Non solo la pensione: Renato Brunetta avrà uno stipendio come presidente del Cnel

Non solo la pensione da docente universitario, Renato Brunetta percepirà anche uno stipendio come presidente del Cnel: ecco a quanto ammonta.

Non tutti possono dichiarare di avere la stessa fortuna di Renato Brunetta, oggi come non mai. Oltre alla pensione da docente universitario, l’ex ministro di Berlusconi percepirà uno stipendio come presidente del Cnel. Com’è possibile? Grazie ad una norma infilata nel decreto Pnrr dal Governo Meloni.

Renato Brunetta: arriva lo stipendio come presidente del Cnel

Qualche tempo fa, quando si annunciò il ritorno di Renato Brunetta come presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel) si sottolineò che l’ex ministro del Governo Berlusconi accettava l’incarico senza percepire uno stipendio. Oggi, grazie ad una norma ad hoc inserita nel decreto Pnrr, cambiano le carte in tavola.

Così come Piero Ciucci, che lavorava alla Società Stretto di Messina senza emolumenti ma grazie a un’altra norma ad personam percepisce una retribuzione di 240 mila euro lordi l’anno, anche Brunetta incasserà uno stipendio di tutto rispetto.

Il Corriere della Sera chiarisce che Renato potrà ricevere un compenso per il ruolo da presidente del Cnel nonostante sia percettore di una pensione come docente universitario. Ciò è quanto stabilisce l’articolo 10 del provvedimento all’esame della Camera, che deroga per “il presidente e i componenti del Cnel” il divieto generale previsto dal 2012.

A quanto ammonta lo stipendio di Brunetta come presidente Cnel?

La legge del 2012, è bene sottolinearlo, proibisce di dare incarichi onerosi nella Pa a persone che siano già in pensione. Brunetta, grazie ad una delle tante deroghe ad personam che i Governi che si alternano al potere creano per i propri comodi, incasserà una retribuzione più che generosa.

L’articolo 10 stabilisce che, “ai fini della nomina del Presidente e dei componenti del Cnel”, decadono “le limitazioni previste dall’articolo 5, comma 9, del decreto-legge n. 95 del 2012“. Insomma, la solita storia: fatta la legge, trovato l’inganno.

La Stampa ricorda che tutti gli oneri che derivano dall’articolo 10 – 338mila euro per il 2024 e 1,17 milioni l’anno dal 2025 – dovranno essere sostenuti dal Cnel “nei limiti dei trasferimenti annualmente assegnati”, pari a 7,1 milioni l’anno. Come reagirà Brunetta? Non dimentichiamo che Renato è stato in prima linea nella bocciatura del salario minimo per i lavoratori dipendenti. Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera, ha dichiarato:

Bella ricompensa per colui che, mesi fa, ha affossato le aspettative di milioni di cittadini sottopagati e con salari da fame. Non c’è che dire, dopo Il ritorno dei vitalizi ora Giorgia Meloni lancia un altro bel messaggio al Paese.

Sulla stessa linea Nicola Fratoianni, deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra e segretario nazionale di Sinistra Italiana, che ha dichiarato:

Oggi comprendiamo quale utilità abbia avuto il Cnel: non è riuscito a risolvere il problema degli stipendi bassi dei lavoratori, ma certamente ha dato uno stipendio. A Brunetta. Ora siamo tutti più sollevati.

Fabrizia Volponi
Fabrizia Volponi
Copywriter, classe 1985. Laureata in Scienze Storiche presso l'Università La Sapienza di Roma, con una seconda laurea in Scienze Religiose alla Pontificia Università Lateranense, ho una passione per la scrittura e la lettura. Ideatrice di un blog dedicato ai libri, il mio motto è πάντα ῥεῖ, tutto scorre.
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