Assegno unico: come ricevere gli arretrati in 5 mosse

Al via le domande per l’assegno unico: sei certo di averla inoltrata correttamente? Soprattutto, fai attenzione ai tempi per non perdere il diritto agli arretrati che, in alcuni casi, possono ammontare anche a più di mille euro. Leggi l’articolo per avere la sicurezza di riceverli senza intoppi a partire da marzo!

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L’assegno unico è quella integrazione che i contribuenti possono ricevere per i figli a carico, cioè come riporta la Cisl:

un beneficio economico riconosciuto ai nuclei familiari in cui sono presenti figli a carico entro determinati limiti di età, sulla base della situazione economica del nucleo fotografata dall’Isee in corso di validità.

Da quest’anno, l’assegno unico va a sostituire altre integrazioni economiche a cui ci eravamo abituati negli anni precedenti, ossia il bonus mamma (premio alla nascita), il bonus bebè (assegno di natalità), le detrazioni per i figli a carico fino ai 21 anni, gli Assegni per il Nucleo Familiare (ANF) e il bonus tre figli. Da qui deriva il nome di assegno unico universale.

Le domande per ricevere l’assegno unico – con o senza Isee: vedremo cosa cambia nell’articolo – sono partite l’1 gennaio e possono essere inoltrate fino al 30 giugno di quest’anno. Chi è ritardatario cronico, può presentare domanda anche da luglio in poi, ma attenzione, In questo caso si perde il diritto a ricevere gli arretrati!

Meglio dunque prendersi per tempo e vedere passo per passo come non perdere il diritto agli arretrati dell’assegno unico – in fondo, dato il caro bollette di luce e gas a cui stiamo assistendo, un sostegno economico in più almeno per le spese dei figli fa sempre comodo!

Assegno unico: pagamenti in arrivo a marzo

Non c’è da preoccuparsi se i pagamenti dell’assegno unico non sono ancora arrivati: infatti, partiranno dall’1 marzo. Prerogativa imprescindibile per ricevere l’assegno unico da marzo è però quella di avere già inoltrato l’apposita domanda all’Inps.

Gli importi che saranno accreditati dipenderanno dalla situazione dei singoli nuclei familiari - per esempio, numero di figli a carico, età, disabilità – e dall’Isee presentato. 

In generale, la tabella Isee per quanto riguarda l’assegno unico pubblicata dal Ministero dell’Economia e della Finanza riporta i seguenti importi mensili per figlio:

  • Isee fino a 15mila euro => da 85 a 175 euro 
  • Isee tra 15mila e 20mila euro => da 73 a 150 euro
  • Isee tra 20mila e 25mila euro => da 61 a 125 euro
  • Isee tra 25mila e 30mila euro => da 49 a 100 euro
  • Isee tra 30mila e 35mila euro => da 37 a 75 euro
  • Isee oltre 40mila euro => da 25 a 50 euro

Questi sono i valori base dell’assegno unico, a cui poi possono essere aggiunte maggiorazioni più o meno consistenti in dipendenza del numero di figli a carico – per esempio se più di due – o dell’eventuale grado di disabilità.

Assegno unico senza presentare l’Isee. La presentazione dell’Isee non costituisce una discriminante per ricevere o meno l’assegno unico, proprio perché, come sostiene Massimo Baldini, docente di Scienza delle Finanze presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, esso rappresenta una misura contro la povertà:

che garantisca a tutti i figli il diritto al sostegno e correli solo debolmente il trasferimento alle condizioni economiche della famiglia [...]. È auspicabile quindi che l’importo non si azzeri oltre una certa soglia di reddito o di Isee.

Tuttavia, bisogna sottolineare che senza Isee, verrà erogato l’importo minimo previsto dall’assegno unico, che si aggira sui 50 euro mensili per figlio a carico, pur senza perdere il diritto agli arretrati.

A chi spetta l'assegno unico

L’assegno unico viene percepito da tutti i nuclei familiari che abbiano figli minorennidal settimo mese di gravidanza – o maggiorenni – fino a 21 anni – a carico. Questi ultimi hanno diritto all’assegno unico solo se: sono ancora studenti; sono tirocinanti o lavoratori il cui reddito annuo è inferiore agli 8mila euro; sono disoccupati in cerca di lavoro presso un centro per l’impiego; stanno svolgendo il servizio civile universale. Non esistono, invece, vincoli di età o lavoro per i figli disabili a carico.

Inoltre, il genitore che richiede l’assegno unico deve: possedere cittadinanza italiana oppure di uno Stato dell’Unione Europea; pagare l’Irpef in Italia; avere residenza o domicilio nel nostro Paese; essere residente in Italia da almeno due anni con contratto di lavoro a tempo determinato (minimo sei mesi) o indeterminato.

Il nuovo assegno unico universale, inoltre, può essere richiesto anche dai cittadini incapienti o dai lavoratori autonomi titolari di partita Iva

Inoltre è compatibile con una serie di altre misure varate dal Governo per aiutare gli italiani che a causa di questi tempi di crisi economica, pandemia e caro bollette si sono trovati in difficoltà. 

Infatti, hanno diritto all’assegno unico anche coloro che ricevono il Reddito di Cittadinanza o il bonus asilo nido – una delle poche misure che non è stata assorbita dall’assegno unico universale –.

(A proposito di bonus asilo nido, se interessato, leggi: Bonus Asilo Nido 2022, come richiederlo e i nuovi importi.)

Il caso dei genitori separati. Il genitore che richiede l’assegno unico deve indicare anche il codice fiscale dell’ex coniuge e ognuno dei due riceverà il 50% dell’importo spettante, a prescindere dal versamento o meno dell’assegno di mantenimento. Si può anche chiedere che l’assegno venga erogato per intero soltanto a uno dei due genitori, ma resta il fatto che l’altro deve dare il suo nullaosta confermando la scelta in sede di domanda all’Inps.

Assegno unico: arrivano anche i pagamenti arretrati?

Assolutamente sì! L’assegno unico ha, per così dire, carattere retroattivo. Infatti, se la domanda viene correttamente inoltrata all’Inps nei termini previsti, al richiedente spetta anche il pagamento degli arretrati da marzo in poi.

Tuttavia, potrebbero esserci dei ritardi dovuti sia ai tempi di elaborazione delle domande da parte dell’Inps – circa 60 giorni – sia al numero di domande ricevuto: in data 30 gennaio, infatti, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha reso noto che da inizio anno sono arrivate ben 1.123.348 domande!

Perciò, se la domanda è stata presentata correttamente, è inutile chiedersi perché l’assegno unico non arriva ancora. Entro l’1 marzo, si spera comunque che tutto fluisca in modo regolare.

La preoccupazione, tuttavia, è quella che al momento molte famiglie abbiano fatto domanda senza presentare l’Isee, per cui se non aggiornano i dati sulla piattaforma dell’Inps, riceveranno soltanto l’importo minimo.

Assegno unico: come richiedere i pagamenti arretrati?

Anzitutto una precisazione: se la domanda viene presentata entro la data di scadenza prevista dall’Inps, cioè il 30 giugno 2022, gli arretrati verranno accreditati in automatico. E siccome rinunciare agli arretrati dell’assegno unico significa anche rinunciare a un possibile bel gruzzoletto che aiuta soprattutto in questo periodo di inflazione generale, sarebbe proprio un peccato perderli.

Ecco, allora, cinque punti fondamentali da ricordare per assicurarsi gli arretrati dell’assegno unico:

#1 Gennaio e febbraio 2022Inoltrare le domande entro il 28 febbraio vuol dire ricevere l’assegno unico da marzo 2022, esattamente nel mese in cui è previsto l’inizio. Il metodo più sicuro per assicurarsi gli importi corretti fin da subito. In questo caso, non c’è bisogno di rincorrere gli arretrati perché l’assegno verrà accreditato nel mese in cui è prevista la partenza.

#2 Marzo - giugno 2022Anche in questo caso, si ha diritto all’assegno a partire dal mese di marzo, perciò si riceveranno di sicuro gli arretrati. Un esempio concreto: se inoltro la domanda nel mese di maggio, riceverò anche gli importi per marzo e aprile.

#3 Il conguaglioChi ha presentato domanda di assegno unico senza Isee, può comunque aggiornare i dati entro giugno. Nel mese di luglio sarà effettuato il conguaglio perciò se vi spetta un importo maggiore, questo comprenderà anche i mesi da marzo in poi. Niente conguaglio per gli Isee presentati da giugno in poi.

#4 L’Iban correttoI pagamenti dell’assegno unico vengono accreditati su conto corrente postale o bancario, libretto postale, carta prepagata con Iban. In alternativa, si può scegliere il bonifico domiciliato.

La condizione fondamentale è che l’Iban o libretto postale siano intestati o cointestati alla persona che fa domanda all’Inps. Altrimenti, non solo si perde il diritto agli arretrati, ma a tutto l’assegno unico nel suo complesso.

#5 La domanda all’InpsSe ti domandi dove richiedere l’assegno unico, sappi che la risposta è una sola: l’Inps è l’unico ente che può erogarlo. Esistono tre modi per inoltrare la richiesta:

  • online, tramite l’area riservata MyInps a cui si accede con identità SPID, selezionando la voce “Assegno unico e universale per i figli a carico”
  • telefonando al numero verde 803.164 (da telefono fisso) o allo 06 164.164 (da rete mobile)
  • rivolgendosi ai patronati che aiutano nella compilazione della domanda per l’assegno unico

Servizi G.Horus, portale di consulenza fiscale online, ha realizzato un breve video tutorial per guidare nella compilazione della domanda per l’assegno unico universale:

Quanto perdo senza arretrati?

Ribadiamo di nuovo le date: dall’1 luglio si perde completamente il diritto agli arretrati. Meglio dunque prendersi per tempo anche perché gli arretrati potrebbero avere un ammontare non indifferente, soprattutto per le famiglie con più di un figlio o con un reddito basso.

Per esempio, fingiamo che io inoltri domanda a luglio: in questo caso perdo gli arretrati di marzo, aprile, maggio e giugno. Mettiamo che mi spetti 175 euro al mese per un figlio a carico: sono ben 700 euro. Cifra a cui dobbiamo aggiungere eventuali maggiorazioni, per cui potremmo arrivare anche a 1.000-1.200 euro di arretrati.

Oltre a presentare la domanda nei modi e nei tempi corretti, per non perdere né l’assegno unico né i suoi arretrati, bisogna allegare i seguenti documenti:

  • codice fiscale e documento di identità di chi inoltra la domanda all’Inps
  • codice fiscale dei membri del nucleo familiare
  • eventuale contratto di affitto o mutuo
  • modello 730/2021
  • attestazione del patrimonio immobiliare
  • certificato catastale
  • giacenza media in banca
  • compensi 2020 esclusi dalla dichiarazione dei redditi
  • eventuali rapporti finanziari
  • valore IVIE di immobili all’estero (se presenti)
  • targa e cilindrata dei veicoli posseduti (auto, motocicli, imbarcazioni)
  • certificato disabilità se si hanno uno o più figli disabili a carico