Trump potrebbe farcela di nuovo, il farmaceutico ringrazia

La possibilità di una riconferma di Trump rivitalizza i farmaceutici, bene la francese Sanofi, le tedesche Bayer e Merck, le belghe Ucb e Argenx. E cosa farà Recordati?

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Nelle ultime ore è divenuto chiaro che la prevista "onda blu", una vittoria a mani basse del partito Democratico alle presidenziali Usa, non ci sarebbe stata e che anzi Donald Trump è ancora in corsa per essere riconfermato alla Casa Bianca. Alle borse questo scenario non dispiace, il Nasdaq future guadagna prima della apertura del 4 novembre del mercato Usa il 2,6% circa, lo S&P500 future lo 0,8% circa. 

Tra i settori che potrebbero risultare maggiormente favoriti da una vittoria di Trump o in ogni caso da una sconfitta non così eclatante dei Repubblicani c'è quello dei titoli farmaceutici. 

Secondo gli analisti è infatti probabile che in assenza dell'"onda blu" l'andamento del prezzo dei farmaci non subisca variazioni significative.

Forte guadagno già ieri per il settoriale europeo Pharmaceuticals & Biotechnology

Il settoriale EURO STOXX® Total Market Pharmaceuticals & Biotechnology (CH0019126298) martedì ha terminato in forte guadagno, +2,25% circa a 555,5 euro circa.

I componenti di maggior peso all'interno del paniere farmaceutico sono la francese Sanofi, le tedesche Bayer e Merck, le belghe Ucb e Argenx. Presente anche l'italiana Recordati.

Tutti al rialzo i maggiori rappresentanti del comparto farmaceutico

  • Sanofi oggi sale del 4,5% circa a 85,35 euro.
  • Bayer sale del 2,3% circa a 42,90 euro.
  • Merck sale dell'1,3% circa a 134,80 euro.
  • Ucb sale del 3,65% circa a 94,50 euro.
  • Argenx sale del 4,65% a 229,40 euro
  • Recordati è invece moderato guadagno, +0,38% a 44,40 euro.

Tra questi sei titoli almeno 3 presentano una tendenza pregressa di medio termine rialzista, ovvero Merck, Argenx, Recordati. 

Sanofi e Ucb hanno invece subito una fase ribassista nelle ultime settimane che non ha comunque del tutto negato l'uptrend che si era sviluppato dai minimi di marzo.

Bayer, la pecora nera saprà riprendersi?

Bayer è in maggiore difficoltà, le quotazioni sono infatti scese ad ottobre al di sotto dei minimi di marzo a 44,85 euro dai quali si era sviluppato il rimbalzo culminato a 73,63 euro a giugno. 

A volte l'investitore ha la tentazione di andare ad acquistare titoli con una storia di debolezza alle spalle nella convinzione che si tratti di soggetti sottovalutati, questo tipo di strategia si scontra tuttavia spesso con la realtà dei fatti, se un titolo si è indebolito molto in una fase di mercato è probabile infatti che la società non avesse elementi convincenti per sostenere le quotazioni. Meglio prudentemente attendere segnali di ripresa prima di adottare strategie rialziste. Nel caso di Bayer questo accadrebbe con il ritorno al di sopra dei 45 euro, la prospettiva in quel caso sarebbe di una ricopertura almeno del gap ribassista del 1° ottobre con lato alto a 52,85 euro. 

I tre titoli migliori: Argenx, Merck e Recordati

Veniamo ora ai titoli che nel recente passato hanno meglio performato: Argenx nel 2020 è salito del 60% circa, Merck del 26%, Recordati del 18%. 

Argenx nelle ultime settimane è andato incontro ad una flessione, che lo ha riportato dal picco di ottobre a 284 euro in area 245, ma i prezzi si sono mantenuti al di sopra della linea rialzista disegnata dai minimi di marzo e della media mobile a 100 sedute, entrambi in transito in area 243/244. La media mobile a 100 giorni descrive la condizione del trend di medio lungo periodo, fino a che i prezzi ne restano al di sopra è possibile affermare che quella tendenza è rialzista. La flessione delle ultime settimana in questa ottica ha quindi i tratti di una "correzione", di una pausa del trend rialzista che potrebbe ora riprendere con obiettivi almeno fino in area 284/85. Solo una chiusura di seduta al di sotto di area 243 farebbe temere un approfondimento del ribasso rendendo meno convincenti strategie di acquisto.

Anche Merck staziona bene al di sopra della propria media mobile a 100 giorni, passante a 117 euro circa. Fino a che i prezzi rimarranno al di sopra di quei livelli (primo supporto a 126 circa, top del 20 febbraio) lo scenario favorito sarà quello di rottura del record di ottobre a 137,25 con raggiungimento di area 150/155 almeno.

Recordati ha invece violato di recente la propria media a 100 giorni, dal momento che questa transita a 45,80 euro circa. Il ribasso scaturito dal top di luglio si è limitato tuttavia a testare la base del canale dalla modesta inclinazione negativa disegnato proprio dai massimi dell'estate. 

L' analisi tecnica tradizionale è basata sull'individuazione di figure più complesse, che necessitano di tempo per manifestarsi, che appartengono a due possibili tipologie, di inversione o di continuazione. Se è importante sapere quando una tendenza inverte, cambia direzione, lo è altrettanto capire se ci sono i presupposti per vederla proseguire dopo una pausa.

Una tipica figura di continuazione è il "flag", elemento che si sviluppa all'interno di una canale (una coppia di linee parallele che contiene l'oscillazione dei prezzi) che ha una inclinazione opposta a quella della tendenza precedente. Nel caso di Recordati dopo il bel rialzo visto dai minimi di marzo i prezzi si sono mossi a partire dal picco del 20 luglio proprio all'interno di una fascia delimitata da due linee parallele. 

La base di questa fascia è stata toccata dal minimo del 2 novembre a 42,68 euro e per il momento ha contenuto le spinte ribassiste. Fino a che questa linea rimarrà intatta l'ipotesi di essere in presenza di un "flag" in formazione resterà credibile. La rottura della mediana del "flag", a 45,15 circa, potrebbe portare al test del lato alto della fascia, a 48 circa, il superamento di quei livelli confermerebbe poi che quella disegnata nelle ultime settimane è stata solo una pausa dell'uptrend che potrebbe quindi riprendere con rinnovata forza.

In quel caso sarebbe probabile non solo il ritorno sui massimi record di luglio a 49,26 ma anche la loro rottura, con obiettivi fino in area 54 almeno. La situazione potrebbe invece complicarsi a seguito di discese al di sotto di area 42 euro.

Sanofi e Ucb, un rialzo è possibile, ecco le condizioni per attuarlo

Sanofi e Ucb infine hanno una situazione grafica molto simile: entrambi sono saliti con forza dai minimi di marzo per poi ridiscendere dopo aver toccato un massimo a luglio. 

In entrambi i casi tuttavia la fase di ripiegamento si è mantenuta nell'ambito del 50% - 66% del rialzo precedente, senza perdere quindi i connotati di "correzione", ovvero di una pausa temporanea dell'uptrend. 

Il ritorno al di sopra di area 85 per Sanofi e di area 95 per Ucb fornirebbe indicazioni di forza interessanti che potrebbero anticipare il ritorno sui rispettivi massimi estivi, a 95,82 e a 114,45 euro.

(Alessandro Magagnoli)