Tari 2020, nuove scadenze. Ecco chi dovrà pagarla e chi no

Per l'Imu non c'è stato niente da fare: il termine ultimo per il pagamento è il 16 giugno. In compenso, per far rifiatare le tasche degli italiani, i comuni hanno deciso di rinviare le date per il versamento della Tari. Alcune città hanno già deliberato le nuove scadenze, altre sono al lavoro anche per concedere sconti e riduzioni alle attività commerciali (utenze non domestiche). Ecco qual è la situazione e tutto ciò che bisogna sapere sul pagamento della tassa dei rifiuti. Compreso chi non deve pagarla.

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Non c’è coronavirus che tenga. La Tari andrà pagata. Certo, non subito. Ma alla tassa dei rifiuti non si sfugge. E’ solo questione di tempo, più precisamente, di un paio di mesi. Qualche sconto, ma nessuno causa emergenza. Tutt’altro. Per le famiglie, le tariffe stabilite sono quelle adottate da prima del Covid19.

Diverso il discorso per le imprese e le attività commerciali. Da questo punto di vista infatti i comuni sono al lavoro per la revisione degli importi della Tari da versare, tuttavia non c’è ancora niente di certo.

Ma quand’è che si comincerà a pagare? Considerato che per l’Imu, tassa da sempre accostata alla Tari, la scadenza è fissata per il 16 giugno, c’è il forte rischio che i cittadini facciano confusione. Tant’è che il Sole 24 Ore parla già di “babele delle tasse locali”.

Tari 2020, scadenze posticipate

La Tari, nata nel 2014, è un’imposta comunale, come lo sono anche Imu e Tasi, da quest’anno accorpate. Dunque, le scadenze della Tari 2020 variano da Comune a Comune: è a livello locale che viene stabilito quando pagare la tassa rifiuti, relativa alla raccolta ed allo smaltimento.

E per dare un po’ di respiro alle tasche degli italiani, si sta lavorando in modo tale che le scadenze previste pre covid vengano posticipate: in tempistiche normali, per la maggior parte delle città e dei comuni italiani il primo acconto per la Tari 2020 avrebbe dovuto essere entro la fine di aprile. Il secondo entro fine luglio e il saldo finale entro la fine dell’anno.  

Tari 2020, Milano rinvia tutto a settembre

L’ultima città che ha ufficializzato lo slittamento è Milano, che per prima, con l’ordinanza sindacale dell’11 marzo ha annunciato che la prima tranche per la Tari avrà scadenza a settembre. Per la precisione il 15 settembre, per quanto riguarda la prima rata. Il 15 ottobre è la scadenza per la seconda rata, il 15 novembre per la terza. L’ultima è prevista per il 15 dicembre. Il sindaco Beppe Sala ha anche anticipato che sono al vaglio sconti sia per imprese che per famiglie, ma al momento non c’è ancora nulla di certo. 

Tari 2020, Torino: doppio binario tra utenze domestiche e non 

Anche Torino ha approvato all’unanimità il primo giugno scorso la delibera che definisce nuove date per la Tari 2020 e il suo pagamento, istituendo una doppia corsia di scadenze tra utenze domestiche e non domestiche, come già hanno fatto Genova e Pescara. Non ci saranno multe o sanzioni per chi non dovesse pagare l’acconto (con l’impegno di saldare tutto quanto entro la scadenza).

Per quanto riguarda le utenze domestiche, con un acconto del 55%, le date da rispettare per il pagamento della Tari a Torino sono il 10 luglio per la prima rata, poi il 5 agosto e il 4 settembre, con saldo da estinguere entro il 9 dicembre 2020. Per le utenze non domestiche l’acconto sale all’85%, e può essere pagato entro il 15 luglio 2020; saldo finale entro il 16 dicembre 2020.

A Napoli la Tari slitta a fine settembre. Roma, ultima scadenza al 31 dicembre

Anche Napoli ha rimandato le date di scadenza per il pagamento della Tari, posticipando all’anno venturo il saldo finale. Poi prima rata rinviata al 30 settembre, la seconda rata dal 16 luglio al 30 ottobre, terza rata dal 16 settembre al 30 novembre 2020, saldo finale dal 16 novembre al 29 gennaio 2021 con la possibilità, da parte del contribuente, di versare le somme dovute in un’unica soluzione entro il 30 ottobre (e non più al 16 giugno).

Roma ha posticipato l'invio delle bollette relative alla Tari indicando il 30 settembre come scadenza per il pagamento del primo semestre e il 31 dicembre per il secondo semestre. Per il calendario completo bisognerà ancora attendere, il sindaco Virginia Raggi e la sua giunta devono ancora valutare l’impatto degli aiuti sul proprio bilancio: l'approvazione delle agevolazioni sulla Tari è attesa entro il 31 luglio.  

Le scadenze nelle altre città. Il caso di Caltanissetta

Anche Firenze, Venezia, Bari e Catania sono in fase di rimodulazione delle scadenze per il pagamento della Tari mentre Palermo ha rinviato al 15 luglio la prima data inizialmente prevista per il 31 maggio. Genova propone anche una soluzione unica da versare entro metà novembre. Novara ha deciso per la proproga al 30 settembre per la prima rata d'acconto (pari al 50%) e al 30 novembre per la seconda rata.

Particolare il caso di Caltanissetta, la cui proroga della Tari per le utenze domestiche riguarda solo i soggetti in possesso dei requisiti per l’ammissione al bonus sociale e le utenze di attività commerciali sospese durante la fase 1 (periodo di lockdown). 

Tari 2020, gli sconti di Bologna per le utenze non domestiche

Bologna, che già ha rinviato il primo bollettino Tari a fine settembre (prima rata inizialmente prevista entro fine maggio) è già al lavoro per una riduzione della Tari del 25, 40 o 50%, a seconda dei casi, per le utenze non domestiche. Parliamo di aziende, negozi, botteghe artigiane, associazioni culturali e circoli sportivi fortemente penalizzati dall'emergenza Covid-19. 

Per quanto riguarda aziende ed esercenti si attendono le mosse anche di Milano, Firenze, Napoli e Roma, ma sempre con la massima cautela. Perché alla fine è tutta una questione di bilanci. E infatti l’Anci, associazione nazionale comuni italiani, teme uno sbilanciamento negativo dei conti. Stime parlando di 7 miliardi che verranno meno ed ecco perché aspettano con ansia i soldi promessi dal governo entro il mese di luglio.

Tari, cosa faranno le attività commerciali rimaste chiuse causa Covid

Attività come bar, ristoranti, parrucchieri, negozi di abbigliamento, centri estetici e tutti gli esercenti commerciali interessati ai vari Dpcm che si sono susseguiti in questi mesi potranno usufruire di riduzioni della Tari proporzionali ai giorni di chiusura causa lockdown. Spetterà ai comuni e alle società di gestione dell'igiene urbana applicare lo sconto alla quota variabile della tariffa. L'ente territorialmente competente provvederà inoltre a individuare i giorni di chiusura previsti per le diverse attività economiche sulla base dei quali applicare il fattore di correzione.

Per chi invece ha chiuso spontaneamente per evitare i rischi di contagio, in primis gli studi professionli, la riduzione del saldo della Tari è facoltativa. Ancora una volta spetta al comune o all'autorità decidere se prevedere agevolazioni, anche in questo caso, i tagli in bolletta dovranno essere commisurati alla quantità, inevitabilmente minore, di rifiuti prodotti, attestando il periodo di chiusura e documentando (questo spetta agli utenti) la minore produzione di rifiuti.

Tari 2020, modalità di pagamento

Come le tempistiche, anche il sistema di pagamento della Tari varia da Comune a Comune. Tra le possibilità c'è la modalità con bollettino postale, inviato all'indirizzo di residenza del cittadino.

In alternativa, il pagamento con il modello F24. In questo caso, ricordarsi di inserire il codice tributo 3944, con le somme indicate nella lettera che si accompagna al bollettino postale inviato all'indirizzo del cittadino, oppure reperbili nelle aree dedicate ai tributi sul sito del proprio comune di riferimento.

L'ultima opzione è quello del pagamento con Mav, che si può effettuare anche via home banking o mediante avviso presso la propria banca.  

La Tari su prima e seconda casa: chiarimenti

Sono tenuti a pagare la Tari tutti i possessori di locali o aree scoperte in grado di produrre rifiuti urbani. Tuttavia la tassa è dovuta sempre e comunque, tranne in alcuni casi particolari, dal soggetto utilizzatore dell’immobile. Dunque, se nel caso della prima casa, chi deve effettuare il saldo è il proprietario, al contrario in caso di immobile in affitto sarà l'inquilino a occuparsi del pagamento della Tari, a meno che la detenzione abbia durata breve, non superiore ai sei mesi. In questo caso, la tassa va pagata dal titolare dell''immobile. La Tari si paga anche sulle seconde case dotate di allacci alle utenze indipendentemente dal fatto che sia abitata o meno. In questo caso è il comune che, applicando il suo regolamento, può calcolare una quota che sia proporzionata alla superficie dell'immobile.

Diversa la situazione se l'immobile è inutilizzato e abbandonato senza allaccio a rete elettrica, idrica o fognaria. In questo caso, la Tari non va pagata. Occorre dimostrare il tutto  presentando apposita documentazione al Comune, che potrà effettuare eventualmente anche un’ispezione. Se la seconda casa è abitata ed è stato stipulato un contratto di affitto, sarà l'inquilino a occuparsi del pagamento. Gli affitti brevi, ad esempio nei mesi estivi, non contano: a pagare sarà dunque sempre il proprietario.  

Tari, ecco chi non paga la tassa dei rifiuti

Come anticipato, il titolare di un immobile non abitato, non arredato e privo di allacci e utente è esente dal pagamento della Tari, previa richiesta di esonero al comune che ne avrà accertato le condizioni. Particolare anche il caso del nudo proprietario, il quale non è possessore nè utilizzatore: dunque, la Tari della nuda proprietà in questo caso viene versata da chi la abita. Già detto anche del locatario che ha stipulato un affitto non superiore ai sei mesi: in questo caso la Tari viene pagata dal proprietario e non dall'affittuario, a meno che la locazione sia superiore ai sei mesi.

Infine, in caso di accordo di separazione tra coniugi, stabilito e riconosciuto il diritto di abitazione della casa familiare a uno dei coniugi e ai figli, è l'usuario che sarà tenuto a pagare la Tari, e quindi il titolare del diritto di abitazione in quanto utilizzatore. Il proprietario, se diverso, e quindi non possessore, non dovrà fare alcun pagamento. 

Bonus Tari: a quali famiglie spetta lo sconto sulla tassa rifiuti?

Tutte le famiglie con Isee basso possono usufruire del bonus Tari, sabilito dal Decreto Fiscale 2020. L'agevolazione è regolata dall'Arera, Autorità di regolazione per Energia Reti e Ambiente. I parametri sono gli stessi già utilizzati per l’energia elettrica, il gas e il servizio idrico integrato. Accedono a questo bonus le famiglie con indicatore Isee non superiore a 8.107,5 euro, famiglie numerose con Isee non superiore a 20.000 euro e beneficiari del reddito o pensione di cittadinanza. 

Tari, riduzioni obbligatorie e facoltative

Previste dai commi 656 della Legge di Stabilità 2014, le riduzioni obbligatorie per il pagamento della Tari sono il mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, in questo caso la riduzione è del 20%, l'interruzione del servizio per motivi sindacali o imprevedibili impedimenti organizzativi. 

Quelle facoltative (commi 659) riguardano le abitazioni con unico occupante, a uso stagionale o limitato e discontinuo, aree scoperte e locali diversi dalle abitazioni a uso stagionale e non continuativo ma ricorrente, abitazioni occupate da soggetti che risiedono all'estero per più di sei mesi all'anno e fabbricati rurali a uso abitativo.