Long Covid, gli 8 sintomi più comuni: come individuali e cosa fare per curarli

L'Organizzazione Mondiale di Sanità ha individuato i sintomi della Sindrome di Long Covid: ecco gli 8 più comuni e come curarli!

Dopo due anni di ricerche sul Covid abbiamo imparato che i sintomi perdurano anche dopo mesi dalla negativizzazione del paziente. I sintomi del long covid colpiscono più della metà degli infettati, secondo uno studio condotto dal Penn State College of Medicin.

Insomma, il long covid secondo l’Organizzazione Mondiale di Sanità è diventato un “post Covid-19 condition”, ossia una condizione di persistenza di segni e sintomi che continuano a manifestarsi anche oltre le 12 settimane dal termine della fase acuta della malattia.

Della sindrome di long covid si sa ancora molto poco, soprattutto perché la ricerca è ancora in corso e serve tempo per raccogliere dati sufficienti a trarre delle conclusioni. Inoltre, per i ricercatori è molto difficile inquadrare la condizione anche perché i sintomi sono molto diversi da persona a persona.

A complicare ulteriormente la ricerca è lo sviluppo continuo di varianti, che procurano una sintomatologia molto differente rispetto alle prime varianti delle prime ondate covid. Ma cos’è la “post Covid-19 condition”, o sindrome Long Covid

È possibile capire ed individuare i sintomi? E chi sarebbero le persone maggiormente a rischio? Ecco gli 8 sintomi di Long Covid più comuni che perdurano più a lungo nel tempo.

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Sintomi che coinvolgono le vie respiratorie

I primi sintomi del Long Covid sono quelli che coinvolgono le vie respiratorie, in poche parole, i polmoni. Affaticamento e mancanza di fiato sono quelli più comuni. Seguono poi sintomi come pressione o peso al torace e una tosse persistente causata dalla polmonite (che nei casi gravi ha portato molti pazienti in terapia intensiva).

Altro sintomo da long covid è l’asma post infezione da Sars CoV 2. Per riuscire ad avere una diagnosi certa è necessario effettuare una radiografia al torace e, nei casi particolari, una TAC ad alta risoluzione senza contrasto, a cui si possono aggiungere anche degli esami del sangue completi e una visita cardiologica.

Per questo bisogna rivolgersi prima di tutto al medico di base e poi ad uno pneumologo che deciderà la terapia più appropriata in base al disturbo del paziente.

Stanchezza e senso di debolezza

Altro sintomo di long covid che più si protrae nel tempo è la stanchezza e la debolezza muscolare. Sono più della metà degli infettati a soffrire di questo sintomo, in particolare, 6 pazienti su 10.

La maggior parte dei pazienti dichiarano di accusare uno stato di debolezza profondo e innaturale che va a influenzare anche lo svolgimento delle normali attività quotidiane. Si tratta, perciò, di uno stato di stanchezza fisica invalidante.

Purtroppo, però, non esistono terapie specifiche in grado di ridurre la stanchezza. L’unica “terapia” possibile è adottare un’alimentazione equilibrata, integrare il corpo con l’assunzione di integratori specifici e regolare l’attività fisica.

Questi piccoli accorgimenti, possono sembrare banali, ma possono davvero fare la differenza nella riabilitazione.

Sintomi a carico del cuore: “cardiopalmo”, ossia ritmo cardiaco irregolare

Il covid è molto bravo a colpire i punti deboli del nostro corpo tanto che le persone maggiormente a rischio sono appunto i soggetti fragili, ma soprattutto quelli che soffrono di malattie cardiache.

Dopo l’infezione, infatti, proprio quest’ultimi, accusano dispnea (mancanza di fiato), dolore al petto e cardiopalmo, ossia un ritmo cardiaco irregolare. Chi presenta questi sintomi per più di 2 o 3 settimane deve assolutamente rivolgersi al proprio cardiologo per effettuare un eco e un elettrocardiogramma.

Questi vanno poi integrati con un esame del sangue e un test da sforzo cardiopolmonare. Se il problema dovesse essere trascurato, il soggetto potrebbe sviluppare un’infiammazione del muscolo cardiaco o una disfunzione e dilatazione del cuore fino ad arrivare ad uno scompenso cardiaco.

Perdita di gusto e olfatto 

La perdita di gusto e olfatto sono i sintomi più comuni da infezione da Sars CoV 2.

Si stima, infatti, che circa il 65-67% dei soggetti infetti accusasse parosmia (alterata percezione), cacosmia (percezione di cattivi odori), anosmia (perdita di olfatto), fantosmia (percezione di odori assenti) e iposmia (riduzione della percezione degli odori). Questi sintomi, però, possono protrarsi anche dopo la negativizzazione del soggetto.

Non esistono delle terapie in grado di far tornare la situazione alla normalità e, comunque, nella maggior parte dei casi questi sintomi scompaiono nel giro di due settimane.

Perdita di capelli ed eruzioni cutanee

Durante la fase iniziale della malattia possono comparire delle lesioni, a cui si associa prurito e orticaria. Queste lesioni possono manifestarsi sull’addome, sul tronco, sulle arti superiori, mani e piedi. Inoltre, possono persistere nei pazienti che hanno contratto una forma moderata o grave di Covid. 

La caduta dei capelli, invece, perdura per più tempo. In media, questo sintomo può persistere fino a un paio di mesi. Come per tutte le malattie dermatologiche, è importante rivolgersi ad un dermatologo che potrà individuare la terapia più appropriata.

Disturbi gastrointestinali e perdita di concentrazione

I disturbi gastrointestinali coinvolgono il 30% dei soggetti che hanno contratto il Covid. I sintomi più comuni sono diarrea, nausea, vomito, dolore addominale e inappetenza. Generalmente questi scompaiono da soli, ma se non dovesse accadere consigliamo di effettuare una visita da un gastroenterologo.

Altro sintomo di long covid è la perdita di concentrazione e l’affaticamento mentale. Purtroppo, però, in casi particolari, si possono manifestare anche altre complicanze psichiatriche come ansia, disturbo post-traumatico da stress, disturbi cognitivi, disturbo del sonno e disturbo ossessivo compulsivo.

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