Sarà un altro anno favorevole al super dollaro?

Inizio del 2015 con il botto per il dollaro che fa ripiegare il cross euro/dollaro sui minimi degli ultimi nove anni. “Grexit” inevitabile?

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Partenza sprint

Partenza dell’anno sprint per il dollaro ed euro in picchiata dopo l’annuncio delle elezioni in Grecia del 25 gennaio che potrebbe catapultare il partito anti-euro di Syriza a raccogliere la leadership del paese; stesse paure già vissute nel 2012 con il cambio che raggiunse area 1,20 prima di un recupero corposo nei due anni successivi.Ma non è tutto. Il piano potenziale della Banca centrale europea per iniziare il quantitative easing ha acquisito notevole immediatezza e da qui al 22 gennaio (prossimo incontro della BCE) è probabile un ritocco dei minimi per l’euro contro il dollaro.Questo il pensiero di alcuni analisti strategici in merito a ciò:Michael Every, Rabobank: “Penso di essere più ottimista per il 2015, tuttavia, è solo il 5 gennaio e tale proposito è già sotto pressione. Questa mattina ha visto un crollo dell'euro ai minimi degli ultimi nove anni. La miccia più probabile è l'elezione greca incombente in combinazione con i commenti della stampa tedesca che suggeriscono che sia la cancelliera Merkel che il ministro delle Finanze Schaeuble considerano una 'Grexit' come 'quasi inevitabile' e 'comunque gestibile'. Hans Redeker, Morgan Stanley: "Rimanere lunghi sul dollaro. Mentre iniziamo il nuovo anno, manteniamo la nostra convinzione nel trend rialzista del dollaro, aspettandoci nuova forza del dollaro nei confronti delle valute ad alto rendimento del G10 e sulle valute dei paesi emergenti."Marc Chandler, Brown Brothers Harriman: "L'euro è pronto a rompere il target di 1,1650 dollari nel medio periodo. Il dollaro è pronto ad estendere il rally dello scorso anno. Nella prossima settimana, gli investitori dovranno probabilmente imparare che la zona euro e l’economia giapponese continueranno a soffrire, mentre la crescita di posti di lavoro degli Stati Uniti non si fermerà. Ci sono dei segnali preliminari che il costo del lavoro sta cominciando a salire, aiutato dall’aumento dei salari. Questo dovrebbe continuare a sostenere i consumi degli Stati Uniti. "