Assegno unico 2021: e i pagamenti? Risposte Inps sui social

Le domande per l’assegno unico 2021 sono aperte dal 1° luglio scorso. Chi si è premunito di Isee ed è stato tempestivo, aspettava già i primi pagamenti. Ancora in realtà nulla è stato bonificato, motivo per cui gli aventi diritto incalzano l’Inps. Che risponde così.

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Le domande per l’assegno unico 2021 sono aperte dal 1° luglio scorso. Chi si è premunito di Isee ed è stato tempestivo, aspettava già i primi pagamenti. Ancora in realtà nulla è stato bonificato, motivo per cui gli aventi diritto incalzano l’Inps. Che risponde così.

I ragguagli da parte dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale sono arrivati sui social network, nella fattispecie sull’account ufficiale di Twitter, dove è a disposizione il servizio contraddistinto dall’hashtag #INPSinascolto. 

Come si legge da un retweet a una cittadina, che ha presentato domanda il 9 luglio senza ancora aver ricevuto esito, l’Inps risponde

le domande effettuate a luglio riceveranno esito entro agosto. Molte domande sono state già lavorate ed evase. Deve attendere, ci dispiace.

Da qui, verosimilmente l’Inps o meglio il sistema automatizzato che l’Istituto utilizza, procederà in ordine cronologico, senza alcun tipo di priorità, se non appunto la data di inoltro della domanda.

Discorso diverso per quanto concerne i percettori del reddito di cittadinanza o di base.

Vediamo dunque nel dettaglio chi ha diritto a ricevere l’assegno unico 2021, come controllare l’arrivo dei pagamenti, gli importi spettanti e come procedere con la domanda entro settembre (per non perdere in via definitiva il beneficio!).

Assegno unico 2021, a chi spetta

Si tratta di un sussidio che va a racchiudere, sotto lo stesso cappello, tutti i benefici e le agevolazioni spettanti a oggi a chi ha figli minorenni, come ad esempio il bonus bebè, mamma domani, asilo nido e via di seguito (nonché gli assegni familiari, per chi li percepisce). 

Proprio per tale motivo si definisce “unico” ma non solo. È anche universale, in quanto spetta a tutti i lavoratori dipendenti sia del settore pubblico che privato, così come ai disoccupati e ai lavoratori autonomi (che appunto gli assegni per i figli non li hanno mai percepiti).

Una piccola precisazione è doverosa: in alcuni casi è possibile percepire l’assegno anche per i figli maggiorenni fino all’età di 21 anni ma solo a due condizioni. La prima è che non lavorino e quindi non percepiscano un reddito personale. La seconda è che risultino comunque coinvolti in attività formative ad esempio, in tirocini oppure nel servizio civile.

L’estensione dell’assegno avviene però in maniera graduale, nell’arco di sei mesi, ed è prevista la copertura totale della platea dei beneficiari solo entro gennaio 2022.

Dal luglio di quest’anno la misura entrerà in vigore per i lavoratori autonomi e i disoccupati, che oggi non hanno accesso agli assegni familiari. Nel 2022, la estenderemo a tutti gli altri lavoratori, che nell’immediato vedranno un aumento degli assegni esistenti.

La precedenza dunque va in questo momento a chi è disoccupato, a chi percepisce il reddito di cittadinanza e ai liberi professionisti (e in generale a tutti i titolari di partita Iva) che non hanno mai potuto beneficiare degli assegni familiari.

Se dunque per i lavoratori autonomi, come già sottolineato, il gap da calcolare tra invio della domanda e ottenimento dell’assegno unico resta un po’ un punto interrogativo, non così per chi invece percepisce il reddito di cittadinanza.

Coloro che ricevono tale sussidio infatti non devono presentare domanda e si vedranno accreditare l’importo spettante in data certa, direttamente sulla ricarica del mese di settembre (contemplando ovviamente anche gli arretrati relativi ai mesi di luglio e agosto).

Infine, per quanto riguarda i lavoratori stranieri, per ottenere l’assegno unico 2021 per il proprio figlio o figli è necessario che risultino residenti in Italia da almeno due anni o comunque titolari di un permesso di soggiorno di durata almeno di sei mesi.

Come viene erogato l’assegno unico 2021?

Nell’attesa che l’Inps elabori la propria pratica dunque, non resta che controllare giorno dopo giorno il conto corrente indicato nella domanda. Infatti Iban e codice fiscale sono le sole due informazioni da inserire nel sistema per poter procedere con la richiesta.

Gli importi che arriveranno da qui a settembre sono comprensivi anche delle mensilità arretrate. Quindi chi riceverà i primi pagamenti già entro domani 31 agosto, nel totale avrà già le somme spettanti anche relative al mese di luglio. Chi invece ha proceduto con la domanda nel corso di questo mese di agosto, allora riceverà i soldi dopo circa 40/50 giorni, includendo le somme di luglio, agosto e settembre e così via.

Il termine ultimo per presentare domanda senza perdere anche il beneficio della retroattività (quindi le tre mensilità al completo) è il 30 settembre 2021

Trascorsa questa data, si perde tutto! Questo sta a significare che, inoltrando la richiesta per l’assegno unico 2021 nel mese di ottobre, il pagamento arriverà in riferimento a quel mese e poi a seguire, perdendo di fatto tutto il denaro spettante per i mesi di luglio, agosto e settembre 2021.

Vale la pena ricordare che le somme percepite tramite assegno unico 2021 non concorrono alla formazione del proprio reddito (quindi non risultano tassabili).

Come si calcola l’assegno unico 2021?

Per procedere con un calcolo di quanto spetta ricevere grazie all’assegno unico 2021, è necessario tenere in considerazione:

  • il valore dell’Isee relativo al proprio nucleo familiare
  • il numero di figli minori (o under 21 con determinati requisiti)
  • la situazione lavorativa ovvero se si è titolare di partita Iva oppure percettore di reddito di cittadinanza

L’inps infatti ha reso note le tabelle con gli importi per l’assegno unico 2021, tramite decreto legge n.79/2021. Si tratta di una misura di sostegno al reddito, progressiva rispetto a quest’ultimo:

Nel quinto più povero si osservano il 10,4% delle famiglie beneficiarie dell’assegno temporaneo a fronte dell’1,3% di quello più ricco. Similmente, la maggiorazione degli assegni al nucleo familiare favorisce il 22,6% delle famiglie nel primo quinto e solo il 3,7% dell’ultimo». 

Questi variano a seconda che la famiglia abbia fino a 2 o a 3 figli e in base alle fasce di Isee,con soglia minima prevista di 7 mila euro e massima di 50 mila, al di sopra della quale non si ha più diritto a percepire l’assegno.

I calcoli per chi percepisce il reddito di cittadinanza sono differenti. Infatti per loro si tratta di un’integrazione, dal momento che una parte del reddito spettante ogni mese contempla già la quota di sostegno per i figli.

Assegno unico 2021, come richiederlo

Come già abbiamo avuto modo di mettere in evidenza, è bene essere tempestivi nella presentazione delle domande, entro il 30 settembre 2021.

Questo proprio per scongiurare il rischio di perdere tre mensilità, semplicemente per distrazione o mancanza di “tempo” nell’inoltrare la pratica.

Tra l’altro la procedura sul portale Inps risulta davvero semplificata.

Infatti è sufficiente avere a portata di mano il codice fiscale e l’Iban di riferimento, su cui si desidera l’accredito degli importi. Per il resto è lo stesso sistema informatico che è in grado di recuperare automaticamente i dati che occorrono. 

In alternativa è possibile recarsi presso uno sportello CAF o un patronato oppure rivolgersi al proprio commercialista di fiducia, visto che gli attuali aventi diritto all’assegno unico 2021 sono i titolari di partita IVA (abituati a confrontarsi con questo tipo di consulente!).

La prima deadline dunque è fissata al 30 settembre. Dopo tale data, si mantiene comunque il diritto al sussidio ma si perde in automatico l’accredito delle tre mensilità spettanti a partire dal 1°luglio 2021 (giorno relativo all’entrata in vigore dell’assegno).

La seconda deadline fissa la scadenza per le domande entro e non oltre il 31 dicembre 2021.In questo caso l’assegno unico inizierà a essere accreditato sul conto corrente a partire dal mese in cui è stata inoltrata la relativa richiesta.

Assegno unico 2021: ancora poche le domande. È un flop?

È sempre l’Inps a diffondere i dati ufficiali a tal riguardo. Il calcolo stimato è che le famiglie a cui spetta l’assegno unico 2021 sono in questa fase circa 1,8 milioni mentre soltanto 352 mila hanno a oggi inoltrato la richiesta per ottenerlo.

In pratica, una famiglia su cinque.

Che si tratti davvero di un insuccesso?

Innanzitutto va precisato che il totale, per quanto riguarda questa operazione-ponte, fino al 31 dicembre 2021, contempla anche i percettori di reddito di cittadinanza. Questi ultimi invece, come abbiamo già avuto modo di mettere in evidenza, non sono tenuti a presentare la domanda. Questo perché i calcoli sono differenti e l’integrazione arriverà direttamente con la ricarica di settembre.

C’è poi da sottolineare che l’altra parte dei beneficiari è costituita dai titolari di partita Iva

Molti di loro si affidano in automatico al commercialista di fiducia per poter inoltrare tale domanda e quindi bisogna mettere in conto il fatto che anche questa categoria di professionisti ha goduto di un periodo di vacanza, durante il mese di agosto!

Verosimilmente dunque, con la ripresa delle attività lavorative, i titolari di partita Iva solleciteranno i propri consulenti per l’invio delle domande. 

Inoltre, bisogna tenere in considerazione il fatto che a luglio i patronati e i Caf erano “intasati” per la grande mole di richieste pervenute relativamente all’ottenimento dell’attestazione Isee. Solo con tale documento infatti è possibile procedere con le domande per l’assegno unico 2021. 

L’altro dato che è interessante analizzare è che la maggior parte delle richieste per ricevere l’assegno unico 2021 sono giunte dalla Lombardia. Ma anche in questo caso, è utile allargare lo sguardo e soffermarsi magari sul fatto che in questa regione i titolari di partita Iva sono sicuramente più numerosi rispetto ad altre regioni d’Italia, vista la concentrazione di piccole e medie imprese e liberi professionisti o freelance.

A ogni modo, sarà possibile tirare le somme sull’efficacia di tale misura solo nel momento in cui l’assegno unico non sarà più temporaneo bensì definitivo, includendo anche tutti i lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che di quello privato.