Washington attacca Google. Ha violato normative antitrust Usa

Il Department of Justice fa causa ad Alphabet. Insieme a 11 Stati, tutti governati dai Repubblicani. Tempistica elettorale dettata da Donald Trump?

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Washington attacca Google. Lo U.S. Department of Justice (DoJ, il ministero della Giustizia di Washington, che ha anche funzioni di organismo antitrust) ha presentato una causa contro Alphabet (la holding di Google), accusandola di violazione delle normative sulla concorrenza e sostenendo che Mountain View usi la sua posizione dominante per tenere a debita distanza i rivali. Per il DoJ nulla è escluso neppure lo spezzatino di Google. Com'era successo nel 1982 al monopolista telefonico At&t

Secondo il DoJ Mountain View ha agito illegalmente

“Milioni di americani si affidano a Internet e alle piattaforme online per la loro vita quotidiana. La concorrenza in questo settore è di vitale importanza", ha sottolineato l'Attorney General William Barr, all'interno della citazione in giudizio pubblicata martedì. Citazione in cui si sostiene che Google ha agito illegalmente per mantenere la sua posizione dominante nella ricerche web e nell'advertising associato a tali ricerche e che "in assenza di un'ordinanza del tribunale", continuerebbe con la sua "strategia anticoncorrenziale, paralizzando il processo competitivo, riducendo la scelta dei consumatori e soffocando l'innovazione".

Alphabet si difende: "Sono le persone a scegliere Google"

Alphabet ha respinto al mittente le accuse, ribadendo che le persone “usano Google perché scelgono di farlo", non perché costretti o perché non trovino alternative. La verità come al solito sta nel mezzo. Nessuno è riuscito a fare un motore di ricerca paragonabile a Google ma è anche a vero che la sua mostruosa disponibilità economica garantisce una posizione di vantaggio. Google spende miliardi di dollari ogni anno per avere le sue ricerche di default sugli iPhone di Apple o sugli smartphone di Samsung. Cifre che un concorrente di piccole dimensioni non potrebbe permettersi. Avrebbe potuto permetterselo Microsoft, per il suo Bing, ma le strategie di Redmond, Xbox a parte, hanno da tempo virato sull'ambito enterprise lasciando ad altri di accapigliarsi per il consumer.

Tempistica voluta da Trump? Forse ma la battaglia è bipartisan

La tempistica della causa è però quanto meno dubbia. Tutti gli 11 Stati Usa che hanno controfirmato la citazione del DoJ sono governati dai Repubblicani e Donald Trump da tempo aveva promesso ai suoi sostenitori che sarebbe andato all'attacco delle Big Tech (Google ma anche Facebook o l'Amazon.com dell'odiato Jeff Bezos), che spesso vengono accusate di silenziare le voci dei conservatori. Anche la U.S. House of Representatives (la Camera Usa, in mano ai Democratici) sta comunque lavorando da tempo a un'indagine antitrust sulle Big Tech (Apple compresa). La battaglia è decisamente bipartisan. La causa del DoJ è destinata ad andare avanti a lungo, almeno per tutto il 2021. Quando è probabile che Casa Bianca e anche Senato vadano ai Democratici ma questo non dovrebbe fare sentire più tranquilla Google.

(Raffaele Rovati)