Tasse e scadenze fiscali: cosa pagare a maggio e a giugno

Tasse e scadenze fiscali diciamo che sono le preoccupazioni che attanagliano gli Italiani in questo periodo. L'emergenza coronavirus ha messo in ginocchio il paese, ma l'appuntamento con fisco è rimasto. Sì, sì l'Agenzia delle Entrate ci è venuta in soccorso, rimandando tutte le scadenze. Sì, appunto, rimandandole. Tra un po' toccherà mettere mano al portafoglio e saldare tutti i debiti rimasti in sospeso. E magari nel frattempo non si è riusciti a fatturare nemmeno un centesimo.

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Tasse e scadenze fiscali diciamo che sono le preoccupazioni che attanagliano gli Italiani in questo periodo. L'emergenza coronavirus ha messo in ginocchio il paese, ma l'appuntamento con fisco è rimasto. Sì, sì l'Agenzia delle Entrate ci è venuta in soccorso, rimandando tutte le scadenze. Sì, appunto, rimandandole. Tra un po' toccherà mettere mano al portafoglio e saldare tutti i debiti rimasti in sospeso. E magari nel frattempo non si è riusciti a fatturare nemmeno un centesimo.

In questi giorni, la maggior parte degli Italiani si sta trovando in grande difficoltà economica a causa dell'emergenza coronavirus. Le proroghe delle scadenze fiscali sono arrivate al loro limite naturale. Poi il termine stesso di proroghe: prima poi, lo sapevamo tutti, ci sarebbe toccato di di pagarle. E quel giorno, malgrado tutto, a breve arriverà.

Tasse e scadenze fiscali: ecco di cosa preoccuparci

L'agenda delle tasse e delle scadenze fiscali, nel corso del mese di giugno, è molto fitta. Nel corso del mese alle aziende ed ai professionisti toccherà saldare quelle in scadenza nel corso del mese, cioé il saldo delle imposte e dei contributi dovuti per l'anno 2019, ma sarà anche necessario pagare il primo acconto 2020. I pagamenti che erano in scadenza a marzo e ad aprile, ma anche quelli di maggio dovranno essere pagati in un unica soluzione agli inizi di giugno. L'alternativa è decidere di pagare in cinque rate il debito che si ha con il fisco, a decorrere sempre da giugno. In altre parole dovremmo affrontare un vero e proprio salasso economico.

Nelle scadenze di giugno dobbiamo poi inserire anche i pagamenti in scadenza tra l'8 marzo ed il 31 maggio relative alle cartelle emesse dagli agenti della riscossione e i pagamenti che sarà necessario effettuare a seguito di un accertamento esecutivo effettuato dall'Agenzia delle Entrate. Sarà poi necessario saldare gli avvisi di addebito dell'Inps, gli atti di accertamento emessi dalle Dogane e gli atti di accertamento esecutivi emessi dagli enti locali. Per tutti sarà necessario onorare il pagamento entro e non oltre il 30 giugno. Il tutto in un'unica soluzione.

Come se non bastasse tutto il resto, dobbiamo mettere in conto anche la scadenza ordinaria al 28 febbraio della rata della rottamazione ter. Anche questa è stata rinviata al primo giugno 2020. Anche questo pagamento si andrà a sovrapporre alle altre rate della rottamazione che sono in calendario lo stesso giorno. Alla fine della fiera, saranno molti gli Italiani che dovranno pagare delle rate particolarmente salate, che sommandosi l'una con l'altra li metteranno in difficoltà. I problemi maggiori sorgeranno con quelle tasse per le quali non è previsto il ravvedimento operoso, e per quali dimenticarle nel cassetto, può risultare una pessima idea dal punto di vista economico, e non solo.

Tasse e scadenze fiscali: gli adempimenti di maggio

Non tutto, comunque, è possibile rinviarlo a giugno. Alcune tasse ed alcune scadenze fiscali arrivano puntali come un orologio nel corso del mese di maggio. Il Decreto Liquidità non ha provveduto a prorogarli, e quindi i contribuenti sono costretti a pagarli nel corso del mese di maggio.

Sono varie le date da tenere a mente per effettuare alcuni versamenti. Proviamo ad elencare i più importanti.

 

7 maggio: entro questa data è necessario presentare domanda per far parte delle liste dei potenziali beneficiari del 5 per mille.

15 maggio: questa data risulta essere l'ultima utile e necessaria per:

  • comunicare all'Agenzia delle Entrate i dati relativi al canone TV addebitabile e accreditabile nelle fatture emesse dalle imprese elettriche riferiti al mese precedente;
  • i titolari di partita Iva devono emettere e registrare le fatture differite relative ai beni consegnati o spediti nel corso del mese solare precedente;
  • le varie associazioni e Pro-loco devono annotare, anche tramite un'unica registrazione, l'ammontare dei corrispettivi dei compensi conseguiti per la propria attività nel corso del precedente mese;
  • gli esercenti commercio al minuto devono effettuare la registrazione, anche cumulativa, delle operazioni per le quali è rilasciato lo scontrino fiscale o la ricevuta fiscale, effettuate nel mese solare precedente.

18 maggio (ricordiamo che il 16 maggio è un sabato quindi tutto slitta di due giorni), deve essere segnata sul calendario come promemoria per le seguenti operazioni:

  • la tassa sulle transazioni finanziarie, la cosiddetta Tobin Tax;
  • versamento delle ritenute dei pagamenti effettuati il mese precedente;
  • Iva relativa al primo trimestre 2020;
  • imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali.

Tasse e scadenze fiscali, ma le imprese stanno morendo

Abbiamo parlato di tasse e scadenze fiscali. Se sicuramente le tasse sono un necessità per permettere ad un paese civile di mantenere i servizi a cittadini ed imprese, sicuremente l'ingorgo delle scadenze fiscali andrà a mettere in difficoltà molte imprese e professionisti. La Cna di Roma ci dice che nella sola Capitale, mancheranno all'appello 27 mila attività tra negozi e botteghe di commercianti e artigiani. Un deserto che, numeri alla mano, potenzierà in parte (considerando le diminuite possibilità economiche) la grande distribuzione.

Nella sola Capitale perderanno il lavoro più di 800mila addetti nei settori artigianale e commerciale: ovviamente quelli censibili perché in regola contrattualmente, a cui s’aggiungeranno altrettanti rivenienti da lavori abusivi. Roma subirà un impoverimento del tessuto sociale, e perché si spegneranno vetrine e non ci saranno bancarelle. Le storiche piccole botteghe tireranno finalmente le cuoia, con gran goduria per chi da anni predica la razionalizzazione delle attività e l’accorpamento commerciale. La Cna non lascia scampo, chiuderanno a Roma 2500 ristoranti e 2300 bar.