Riforma catasto: cosa cambia per Imu, Isee e successione

La riforma del catasto implica l'introduzione di una nuova patrimoniale sulla casa, costituita da un'Imu più cara ed un'Isee più alta.

La riforma del catasto implica l’introduzione di una nuova patrimoniale sulla casa, costituita da un’Imu più cara ed un’Isee più alta. È questo il timore che accomuna i movimenti politici del centrodestra, ma che è anche condiviso da molti osservatori. La riforma del catasto inciderà sulle imposte dirette, su quelle indirette e sulle agevolazioni fiscali. I proprietari immobiliari saranno colpiti direttamente attraverso l’Imu. Anche chi possiede esclusivamente l’abitazione principale dovrà confrontarsi con gli aggiornamenti Isee, che andrà ad incidere sulle varie agevolazioni fiscali di cui stanno usufruendo.

Gli esperti del settore temono che possano arrivare anche degli aumenti nell’imposta di successione, nel caso in cui le nuove rendite dovessero determinare il superamento di alcune franchigie, che sono previste dalla normativa attualmente in vigore. Ma non solo, i meccanismi di adeguamento periodico, che sono stati previsti all’interno dell’articolo 6 comma 2 lettera c della Delega Fiscale, rendono l’imposta di incerta quantificazione nel futuro e quindi risulterebbe manipolabile dal legislatore, nel caso in cui fosse necessario. La riforma del catasto, quindi, sembra portarsi dietro una patrimoniale vera e propria, nascosta tra i pagamenti dell’Imu e la nuova Isee.

Riforma del catasto, cosa cambia per l’Imu

La riforma del catasto avrà delle ripercussioni immediate su Imu e sull’Isee. Il nodo fondamentale che porterà a modificare lo stato dell’arte delle tasse da pagare arriva grazie all’articolo 6 della Delega fiscale. La rendita catastale verrà determinata seguendo nuove regole: per ogni singolo immobile sarà attribuita un valore patrimoniale ed una rendita aggiornata agli attuali valori di mercato. Ma questo non basta: il valore patrimoniale e la rendita di mercato verranno periodicamente adeguati, anche se al momento non è stato spiegato quali meccanismi verranno utilizzati in futuro.

Quando la riforma del catasto sarà completata e l’aggiornamento diventerà effettivo, l’imponibile su cui quantificare l’Imu da pagare potrebbe essere basato proprio sulla rendita di mercato. Questo significa che l’imposizione diretta di tipo patrimoniale sulla casa sarà aggiornato ai correnti valori di mercato, portando ad un possibile aumento delle imposte da pagare. I maggiori costi non si rifletterebbero unicamente sull’Imu, ma inciderebbero anche sulle imposte dirette: la nuova rendita, che potrebbe essere maggiorata dai valori di mercato, incrementerebbe l’Irpef dovuta sugli immobili non locati, che siano ubicati nello stesso comune nel quale si trova l’abitazione principale del proprietario.

Questo, purtroppo, ancora non basta. I contribuenti si dovranno aspettare anche degli aumenti delle imposte indirette, ossia quei tributi che devono essere pagati nel momento in cui si acquista un immobile o nel caso in cui si dovesse aprire una successione ereditaria. Nel primo caso ad aumentare potrebbe essere l’imposta di registro; nel secondo, invece, la rendita di mercato o il nuovo valore patrimoniale – nel caso in cui dovessero sostituire l’attuale meccanismo di calcolo che prevede l’applicazione di moltiplicatori fissi alla rendita catastale – potrebbero portare al superamento delle franchigie, che attualmente la normativa prevede. Quando si dovesse aprire una successione ereditaria, ci si potrebbe trovare nella situazione di versare delle imposte di successione, che altrimenti non sarebbero dovute. Sempre in caso di successione poi l’aumento della rendita o l’utilizzo dei valori porterebbe ad un correlato incremento delle imposte ipo-catastali dovute per le volture degli immobili.

Cambia anche l’Isee

Brutte notizie anche per l’Isee, che ricordiamo è indispensabile per riuscire ad ottenere le più importanti agevolazioni fiscali, come l’assegno unico per i figli a carico. Per riuscire ad ottenere l’Isee aggiornato è infatti necessario tenere in considerazione tutti gli immobili di proprietà, compresa l’abitazione principale. Per la quantificazione del valore degli stessi viene utilizzata la base imponibile Imu.

Appare abbastanza scontato, a questo punto, che nel caso in cui si dovessero utilizzare le rendite di mercato di conseguenza verrà incrementato anche il valore dell’indicatore Isee. Il rischio è quello di perdere le agevolazioni di cui si sta usufruendo. In alcuni casi potrebbero, ovviamente, non essere perse completamente, ma solo ridotte in maniera proporzionata.

Secondo il quotidiano ItaliaOggi:

L’adeguamento periodico, indicato nella delega fiscale, dei valori patrimoniali e delle rendite, effettuato sulla base di meccanismi attualmente non noti, rende il gettito non certo, quantificabile e soprattutto strutturabile sulla base delle esigenze o propositi del legislatore di turno. Questo di fatto è un ulteriore rischio per i proprietari che posso vedere l’imposizione incrementata da un anno all’altro (appare difficile ipotizzare il contrario ovvero una riduzione delle rendite) e rappresenta un freno per il mercato non potendo gli acquirenti conoscere l’effettivo costo di “gestione” un un’unità immobiliare.

Le rassicurazioni di Draghi

Intervenendo in più occasioni, il premier Mario Draghi aveva ribadito che la riforma del catasto non avrebbe comportato l’arrivo di nessuna patrimoniale, né un aumento dell’Imu o di altre tasse.

È un’operazione di trasparenza fiscale – aveva affermato nel corso degli scorsi mesi Mario Draghi – per riequilibrare il carico fiscale, perché è evidente come ci siano tante persone che pagano troppo e tante che pagano di meno di quanto dovuto. È un’operazione di trasparenza fiscale e alcuni esperti dicono che la maggioranza dei contribuenti finirà per pagare meno.

Draghi ha poi ribadito che il Governo non ha intenzione di tassare le case degli Italiani. Il sospetto, però, è che a tassarle siano quelli che arriveranno in futuro, quando la riforma del catasto sia conclusa.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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