Assegno unico Inps: anche senza ISEE, ma spetta il minimo!

È possibile fare la domanda all'Inps di assegno #unico dal 1° gennaio 2022 senza Isee, in tal caso sarà erogata la quota minima di 50 euro per figlio.

Sono circa mezzo milione le domande presentate da inizio anno con le quali le famiglie italiane stanno richiedendo l’assegno unico universale, per i figli a carico.

La misura di sostegno del nuovo family Act ha visto già elaborate oltre un milione e 66mila pratiche per il calcolo dell’Isee, di cui oltre 700mila da parte dei Caf, con un incremento del 123% rispetto all’anno precedente.

La piattaforma Inps alla quale presentare domanda è attiva online sin da inzio anno, i patronati sono stati presi d’assalto e l’obiettivo sarà portare, entro due mesi, le famiglie italiane a presentare la richiesta per l’assegnazione della nuova modalità contributiva in modo da poter ricevere l’importo a partire da marzo.

Nuovo assegno familiare Inps: quali sono le criticità?

L’obiettivo è innanzitutto relativo alla gestione delle tempistiche per evitare che il passaggio alla nuova misura di sostegno comporti, per alcune famiglie, che venga meno la disponibilità di liquidità finora percepita come conseguenza della contestuale cancellazione degli assegni familiari e delle detrazioni per i figli a carico sotto l’età di 21 anni. Infatti, tali importi, per i lavoratori dipendenti, non saranno piu presenti nella busta paga del mese di marzo.

Intanto, però, la corsa per poter accelerare le tempistiche, insieme alle numerosissime procedure fai-da-te, potrebbero comportare alcuni rischi.

La prima ondata di domande presentate per richiedere l’assegno unico sono state compilate prevalentemente online dai richiedenti. Risultano, inoltre, in forte incremento anche le pratiche relativa al calcolo dell’Isee (indicatore della situazione economica) precompilato.

Gran parte delle richieste sono state inviate dalle famiglie senza presentare l’indicazione della situazione economica e patrimoniale. In questo caso, i richiedenti potranno ricevere soltanto l’importo minimo dell’assegno (50 euro per figlio a carico).

Ovviamente chi avesse un valore di Isee inferiore ai 40mila euro, potendo ambire all’assegnazione di importi maggiori, sarebbe svantaggiato dalla mancata presentazione del calcolo a corredo della richiesta.

Va considerato che le domande fatte pervenire all’INPS sono state antecedenti alla pubblicazione, non ancora avvenuta, della circolare Inps che conterrà tutte le istruzioni inerenti all’operatività. Restano pertanto molte tematiche ancora da valutare e questioni irrisolte a cui la comunicazione dell’Istituto della previdenza dovrebbe fornire le adeguate risposte.

Come presentare la domanda per l’assegno unico all’Inps

È possibile fare la domanda di assegno unico a partire dal 1° giorno del mese di gennaio 2022 anche se non si è ancora in possesso dell’Isee 2022 che potrà essere presentato successivamente.

Per presentare la domanda saranno disponibili i seguenti canali:

  • online utiilzzando l’area riservata del sito dell’Inps,
  • chiamando il contact center al numero verde;
  • presso i patronati.

Qualora non venisse presentato l’ISEE sarà erogata la quota minima dell’assegno unico ovvero 50 euro per ciascun figlio minore.

Se l’Isee del 2022 venisse, invece, presentato entro la fine del primo semestre, l’eventuale conguaglio degli importi, che risulteranno dovuti a decorrere dalla mensilità di marzo, avverrà nel mese di luglio.

Qualora, invece, l’Indicatore economico fosse elaborato successivamente, avrà validità soltanto dalla mensilità in corso. Resta comunque obbligatorio, per i richiedenti, comunicare eventuali variazioni che possono verificarsi nel corso del tempo all’interno del proprio nucleo familiare.

Assegno unico: le variazioni del nucleo familiare 

Nel caso in cui si verifichino delle modifiche nella composizione del nucleo familiare, successivamente alla presentazione della richiesta di assegno unico, non è tuttora ancora chiaro se sia obbligatorio o necessiti di un aggiornamento della domanda con la quale si richiede l’Isee.

Qualora ci fossero omissioni, al momento non sono state previste sanzioni circa la mancata segnalazione. Molte sono ancora le perplessità che sorgono nella definizione del perimetro del nucleo familiare ai fini Isee.

L’elaborazione dell’Isee, inoltre, andrà a considerare redditi e patrimoni relativi a due anni prima. La famiglia ad ogni modo ha il diritto, qualora si fossero verificate rilevanti variazioni del reddito e del patrimonio nel corso dell’ultimo anno, di richiedere l’Isee corrente, con i quali si considererebbero informazioni più recenti.

Assegno unico Inps: ecco a chi non spetta

Non sarà riconosciuto più alcun sostegno per i genitori di un giovane Neet (non studia e non lavora) con età compresa tra i 18 e i 21 anni.

Ai figli che risultano in questa situazione e a carico del nucleo familiare non sarà attribuito il nuovo assegno unico che sarà destinato solo ai ragazzi maggiorenni che risultano in attività di studio o lavorative. Inoltre, a partire da marzo, saranno cancellate anche le detrazioni fiscali per i minori di 21 anni.

Una fenomenologia, quella rappresentata dai giovani che non studiano, non lavorano e non risultano impegnati in percorsi formativi, per la quale l’Italia è attualmente detentrice purtroppo del record europeo.

A testimoniarlo sono i dati Istat che fanno riferimento al 2020, che vanno ad attestare la presenza, all’interno del nostro Paese, di un milione e 112mila di questi ragazzi compresi tra i 15 e i 24 anni, corrispondenti a circa il 20% della popolazione residente in questa fascia di età.

Un’incidenza che, andando ad estendere la platea di riferimento fino all’età di 34 anni, sale ad oltre tre milioni di giovani che non risultano impegnate in percorsi formativi o lavorativi.

Assegno unico: le detrazioni per figli oltre i 21 anni

Resteranno, invece, in vigore le detrazioni fiscali relative ai figli a carico oltre il compimento del 21° anno di età a condizione che, il limite di reddito posseduto dai figli a carico, non sia superiore ai 4mila euro annui, al lordo degli oneri deducibili, fino ai 24 anni.

Contestualmente scende la soglia reddituale con la quale il 24enne potrà risultare fiscalmente a carico dei genitori.

La scelta del legislatore di escludere i figli inattivi dal beneficio dell’assegno unico è stata introdotta con il disegno di legge delega 46/2021 con il quale si sono volute riordinare le misure destinate alla famiglia.

E’ stato quindi disposto che il riconoscimento ai ragazzi aventi la maggiore età sia di importo inferiore a quanto riconosciuto per i minorenni, fino al compimento del ventunesimo anno di età.

Per favorire l’autonomia giovanile è stato previsto che sarà, inoltre, possibile da parte del maggiorenne presentare la richiesta per l’assegnazione diretta.

La finalità legislativa è di spingere i giovani a crearsi un percorso che possa essere di studio o di lavoro, anche supportandoli nell’emancipazione: in questa direzione sono orientate le politiche di sostegno all’acquisto e all’affitto di un’abitazione approvate recentemente dal Governo.

E’ questo l’approccio del Family act, il disegno di legge delega all’esame del Senato con il quale si sono voluti intraprendere dei provvedimenti funzionali a sostenere l’autonomia dei giovani. Anche il Pnrr inserisce queste finalità in modo trasversali a tutti gli investimenti.

Assegno unico: ancora molti temi da chiarire 

Alcune criticità sono rappresentate da diversi aspetti che non sono stati chiariti, a partire dalla situazione delle coppie separate, poiché la spartizione del beneficio, recentemente istituito, non rientra ancora nelle condizioni di accordo o nelle sentenze emesse dai giudici.

Un altro tema ancora da valutare è relativo al requisito della residenza in Italia per i richiedenti. 

Inoltre, ci sono i dubbi collegati al tema della maggiore età. Ad esempio  è il caso in cui il figlio acquisisce la maggiore età nel corso dell’anno: il richiedente dovrà presentare un aggiornamento del calcolo Isee?

E ancora: l’assegno spetta ai figli maggiorenni che presentano un reddito inferiore a ottomila euro l’anno. Ma non è chiaro a quale annualità faccia riferimento la soglia reddituale?

Quindi nonostante l’impegno anche di alcuni giornali nell’adoperarsi a risolvere delle tematiche alcuni quesiti risultano ancora irrisolti.

Prendiamo il caso ad esempio di un affido condiviso, la domanda andrebbe presentata soltanto da uno dei due genitori che esercita la potestà. Non è però tuttora chiaro cosa accadrebbe qualora, per errore o per mancata comunicazione, la domanda fosse presentata da entrambi i genitori avendo come riferimento lo stesso figlio a carico. Il sistema sarebbe in grado di rilevare automaticamente la doppia richiesta imputabile alla codice fiscale?

La legge dispone l’assegnazione al 50% per entrambi i genitori. Un solo genitore potrebbe richiederlo da solo anche al 100%? La risposta più condivisa è che resterebbe comunque la possibilità per l’altro di poter intervenire anche successivamente relativamente alla stessa domanda per poter richiedere il suo 50 per cento. 

Assegno unico: gli interrogativi sui figli maggiorenni

Resta da comprendere, inoltre, la logica relativa al riordino effettuato mediante  l’assegno unico, che imponendo dei vincoli anagrafici va concretamente ad escludere da tutte le agevolazioni i nuclei familiari che hanno all’interno figli “Neet” con età comprese tra i 18 e 21 anni, per poi, come visto, tornare a riconoscere le detrazioni fiscali per i figli a carico over 21.

Infatti, al compimento del 21° anno di età del figlio, i genitori avranno la possibilità di comunicare al proprio sostituto di imposta per avere diritto diritto alle detrazioni spettanti.

Questi sgravi mensili competono dal mese in cui si verificano le condizioni fino al momento della loro cessazione, bisognerà chiarire quale misura possa spettare per tutto il mese in cui il figlio compie il 21° anno di età.

Quindi, per non rischiare di perdere l’assegno in quei tre anni, i genitori avranno l’interesse a far iscrivere i propri figli a centri per l’impiego, senza che siano condizionati dall’obblio di dover  accettare eventuali offerte di lavoro, o accedere ad un percorso formativo.

Lo stesso discorso, funzionale all’ottenimento dell’’assegno unico ai genitori, vale per il non superamento della soglia reddituale degli 8mila euro annui. Situazione che potrebbe favorire l’accettazione di proposte di lavoro irregolare.

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