Taglio dei tassi: potrebbe non bastare

E’ già da qualche giorno che la “nuova” BCE di Mario Draghi ha abbassato, inaspettatamente, i tassi portandoli dall’1,5% al 1,25%.

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Tagliare i tassi, solitamente, significa stimolare le imprese spingendole a nuovi investimenti e favorire l’accesso al credito per le famiglie. Far ripartire l’economia, insomma. In una situazione come quella attuale, però, per far sì che i benefici del taglio arrivino a famiglie e imprese è necessario mettere olio tra gli ingranaggi di una macchina un po’ arrugginita, quella dei prestiti interbancari, che ormai da qualche tempo rappresenta un grande problema per la ripresa dell’economia reale. Nel corso degli ultimi anni, le tensioni sul mercato monetario hanno condotto alla formazione di un differenziale tra Euribor e Overnight Index Swap (OIS) di non poco conto, interferendo, così, con il regolare funzionamento della politica monetaria. Il primo indica il prezzo al quale le banche si scambiano denaro senza la copertura di garanzie; l'altro, invece, è il tasso free-risk. Un allargamento della forbice tra questi due tassi denota una scarsa fiducia tra gli istituti e i prestiti interbancari risultano sempre più costosi.

Gli istituti di credito reperiscono i finanziamenti di cui necessitano in parte attraverso le aste della BCE, in parte proprio grazie al mercato interbancario, regolato dal tasso Euribor. Quest’ultima fonte di finanziamento ha però, oggi, un costo elevato, il che implica una minore domanda di credito da parte dei clienti finali (la richiesta di credito delle famiglie, infatti, è crollata di oltre il 20% in un anno) poiché quei maggiori costi si trasferiscono proprio a questi ultimi. Il tutto è notevolmente amplificato per le banche italiane. Perché? Perché detengono una buona fetta dei titoli del debito pubblico del nostro Paese e sono, quindi, collegate al rischio che l’Italia corre. Se gli investitori non acquistano Btp perché lo spread con i Bund è salito oltre i 500 punti (quindi il rischio è aumentato), per quale motivo la banca Tizio dovrebbe prestare soldi alla banca Caio, sapendo che quest’ultima, italiana, possiede una grande parte di quel debito pubblico che ha un rischio così elevato? Vi è un problema di liquidità, dunque, che è solo conseguenza della mancanza di fiducia; fiducia che è tenuta sotto controllo proprio dal differenziale tra Euribor e OIS di cui si è parlato in precedenza e che oggi fa registrare valori preoccupanti (0,87% sui tre mesi).