L’origine del vino è antichissima e le testimonianze su chi possa aver inventato questa bevanda sono molteplici.
Ancora oggi, il vino è uno degli alcolici più apprezzati in tutto il mondo: dal rosso al bianco, molti rivolgono la loro attenzione agli archetti che si formano dopo averlo versato nel bicchiere.
Scopriamo perché si formano questi archetti e cosa indicano.
Vino: la storia del nettare degli dei
La storia del vino si intreccia con le civiltà più antiche, con i grandi eroi della letteratura del passato e con la religiosità nella cultura dei popoli primitivi.
Molte sono le civiltà e i personaggi a cui è stata attribuita l’invenzione del vino: secondo le testimonianze bibliche, l’inventore del vino è Noè, altri invece vedono nella vite il frutto proibito che portò all’abbandono di Adamo ed Eva.
Secondo la mitologia greca, ad avere ideato il vino è stato Dioniso, mentre la tradizione Egizia vede nel proprio territorio la nascita del vino, grazie al ritrovo delle prime giare che hanno portato alla creazione della bevanda.
Nonostante non si sappia con certezza chi possa essere stato l’inventore del vino, è certo che l’invenzione abbia lasciato un segno nella nostra storia agroalimentare.
Molti sono appassionati di questa bevanda, perdendosi nell’osservare gli archetti che si formano nel bicchiere: ma qual è la motivazione di questo fenomeno?
Il mito degli archetti del vino nel bicchiere: a cosa si deve l’effetto?
Durante una degustazione, si pone prima di tutto l’attenzione sul lato visivo: dopo averne visto colore e trasparenza, si fa roteare la bevanda nel bicchiere, muovendo circolarmente il polso.
Questa operazione porta alla formazione di un anello di liquido sulle pareti del bicchiere, da cui scendono delle gocce, note come lacrime o più comunemente archetti.
La motivazione deve essere riscontrata in un principio della fisica: si tratta dell’Effetto Marangoni, fenomeno che prende il nome dallo studioso che ha studiato la tensione superficiale dei liquidi.
Tutto si deve alla composizione chimica del vino: al suo interno vi è sia acqua che alcool etilico. I due elementi evaporano velocemente e, tra i due, lo fa in minor tempo l’alcool.
Nella fase di rotazione del bicchiere, la tensione superficiale del liquido aumenta e permette la formazione di un anello sulle pareti del bicchiere.
Una volta osservato questo fenomeno, sale la curiosità su cosa possano indicare questi anelli.
Cosa indicano gli archetti di vino nel bicchiere
Dal vino rosso al vino bianco, questa è una delle bevande che maggiormente accompagnano le tavole degli italiani e di tutto il mondo e tante sono le curiosità che la riguardano, come per esempio il perché le bottiglie di vino hanno il fondo concavo.
Davanti agli anelli formati nel bicchiere di vino, la domanda che sorge spontanea è legata a cosa possano indicare e se ci sia un legame con la gradazione alcolica del vino.
La risposta è affermativa: quanto minore è la distanza tra le gocce e la forma più appuntita degli archetti, maggiore sarà il contenuto di alcool ed estratti del vino.
Al contrario, gocce più spesse e rotonde, come tra l’altro anche una maggiore distanza tra le lacrime, sono indice di una minore gradazione alcolica e di minore concentrazione degli altri ingredienti.
Quali sono le condizioni per osservare al meglio questo fenomeno? Ecco i dettagli.
Le regole per osservare al meglio gli archetti di vino nel bicchiere
Vi sono delle dinamiche che possono intervenire nella visione degli archetti nel bicchiere.
La tensione superficiale dipende infatti dalla superficie della parete del bicchiere: fondamentale quindi la sua modalità di lavaggio, come anche il suo risciacquo e la sua asciugatura.
Prodotti come detersivo, brillantante e anticalcare producono dei depositi sulla superficie che modificano la reazione del vino sulla superficie.
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