. Dittature, uomini soli al comando, povertà, discriminazioni, cancellazione dei diritti civili e umani, cancellazione del mercato. L’accentramento decisionale nelle mani di soggetti ideologico-tecnocratici ha creato i peggiori totalitarismi e con essi la perdita della libertà.

In pratica quella cosa che propugnano i sovranisti, secondo Brunetta, sarebbe una ricetta economica sovietica, che, come tutti sappiamo, ha portato l’Unione Sovietica al fallimento. Prosegue:

Quello che propongono i sovranisti oggi è di fatto una deriva analoga che ha in più il paradosso terminologico. Sovranismo come sinonimo di perdita di sovranità. La creazione di una tecnocrazia finanziaria, diretta da pochi banchieri centrali illuminati, alla quale cedere progressiva sovranità da parte degli Stati che fanno parte dell’eurozona, non rappresenta altro che questo paradosso distruttivo. Forse i propugnatori di questa pericolosa teoria non si accorgono che, delegando, nel caso dell’Europa, alla Bce tutto il potere decisionale alla politica monetaria, e invocando la politica monetaria come sola soluzione ai problemi economici, si crea di fatto una situazione dove una ristrettissima oligarchia di banchieri, più o meno legittimati dal potere politico, ha in mano, di fatto, la potestà di decidere tutto per tutti. Si arriva così alla situazione paradossale, come abbiamo già detto, dove i sovranisti, contrari alle ingerenze decisionali delle istituzioni europee, finiscono per delegare ad un’unica istituzione sovranazionale le decisioni sul destino dell’Europa e dei suoi componenti.

E qui dobbiamo fermarci. 

Allora, su una cosa Brunetta ha ragione, uno Stato non può delegare solo alla politica economica monetaria il proprio destino, anche se il ricorso sempre maggiore alla politica monetaria e sempre minore a quella fiscale negli ultimi 20 anni è avvenuto in ogni parte del mondo.

Ma sembra di capire che lui non ami politiche monetarie come il Quantitative Easing preferendo altri strumenti che cita, come il MES, la Bei, il Sure ed il Recovery Fund, ma che sono a loro volta degli strumenti di politica monetaria, con la sola differenza che rileva lo stesso Brunetta, e quindi riporto fedelmente: sono strumenti più o meno condizionanti.

Allora dove starebbe la differenza? In altre parole: la Commissione europea, ad esempio, dove va a prendere i soldi per il Recovery Fund? Emette dei titoli, esattamente come fa un qualsiasi Stato, un singolo Paese emette titoli di Stato propri, la Commissione europea emette titoli dei diversi Stati facenti parte dell’Unione europea, insomma degli eurobond.

Forse Brunetta preferisce i secondi perché un singolo Stato quando si finanzia può spendere i soldi come gli pare, mentre finanziandosi attraverso gli eurobond è la Commissione europea che decide come debbano essere impiegati quei fondi, spesso delegando la loro erogazione a fantomatiche e demenziali … riforme.

Sembra che Brunetta soffra di un complesso di inferiorità nei confronti dei partner europei, non si capisce infatti perché l’Europa saprebbe meglio di noi come impiegare le nostre risorse. Guardate che l’Italia, così come tanti altri paesi dell’Unione, ha fatto tante sciocchezze, tante assurdità proprio perché … deve sottostare ai vincoli europei, parlate con gli agricoltori, ma solo per fare un esempio e chiedetegli se dall’Europa arrivano indicazioni sensate o meno. Ma andiamo avanti.

Il ragionamento finanziario che i teorici di questa posizione fanno è che il programma di quantitative easing viene fatto dal Consiglio Direttivo dalla Bce, ma gli acquisti veri e propri sono poi fatti pro quota - a seconda della partecipazione al capitale della Bce - dalle banche centrali nazionali (Banca d’Italia per il nostro Paese), con i proventi dei titoli che poi vengono, alla fine del processo, restituiti dalla stessa Banca d’Italia al Tesoro. Una partita di giro conveniente, non solo all’Italia, quindi, perché i soldi tornano alla fine a chi li ha emessi, anziché restare nel portafoglio di chi li ha acquistati.

Questa assurda idea di creare un monopolio decisionale con i relativi strumenti finanziari a disposizione per risolvere tutti i problemi ha degli effetti collaterali, evidentemente, pesantissimi. Il primo è quello di rendere inutili in un colpo solo le politiche economiche degli Stati e la politica stessa che, per definizione, si basa appunto sulla libertà di decidere tra più opzioni a disposizione, in funzione del consenso che si intende ricevere. Rende, inutile, poi, nel nostro caso, l’Unione europea, dal momento che, se ogni Stato avesse a disposizione risorse illimitate per finanziare i progetti a debito, che senso avrebbe, a quel punto, avere un bilancio comune, delle politiche comuni, un unico debito comune e strumenti finanziari comuni? Nessuno. La stampa di moneta senza ostacoli da parte della Bce creerebbe un gigantesco azzardo morale per i governi portandoli ad indebitarsi senza limiti, in barba alle politiche di mantenimento dei bilanci in ordine, sulle quali è basata la stessa Unione. Senza contare il crollo del valore dell’euro che una tale politica creerebbe. Gli europei avrebbero in mano, con l’euro, solo carta straccia.

Ma certo!!! E’ proprio qui il fatto, caro Brunetta, proprio per questo l’Unione europea non ha senso!!! O arriviamo ad una Unione economica e politica, quindi ad un unico Mega Stato i cosiddetti Stati Uniti d’Europa, oppure c’è chi da questa Unione ci guadagna e c’è chi ci perde, e … caro Brunetta, se fossimo un unico Stato chi ci guadagna potrebbe essere costretto poi a dividere i guadagni con gli altri, come avviene in ogni stato Federale, così, invece col piffero che Germania, Olanda, Austria ecc. ecc. redistribuiscono i loro guadagni se non con quasi insignificanti contributi. Ma prosegue Brunetta.

E qui un altro paradosso. Il modello che hanno in mente i sovranisti è quello di una banca centrale europea sottomessa ai singoli governi, che acquista quanto serve per coprire il deficit e debito decisi a livello nazionale. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Un modello pre-divorzio 1981 al quadrato. Modello che però richiedeva un’inflazione elevata e funzionava con economie chiuse, soprattutto in assenza di mercati finanziari perfettamente integrati come quelli attuali. 

Ma no!!! So che voi, cari ascoltatori, siete per la quasi totalità per una Banca d’Italia modello pre-divorzio 1981, quindi voi attacchereste Brunetta proprio su questo fatto, ma io non condanno a tutti i costi quel “divorzio”, certo fu un errore, ma personalmente sono per una Banca Centrale che collabora costantemente con il Tesoro, ma che non deve solo eseguire gli ordini del Tesoro, altrimenti il Governatore della Banca d’Italia potrebbe essere tranquillamente un idiota che tanto deve eseguire solo ordini, no! il Governatore deve essere un super tecnico che deve anche indirizzare la politica, che spesso ha una visione di breve periodo a causa delle scadenze elettorali, il Governatore, dicevo, deve anche convincere la politica ad avere invece una visione di più lungo termine, per quello all’inizio la carica di Governatore era a vita, come il Papa.

Io invece critico Brunetta per l’affermazione del tutto erronea che il modello pre-divorzio 1981  “richiedeva un’inflazione elevata e funzionava con economie chiuse, soprattutto in assenza di mercati finanziari perfettamente integrati come quelli attuali.

Assolutamente no!!! 

Brunetta continua a confondere l’aumento dei prezzi con l’inflazione!!! Attenzione però, questo errore lo commette ora Brunetta, ma lo commettono anche i sovranisti che ritengono che le emissioni monetarie sovrabbondanti non creerebbero inflazione in mancanza della piena occupazione.

Anche questa è una sciocchezza, l’emissione monetaria sovrabbondante crea sempre inflazione, anche se non sempre aumento dei prezzi!!!

L’inflazione è una diminuzione del potere d’acquisto della moneta, ed in Italia l’abbiamo avuta prima e dopo il divorzio del 1981, quindi non è vero quel che afferma Brunetta ed ossia che  il modello pre-divorzio 1981  “richiedeva un’inflazione elevata e funzionava con economie chiuse, soprattutto in assenza di mercati finanziari perfettamente integrati come quelli attuali.

Brunetta poi aggiunge:

Per traslare questo modello a livello europeo occorrerebbe che vi fosse un accordo di tutti: non è questa l’Europa che gli altri paesi hanno in mente, non è questo quanto scritto nei trattati Ue. Che in una crisi profonda la banca centrale copra il deficit è una cosa, che lo debba fare sempre è tutt’altra.

Ma è proprio per questo che l’Unione europea non funziona, perché i vantaggi di uno coincidono proprio con gli svantaggi di un altro, quindi? Cosa facciamo? Che vuol dire caro Brunetta, Che in una crisi profonda la banca centrale copra il deficit è una cosa, che lo debba fare sempre è tutt’altra.

Significa forse che allora la Bce deve decidere quali deficit coprire e quali no? 

Ma arriviamo all’ultima parte, quella più importante:

La politica monetaria del Quantitative Easing è necessaria data l’eccezionalità del momento. Ma, proprio per questo motivo, come ha sostenuto più volte Mario Draghi, deve essere temporanea e, in ogni caso, non può essere considerata efficace in assenza di politiche di bilancio virtuose decisi dai governi nazionali. Verifiche empiriche hanno mostrato che le politiche monetarie ultra espansive sono servite in tempi di crisi, ma è bene metterci in testa che queste sono destinate a lasciare il terreno alle più tradizionali politiche monetarie. 

A quel punto, i governi che non avranno sfruttato l’occasione di condizioni monetarie favorevoli per risistemare i loro bilanci e le loro economie, pagheranno un conto salato, così come il loro sistema bancario, che sarà pieno di titoli di Stato svalutati e le loro economie reali saranno ridotte al collasso. 

Su questo possiamo anche concordare, certo le operazioni di finanza straordinaria o non convenzionale, non possono durare all’infinito, ma attenzione ora cosa scrive Brunetta.

Il punto cruciale è la differenza tra politiche monetarie effettuate in contesti solo nazionali (es. Usa, Regno Unito, Giappone) dove la banca centrale può comprare titoli e il Tesoro può finanziare il deficit fino a che l’economia non riparte, e il contesto dell’eurozona, dove le economie hanno andamenti diversi e i deficit possono anch’essi avere livelli diversi. La politica monetaria deve tenere conto della situazione “media” dell’area euro. Quando l’area euro crescerà normalmente, la politica monetaria (e gli acquisti di titoli) cambieranno, anche radicalmente. L’Italia, allora, non potrà più contare sugli acquisti di titoli da parte di Francoforte. 

Ma caro Brunetta scrivendo questo stai dicendo proprio tu che l’Unione europea non solo non funziona, ma non può funzionare. Cosa vuol dire infatti che La politica monetaria deve tenere conto della situazione “media” dell’area euro, la media vuol proprio significare che ci saranno sempre Stati sopra la media che saranno beneficiati, e Stati sotto la media che saranno penalizzati.

Come hai detto giustamente tu, caro Brunetta, invece tutto funziona bene quando si tratta di una Banca Centrale di un singolo Stato!

Questo è il fatto!!!

E lo ribadisci ulteriormente

Solo un bilancio federale può essere strutturalmente redistributivo, ovvero in grado di aiutare chi ha livelli di reddito più bassi o è colpito da shock asimmetrici. Il Next Generation UE Fund nasce per aiutare soprattutto paesi come l’Italia, attraverso l’emissione di bond comunitari a carico di tutti i contribuenti europei. Certo l’aiuto offerto è condizionato, ma con condizioni di buon senso: ‘ti pago gli investimenti che possono farti crescere’. A patto, lo ricordiamo, che il Paese in questione abbia presentato un piano di riforme che vuole finanziare. E non è ancora il caso dell’Italia.  

Inoltre, un bilancio federale (anche quello della Ue) riflette direttamente le scelte politiche del Consiglio dei governi europei e del Parlamento di Strasburgo. Nel caso della Bce, la legittimazione politica c’è (per i meccanismi di nomina, per l’aderenza ai trattati, per la rendicontazione al Parlamento Ue, ecc.) ma non vi è un coinvolgimento politico diretto nelle scelte.

La teoria della sufficienza della politica monetaria nella risoluzione delle crisi finanziarie è stata proposta sia dai sovranisti di destra (Alberto Bagnai della Lega è il principale propugnatore), sia dai sovranisti di sinistra, (dal Movimento 5 stelle alla componente comunista della maggioranza di Governo). Questo, che potrebbe sembrare un grande paradosso, è in realtà l’avveramento di quanto sosteneva il filosofo ed economista premio Nobel Friederich August Von Hayek, quando affermava che tra destra e sinistra non vi è in realtà alcuna differenza, in un “continuum” generato da una esacerbazione negativa del socialismo reale. Cambiano solo i nomi, la sostanza è la stessa. Come nel caso del sovranismo. Non esiste differenza tra il sovranismo proposto dalla Lega o dal Movimento 5  stelle. Tutti sostengono le stessi tesi, pericolose per la società italiana, perché portano a credere che un super policy-maker, come la banca centrale, possa consentire tutto subendo l’arbitrio dei governi. In definitiva è la fine del libero mercato, ma anche la fine della democrazia così come l’abbiamo conosciuta, mercato e democrazia che sono i due pilastri sui quali è fondata l’Europa moderna

A parte che il sovranismo proposto dal Movimento 5 Stelle mi sarà sfuggito, ma non so dove sia, visto che ormai da tempo il Movimento si è appiattito completamente su posizioni ultraeuropeiste, posso anche concordare con Von Hayek sulle similitudini fra le ricette economiche della destra e della sinistra, ma qui non stiamo parlando ed auspicando emissioni monetarie all’infinito come avvenuto in Paesi con regimi dittatoriali, e soprattutto, caro Brunetta, forse non hai tenuto conto dell’aspetto più importante.

L’emissione monetaria da parte della Banca Centrale, al di là dell’aiuto in situazioni di emergenza, come quella attuale, ha un limite logico, ed ossia l’associazione alla produzione.

Banalmente se io emetto moneta per finanziare opere di pubblica utilità, non produrrò mai un danno alla mia economia, farò un danno ed un grosso danno, questo, sì, se io mi illuderò di creare benessere ai miei cittadini solo emettendo moneta senza associare alla stessa il lavoro.