Titoli irredimibili, bond perpetui, facciamo un po’ di chiarezza

Dopo il disastroso Consiglio d’Europa, ovviamente disastroso per noi italiani, trattati a pesci in faccia dagli altri partner europei, dovrei ritornare a parlare di quella vicenda e dei cosiddetti fondi europei.

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Dopo il disastroso Consiglio d’Europa,  ovviamente disastroso per noi italiani, trattati a pesci in faccia dagli altri partner europei, dovrei ritornare a parlare di quella vicenda e dei cosiddetti fondi europei.

Ma non mancherà il tempo per riprendere quel discorso che, ribadisco, è di una importanza vitale per noi, sappiate, cari ascoltatori, che si deciderà lì il nostro futuro. 

Tuttavia il video che ho pubblicato ieri e che riguardava principalmente la proposta lanciata dal prof. Savona, ossia l’emissione di titoli del debito pubblico irredimibili, ha creato un certo sconcerto fra di voi.

Probabilmente non a tutti è chiaro, il funzionamento dei cosiddetti bond perpetui, d’altronde se non è chiaro neppure a coloro che sul web si spacciano per economisti, è tutto dire.

Ho sentito sul web chiedere quando scadono i titoli irredimibili. Insomma come domandare come si fa a vedere ciò che è invisibile.

Ma non solo, perché ho anche sentito chiedere se questi titoli si trasferiscono alle successive generazioni o terminano con la morte dell’intestatario. Scusate, ma si fa fatica a rimanere seri.

Sono titoli!!! Titoli come gli altri, soltanto che non hanno scadenza. E’ ovvio che alla morte dell’intestatario, come tutti gli altri titoli, andranno in successione.

Ci mancasse che scadano con la morte dell’intestatario!!! Lo ripeto, sono titoli, non sono una rendita vitalizia come quelle che vengono emesse dalle Compagnie di Assicurazione.

Altra cosa, perdonatemi, ma anche quella esilarante, è che sarebbero soldi regalati allo Stato che infatti non è più chiamato a restituirli. Insomma ne ho sentite un po’ di tutti i colori.

Allora è bene fare un po’ di chiarezza e parlarne con serietà.

Alcuni di voi mi “rimproverano”, bonariamente, naturalmente, perché spesso mi dilungo nello specificare alcuni concetti, ma poi leggendo i commenti che mi postate ritengo sempre di non aver mai  sufficientemente precisato le cose.

Un esempio classico è quello accaduto col video di ieri. Avevo detto che, la proposta avanzata dal Prof. Savona, la consideravo “rivoluzionaria”, specificando che avevo utilizzato questo termine nel suo significato figurato, ossia “che provoca un grande cambiamento”, ma non davo assolutamente un giudizio di merito. Insomma né sposavo in toto questa iniziativa, né la bocciavo a priori.

Ebbene tanti di voi a dirmi che, non la pensavano come me e loro erano critici nei confronti di quella proposta ecc. ecc. come se io avessi espresso un giudizio. Insomma per quanto io avessi specificato bene, anzi quasi in maniera maniacale, non c’è nulla da fare, ci sono sempre persone che capiscono ciò che vogliono intendere, indipendentemente da ciò che ascoltano o leggono.

Avrò comunque il tempo per specificare bene gli aspetti positivi ed i punti di debolezza di una simile proposta, ma andiamo con ordine.

Bond perpetui, esistono già, e anche in Italia e normalmente sono emessi dalle Banche, non da parte del Tesoro, circa un anno fa, ad esempio, Unicredit ha emesso bond perpetui per un ammontare di 1 miliardo di euro, il tasso proposto era dell8%, ma vista l’offerta decisamente superiore (ha superato i 4 miliardi) al termine il rendimento per gli investitori (ovviamente investitori istituzionali) è stato del 7,625%.

Normalmente chi emette Bond perpetui, ripeto solitamente le Banche, mantiene il diritto di rimborsarli, anche se spesso concede una durata minima, Unicredit, ad esempio, per quel bond al quale mi sono appena riferito, si è impegnata a non rimborsarlo prima del 2026.

Ripeto, invece che, il Tesoro, ossia il nostro Stato, nel dopoguerra non ha mai emesso titoli irredimibili, ma attenzione l’emissione di titoli irredimibili non deve essere necessariamente vista come un’ultima spiaggia per Stati o società che non hanno più la possibilità di rimborsare il capitale.

Soltanto tre anni fa, nel 2017, l’Austria, ossia la virtuosa Austria uno degli Stati che oggi vengono definiti “frugali”, ha emesso un titolo con scadenza a 100 anni, formalmente quindi non un titoli perpetuo, ma un suo sosia. 

Ebbene anche quello, nonostante avesse avuto un tasso apparentemente non troppo allettante (il 2,10%), è andato a ruba al punto che sono state fatte altre tre emissioni nel 2018 e nel 2019 ed il rendimento di quest’ultima emissione è stata soltanto del 1,17%.

Ed allora proseguiamo.

Innanzitutto guardate che i titoli perpetui, formalmente non sono diversi da quelli a scadenza, ed ora spiegheremo dove sta la principale differenza.

Innanzitutto come si fa a ritornare in possesso del proprio capitale? Come con tutti i titoli … si vendono!

Sì, mi direte, ma io con in mano dei titoli a scadenza non ho la necessità di venderli, alla loro scadenza mi vengono rimborsati. Certo formalmente non li vende, ma di fatto sì!

Perché lo Stato mica li ha i soldi per rimborsare i titoli che vanno in scadenza, semplicemente quando scadono ne emette degli altri e con i soldi che incassa dalla vendita dei nuovi titoli messi sul mercato rimborsa quelli che sono andati in scadenza.

Quando vi scadono dei titoli, quindi è come se voi li aveste venduti a chi ha sottoscritto i nuovi titoli emessi appunto per poter rimborsare quelli scaduti.

Dato che poi lo Stato ha sempre bisogno di soldi, spessissimo, per non dire quasi sempre, emette più titoli di quanti ne vanno in scadenza, e così il debito pubblico continua a salire. Avete mai visto il debito pubblico scendere?

Però mi direte, ma se io aspetto la scadenza naturale del titolo so che mi rimborseranno l’importo del capitale nominale da me sottoscritto, mentre se vendo il titolo sul mercato occorrerà vedere quale sarà il prezzo in quel momento, potrebbe essere superiore, ma anche inferiore, quindi ho un maggior rischio.

E qui sta proprio il punto.

Quindi non è che una persona se sottoscrive un Bond perpetuo non rivedrà mai il proprio capitale, avrà sempre la possibilità di vendere questi titoli e troverà sempre un compratore, ovviamente l’incognita è il prezzo.

Ed in effetti questo è proprio il punto debole dei titoli irredimibili: hanno una altissima volatilità.

E’ evidente che la volatilità, ossia la tendenza a variazioni accentuate del prezzo di un prodotto finanziario, è naturalmente più accentuata più è lontana la scadenza dello stesso, con la scadenza … mai … potete immaginare.

Per questo i Bond perpetui sono quasi sempre riservati agli investitori istituzionali, sono evidentemente titoli altamente speculativi.

Insomma uno vuole acquistare Titoli dello Stato, proprio per avere un investimento tranquillo, a basso rischio, ed invece si ritrova in mano una specie di derivato.

E’ ovvio, quindi che, anche i fautori dell’emissioni di Titoli irredimibili da parte del Tesoro, abbiano ben chiaro questo problema, e quindi certamente prevedano una riduzione significativa della volatilità attraverso l’intervento di organi regolatori.

E l’unico organo regolatore possibile non può essere altro che la Banca Centrale.

Per questo quindi, concludo questo mio primo video (ne seguiranno senza dubbio altri) su quest’argomento con una mia riflessione.

Non mi espongo ancora sull’utilizzo o meno dei titoli irredimibili, tuttavia ne vedrei un loro possibile emissione, soltanto quando avremo una Banca d’Italia in grado di assicurare il nostro debito pubblico.

Insomma dubito che possano essere utilizzati per “uscire dall’euro”, mentre potrebbero essere presi in seria considerazione una volta usciti dall’euro.

Ma anche quest’ultima mia riflessione sarà oggetto prossimamente di un ulteriore approfondimento.