OVS in rally dopo i dati preliminari

Batte la guidance di dicembre e torna ai livelli del pre pandemia. La casa di #OVS, #Upim, #Piombo e #Stefanel affronta le nuove sfide, a partire dai rincari.

Seduta brillante per OVS dopo la pubblicazione di alcuni dati preliminari che battono le attese. La società guidata dall’amministratore delegato Stefano Beraldo segna le migliori performance del Ftse Italia Mid Cap con un rally dell’8,48% che riporta i corsi a 2,65 euro e la capitalizzazione a 712,7 milioni di euro.

In pratica OVS è riuscita già a tornare sul livello del 2019, nonostante i lockdown del primo trimestre dello scorso anno e la recrudescenza della pandemia a fine esercizio. Le vendite dei 12 mesi al 31 gennaio 2022 balzano così del 34,6% a 1,36 miliardi di euro. È un dato che stupisce favorevolmente il mercato perché la guidance sulle vendite dell’esercizio era già stata alzata nel range tra 1,33 e 1,35 miliardi con la pubblicazione dei dati dei primi nove mesi e il dato di oggi va ancora oltre.

OVS, le vendite battono le attese

Nel quarto trimestre il gruppo OVS ha segnato un balzo delle vendite del 35% a 380 milioni di euro, tornando anche in questo caso al pre Covid. 

Il canale e-commerce nell’esercizio è cresciuto del 23% raggiungendo un balzo del 100% sui dati del 2019.

Beraldo ha anche aggiunto:

L’andamento delle vendite, accompagnato da un primo margine solido, e l’efficace gestione della struttura dei costi, ci consentono di confermare l’indicazione del risultato di EBITDA per l’anno 2021 nella parte alta delle stime fornite al mercato il 15 dicembre 2021.Il flusso di cassa operativo (escludendo i proventi derivanti dall’aumento di capitale) ha superato i 120 milioni di Euro.

Segnatamente le stime di dicembre indicavano un ebitda rettificato tra i 135 e i 145 milioni di euro e dunque i risultati del gruppo dovrebbero avvicinarsi a quest’ultima cifra.

La cassa era attesa a 110-120 milioni di euro, quindi una piacevole sorpresa è giunta anche su questo fronte.

OVS, altre novità positive

Di conseguenza sono giunti segnali incoraggianti anche sul fronte patrimoniale del gruppo che controlla i marchi OVS, UPIM, PIOMBO e STEFANEL. La società ha indicato un indebitamento finanziario netto rettificato di circa 198 milioni di euro. Un altro dato che batte le attese poste poco più di un mese fa a 210-220 milioni di euro.

Ciliegina sulla torta, il gruppo ha annunciato un buyback da 10 milioni di euro teso a stabilizzare i corsi, a fare magazzino titoli, ad alimentare i meccanismi di incentivazione. L’autorizzazione al buyback è valida fino al 28 novembre prossimo.

OVS, ancora riassetti manageriali e un contesto in evoluzione

Altre novità sul fronte del management. Antonio Margotti, che ricopre la carica di Direttore Sourcing, Operations e Sustainability, e Carmine di Virgilio, che ricopre la carica di Direttore OVS Retail Italia, sono stati nominati dirigenti con responsabilità strategiche dal consiglio di amministrazione. Le loro aree vengono rafforzate e riorganizzate, a Margotti nuovo focus sulla sostenibilità in relazione alle attività di sourcing e operations; a Di Virgilio la responsabilità del network OVS in Italia e della rete Stefanel.

Risponderanno direttamente all’ad, come Matteo Molon, che di recente ha assunto la responsabilità del Digital Business, che comprende anche e-commerce e customer relationships management.

Sono però giunte da OVS anche alcune ulteriori note di contesto. Persistono le incertezze derivanti dall’emergenza sanitaria e dalle tensioni sui costi, ma il gruppo ritiene di essere ben posizionato per offrire ai clienti la migliore combinazione qualità/prezzo: potrebbe essere un fattore decisivo nella generale tendenza al rialzo dei prezzi. OVS continua a migliorare il prodotto, a rinnovare la rete, a digitalizzare i processi e l’ecommerce, a ricercare sinergie di sourcing per il contenimento dei costi. Chiaramente l’accelerazione sulla sostenibilità avrà un’influenza pervasiva sulle strategie. Dovrebbe derivarne una difesa della redditività e della generazione di cassa. 

Già a dicembre, dopo la recente acquisizione di Stefanel, OVS segnalava misure di contenimento dei costi, dalla concentrazione sul trasporto navale, limitando la massimo quello aereo, alle contrattazioni commerciali sul versante dei noli, al tentativo di condividere con i fornitori il peso del rincaro delle materie prime. Su questo fronte la società si aspettava di potere contenere più di altri competitor i rincari finali per i consumatori grazie alla sua integrazione verticale, agli importanti volumi di acquisto e alle solide relazioni con i fornitori. 

Le sfide non sono dunque finite, anche se OVS si presenta all’appuntamento con questa fase della crisi con una situazione rafforzata dai proventi dell’aumento di capitale (81 milioni di euro) e quindi con un leverage sull’ebitda ridotto in maniera consistente. Gli ultimi dati pubblicati, come detto, premiano il lavoro fatto negli ultimi mesi.

(Giovanni Digiacomo)

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