Stress test: Usa vs Europa, diverso rigore

Quello che emerge con chiarezza è il rigore applicato nell’ipotizzare uno scenario molto complesso, alle quali le banche avrebbero dovuto tenere considerando l’attuale livello di patrimonializzazione.

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La Fed ha comunicato nella giornata di ieri l’esito degli stress test a cui sono stati sottoposto i principali istituti di credito degli Stati Uniti. L’esito è una doccia scozzese, dato che sulle 15 banche esaminate sono state ben quattro le bocciate.Quello che emerge con chiarezza è il rigore applicato nell’ipotizzare uno scenario molto complesso, alle quali le banche avrebbero dovuto tenere considerando l’attuale livello di patrimonializzazione.Le quattro ipotesi prese in considerazione sono il crollo del 21% per il mercato immobiliare, uno shock finanziario, crollo del 50% del mercato azionario, tasso di disoccupazione del 13%. Situazioni piuttosto inverosimili allo stato attuale, ma prese in considerazione dalla Fed per vagliare la possibilità di incrementare il livello di dividendi proposto dalle banche e piani di buy back.Non superano l’esame oltre che Ally Financial e Suntrust, anche la principale compagnia assicurativa Metlife, e la terza banca Citigroup già in passato salvata dall’amministrazione a stelle e strisce. Quello che emerge con forza è il diverso trattamento dedicato alle banche rispetto a quanto avvenne in estate per gli istituti di credito europei, sottoposti all’esame Eba con criteri più blandi.In quell’occasione l’asticella fu tenuta piuttosto bassa, con la conseguenza che anche istituti in una situazione “border line” se la cavarono con solo qualche rimprovero. I bocciati ne furono in quell’occasione 15 su un centinaio di banche analizzate, annoverando solo realtà messe davvero male.Fa sorridere pensare che a superarli fu anche una banca come Dexia, che solo qualche mese dopo uscì allo scoperto dichiarandosi ad un passo dal default, tanto da esser oggetto di un fulmineo piano di salvataggio da parte delle finanze pubbliche francesi e belghe.