Assegno unico 2022: domanda anche senza ISEE. Come funziona

Assegno unico figli approvato il decreto attuativo. Ecco con quali requisiti potrà essere richiesto il nuovo bonus universale. Gli importi saranno differenziati in base al reddito ISEE, quanto spetta? Chi ci perde rispetto al vecchio sistema di ANF e detrazioni fiscali? Vediamo come funzionerà e come fare domanda INPS per ricevere i pagamenti mensili.

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Assegno unico per i figli, dopo l'approvazione del decreto attuativo ora è ufficiale, sono state stabilite le modalità di richiesta, gli importi e la data di partenza del bonus per famiglie che sarà esteso a tutte le categorie di genitori a prescindere dalla situazione occupazionale.

Lo percepiranno mensilmente sia i disoccupati che i lavoratori dipendenti, le partite iva gli autonomi e i titolari del reddito di cittadinanza.

Le uniche differenze che potranno far variare i pagamenti saranno: il reddito familiare ISEE aggiornato, obbligatorio per tutti, il numero dei figli ed altre condizioni particolari che potrebbero a seconda dei casi far aumentare o diminuire la cifra. Si può infatti arrivare anche a superare i 1.000 euro al mese, in presenza di particolari requisiti combinati.

La misura parte a marzo e durerà 12 mesi rinnovabili ogni anno. Vediamo quindi come fare domanda a gennaio e quali saranno gli importi pagati a seconda del reddito e dei figli a carico.

Assegno unico universale: cos'è e come funziona

L'assegno unico universale, abbreviato in AUF (assegno unico figli) è un sussidio che verrà pagato mensilmente a tutte le famiglie con figli. Inizierà ad essere percepito dai genitori già a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento del ventunesimo anno di età. Il 18 novembre si è finalmente concluso l'iter di approvazione con il decreto attuativo che di fatto stabilisce tutte le regole e le tabelle ufficiali degli importi che verranno erogati direttamente in conto corrente con pagamenti INPS differenziati. Principalmente per reddito e numero di figli, ma le condizioni sono diverse e possono anche essere combinate tra loro per ottenere il massimo dell'importo disponibile.

Sarà uno dei tanti bonus legati all'ISEE e andrà ad eliminare le altre agevolazioni previste attualmente per i figli a carico compresi gli ANF.

Pertanto la decisione di fare slittare i primi pagamenti a marzo e non più a gennaio 2022, è dovuta proprio a garantire l'adeguamento ed il passaggio dal vecchio sistema all'assegno universale. Infatti il governo ha deciso di lasciare altri due mesi di tempo a tutte le famiglie che dovranno obbligatoriamente certificare il loro reddito familiare ISEE. L'assegno unico segna una rivoluzione voluta fortemente dal governo per agevolare la natalità e per sostenere le famiglie.

Una misura di aiuto economico che per la prima volta viene destinata a tutte le categorie di genitori indistintamente, non solo i meno abbienti, ma anche i soggetti che già hanno un lavoro stabile.

Perchè la vera novità finalmente, è proprio quella di includere anche le categorie di titolari di piccole imprese, liberi professionisti, autonomi, commercianti, ed in generale tutta un'ampia platea di beneficiari che prima non avevano accesso nè agli assegni familiari nè ad altri bonus di sostegno al reddito. Così come i disoccupati che hanno terminato la Naspi ed i percettori del reddito di cittadinanza. Queste categorie però sono già entrate nel sistema dei pagamenti dell'assegno unico grazie al decreto che ha introdotto la misura temporanea, che è partita lo scorso luglio e durerà fino a marzo 2022, nelle stesse modalità, poi sarà sostituita definitivamente da quella universale.

Tutti quindi a breve dovranno recarsi presso i Caf, studi dei commercialisti o anche autonomamente online sul sito INPS a richiedere l'ISEE aggiornato al 2022. Che certificherà il reddito percepito da tutto il nucleo familiare per l'anno 2020. L'ISEE può essere compilato a partire dal 1 gennaio e durerà un anno quindi sarà valido fino al 31 dicembre 2022. Sarà possibile anche certificare le variazioni più recenti con l'ISEE corrente, utile per le famiglie che hanno da poco perso il lavoro o terminato altri trattamenti economici.

Per richiedere l'assegno unico bisognerà fare domanda all'INPS, i pagamenti saranno corrisposti mensilmente e cambieranno in presenza di condizioni differenti. Vediamo quanto spetta in base ai requisiti previsti.

Gli importi dell'assegno unico figli in base all'ISEE

In base all'ISEE saranno stabiliti gli importi mensili pagati da INPS alle famiglie. Queste cifre potrebbero poi essere maggiorate in base ad altri requisiti che riguardano le condizioni di età o occupazione dei genitori.

In pratica vanno dai 50 ai 175 euro a figlio. Viene erogato un importo per ogni componente minore di 21 anni a carico.

Quindi una famiglia che ne ha 4 o più arriverà a percepire il massimo compresa la maggiorazione di 30 euro aggiuntivi nel caso di genitori lavoratori ma con ISEE che non supera i 15.000 euro. Cioè può ricevere un pagamento di 1090 euro mensili.

Attenzione però perchè sopra i 18 anni gli importi scendono fino a dimezzarsi. Sempre l'ISEE delimita la soglia entro la quale si può raggiungere l'importo pieno stabilita in 15.000 euro. Va a decrescere a 40.000 di reddito fino ad arrivare al minimo stabilito in 50 euro.

Al momento, in base al decreto attuativo sappiamo che anche chi non presenterà il certificato del reddito potrà contare su questa cifra minima mensile dopo aver presentato domanda. A queste somme base, definite dalle soglie ISEE, vanno ad aggiungersi le maggiorazioni. Quella per i genitori lavoratori a basso reddito, nella misura di 30 euro aggiuntivi a figlio. Poi quella per madri con età minore di ventuno anni che consiste in 20 euro in più.

Poi ci sono gli importi aggiuntivi che riguardano le disabilità certificate. Ad esempio con un minore non autosufficiente l'assegno unico aumenta di 105 euro, e decresce poi in base al grado di gravità della condizione fisica e dell'età.

Il figlio disabile che ha già compiuto 18 anni ad esempio avrà un aumento di 50 euro mensili in più, ma in quel caso il limite dei 21 anni decade.

La tabella per calcolare tutti gli importi, verrà pubblicata sul sito INPS, con una comunicazione che precederà l'apertura delle domande. Nelle stesse modalità con le quali sono state rese note le regole operative dell'assegno unico ponte.

I requisiti per richiedere l'assegno unico figli

Abbiamo visto che la condizione economica è fondamentale per stabilire l'importo dell'assegno unico. Ma ovviamente il primo requisito è avere uno o più figli che risultino a carico dei genitori.

Si parte dal settimo mese di gestazione fino ad arrivare a 21 anni di età.

Sono state poi previste anche delle integrazioni al reddito, che potranno essere richieste dai soggetti maggiorenni ed interamente erogate a loro nome. Ad esempio nel caso di figli che lavorano ma non arrivano a percepire più di 8.000 euro annui. O anche nei soggetti maggiorenni che frequentano un corso di studi universitario o di formazione professionale o che sono inseriti nelle liste di disoccupazione, quindi in cerca di lavoro.

L'assegno unico verrà assegnato anche ai cittadini extracomunitari, che abbiano residenza stabile da almeno due anni nel territorio italiano, o in alternativa il permesso di soggiorno ed il domicilio per lavoro con contratto di un minimo di sei mesi.

Assegno unico: come e quando fare domanda INPS

Le domande per ricevere l'assegno unico figli dovranno essere presentate in via telematica direttamente ad INPS, quando si è in possesso di credenziali SPID direttamente online. In alternativa rivolgendosi ad un centro di assistenza fiscale abilitato, patronato o libero professionista. In base ai dati forniti verrà poi calcolato quanto spetta.

In alternativa, senza certificato del reddito ISEE si può sempre richiedere il minimo, tramite autocertificazione da inviare contestualmente alla domanda.

Per agevolare tutto l'iter della richiesta ed il passaggio graduale dal vecchio sistema di detrazioni bonus e assegni familiari a quello dell'assegno unico, si è deciso di iniziare i pagamenti a marzo. Le domande però si apriranno già a gennaio 2022, in modo tale da poter aver più tempo per smaltire eventuali intasamenti di utenti.

Ricordiamo che dovranno inoltrare la richiesta anche i dipendenti che attualmente beneficiano degli ANF, e allo stesso modo coloro che li percepiscono con l'indennità di disoccupazione Naspi.

Mentre non bisogna fare nulla se si è titolari di reddito di cittadinanza. Per i beneficiari di RdC infatti continueranno ad essere pagati gli importi in automatico, poichè i dati ISEE sono già presenti in archivio INPS. L'unica cosa che probabilmente cambierà è che con il passaggio dalla misura temporanea a quella universale e definitiva, la cifra per i figli potrebbe essere integrata direttamente in ricarica anche se svincolata dalle limitazioni per i prelievi tipiche del RdC.

Nel frattempo e fino a marzo continueranno ad essere pagate le integrazioni dell'assegno unico, con date differenti rispetto alla mensilità ordinaria. Resta però anche per questo tipo di beneficiari l'obbligatorietà del rinnovo ISEE entro il 31 gennaio 2022.

ANF sostituito dall'assegno unico: chi ci rimette?

Abbiamo fino ad ora visto tutte le caratteristiche e qualità positive dell'assegno unico figli, indubbiamente un sostegno che mancava per molte categorie di genitori. Ma il meccanismo degli importi in base all'ISEE soprattutto la cancellazione degli altri bonus, l'eliminazione degli ANF e delle detrazioni irpef rende questa misura penalizzante per qualcuno.

Alcune categorie infatti perderanno i soldi che adesso percepiscono mensilmente vedendo drasticamente ridurre la cifra al minimo.

A casa della sostanziale differenza che caratterizza i due tipi di reddito sui quali viene calcolato il bonus figli. L'imponibile irpef e l'ISEE sono infatti due attestazioni completamente diverse. Uno è personale e si basa su tutte le entrate assoggettate all'imposta sul reddito delle persone fisiche, tipico esempio la somma percepita annualmente per il lavoro dipendente. L'ISEE invece è un calcolo più complesso che coinvolge tutto il nucleo familiare. Comprese le proprietà immobiliari, i risparmi in banca o gli investimenti tutta la famiglia.

Secondo i calcoli effettuati da Fondazione Nazionale dei consulenti del lavoro, pubblicati in una tabella anche dal Sole 24 Ore, un nucleo familiare con due figli minori ed almeno uno dei due genitori lavoratore, che percepisce un reddito da lavoro di almeno 22mila euro, ed un ISEE che supera i 40.000 euro, perderebbe quasi 300 euro al mese proprio per effetto della cancellazione ANF. Andando così a percepire solo la quota di 50 euro a figlio.