Assegno unico figli: pagamenti INPS marzo. Importi con ISEE

Assegno unico per i figli, partenza a marzo: ecco come fare domanda, quando arriverà il pagamento INPS, e quanto spetta alle famiglie in base all'ISEE.

Assegno unico figli: mancano pochi giorni alla partenza ufficiale, e già si è arrivati ad un numero considerevole di nuclei familiari che hanno fatto correttamente la richiesta tramite INPS. Circa un milione di domande pervenute.

Nonostante questo, mancano ancora all’appello molte famiglie, che rischiano il ritardo dei pagamenti. Questo perchè fino ad ora i dubbi in merito sono stati molti, e complice anche il fatto che alcuni si sono trovati, o si troveranno prossimamente a dover attestare l’ISEE pur non avendo mai fatto questo tipo di operazione.

Una procedura comune sicuramente per le famiglie a basso reddito, ma che risulta una novità per chi precedentemente era abituato a contare solo su ANF e detrazioni in busta paga, ricevuti in base ad un altro tipo di calcolo.

Oltre a questo i problemi maggiori si sono riscontrati per quanto riguarda le differenti casistiche familiari da analizzare per stabilire esattamente l’importo spettante. L’INPS quindi ha ritenuto necessario emanare una circolare, in data 9 febbraio, “Assegno unico – Istruzioni contabili“, che spiega in modo molto dettagliato la misura e la sua applicazione caso per caso, chiarendo numerose questioni che da gennaio erano rimaste irrisolte.

Per fare la domanda e ricevere subito il pagamento, restano ancora circa dieci giorni, quindi è bene che ognuno si informi correttamente per non perdere il diritto a ricevere questa agevolazione che, ricordiamo, è destinata a tutte le famiglie o genitori single con figli a carico fino a 21 anni.

L’importo sarà stabilito in base a vari fattori, ma soprattutto all’ISEE di riferimento, anche se può essere presentata la domanda senza alcuna attestazione e ricevere comunque una somma minima. Quindi un vantaggio per tutti. Vediamo come funzionerà.

Come funziona l’assegno unico figli

L’assegno unico universale, è stato approvato lo scorso anno, una misura necessaria per tutelare tutti i nuclei familiari con figli, soprattutto per dare un sostegno economico anche a chi precedentemente non ne aveva diritto. Pensiamo ad esempio ai genitori disoccupati senza indennità Naspi o i lavoratori autonomi e con partita iva che non potevano richiedere gli assegni familiari.

Ora indistintamente viene riconosciuta la quota aggiuntiva per ogni figlio a carico, a prescindere dall’occupazione dei membri della famiglia, ma solo grazie al calcolo ISEE. Anche chi risulta sopra la soglia massima e quindi ha un reddito elevato potrà contare su una somma minima mensile, e questo rende l’assegno unico ancora più universale.

Oltre al sostegno ai nuclei familiari, l’assegno unico ha giocato un ruolo fondamentale anche nella riforma fiscale perchè, è andato a riordinare tutte le agevolazioni che prima venivano erogate con le stesse finalità. Facendo quindi confluire tutti i fondi precedentemente frazionati e non destinati a tutti i genitori, in un unico sostegno più equo.

A scomparire saranno le detrazioni per i figli a carico, gli ANF in busta paga e Naspi, ed i bonus che dovevano essere richiesti ad INPS come sostegno alla natalità quali: bonus bebè, bonus mamma domani e l‘assegno per i tre figli minori.

A partire dal 1 marzo infatti tutte queste misure saranno sostituite ed assorbite dall’assegno unico, che però resta compatibile con altre prestazioni a carattere sociale e di sostegno economico, come ad esempio il reddito di cittadinanza.

Altra novità è che il sostegno mensile sarà riconosciuto anche ai soggetti a carico dai 18 ai 21 anni, a patto che questi risultino inseriti in un programma formativo finalizzato all’occupazione come corsi di formazione accreditati, università o scuole superiori.

Per adeguare il passaggio dal vecchio sistema al nuovo, la partenza dell’assegno unico che era stata fissata a gennaio 2022, è slittata a marzo. Un ritardo necessario a riordinare tutto il sistema delle vecchie agevolazioni.

Nel frattempo molti nuclei familiari hanno potuto sperimentare già il funzionamento del nuovo beneficio grazie ad una misura temporanea che fino al 1 marzo è stata destinata ai genitori che non avevano diritto agli assegni familiari ed ai percettori del Rdc, che hanno ricevuto la quota in conto corrente o tramite ricarica INPS, mensilmente già a partire da luglio 2021.

Ora però per molti occorre fare una nuova domanda, e l’importo sarà calcolato con l’ISEE 2022. Vediamo nel dettaglio quanto spetta e come compilare correttamente il modulo.

Quanto spetta per l’assegno unico figli in base all’ISEE

Per quanto riguarda gli importi delle rate dell’assegno unico, questi verranno determinati in base all’ISEE ed al numero e all’età di ogni figlio. Saranno poi integrate delle maggiorazioni per i soggetti con disabilità e per chi ha più di tre figli.

Quindi è evidente che effettuare il calcolo dell’ISEE non solo è importante, ma fondamentale per riuscire a stabilire esattamente quanto spetta per ogni mensilità, e per non perdere alcuna quota.

Tuttavia per chi supera la soglia dei 40.000 euro o non ha intenzione di calcolare il reddito familiare, ci sarà lo stesso la possibilità di fare domanda ricevendo la rata minima, più eventuali maggiorazioni fisse. Quindi, certamente è possibile fare la domanda anche se non si è in possesso di un ISEE in corso di validità.

Bisogna ricordare però che una volta assegnato l’importo da INPS, questo sarà lo stesso per tutte le restanti rate, ma è previsto comunque un conguaglio finale, che potrà risultare a debito o a credito, a seconda di eventuali variazioni intervenute mentre i pagamenti erano in corso.

Per semplificare, a titolo informativo e generale: chi ha un ISEE inferiore alla soglia dei 15.000 euro, potrà ricevere 175 euro mensili per ogni figlio minorenne. Questa somma andrà a decrescere gradualmente fino a quando non si superano i 40.000 di ISEE, o come abbiamo visto se non viene presentato alcun ISEE. La quota minima in questo caso è 50 euro.

Se i figli a carico hanno dai 18 ai 21 anni, nei casi previsti dalla legge, si riceveranno 85 euro mensili, per i nuclei con ISEE inferiore o pari a 15.000 euro. Mentre la quota decrescente può arrivare al minimo di 25 euro al mese quando si superano i 40.000.

Sempre partendo dal reddito, si avranno delle maggiorazioni fisse stabilite in 85 euro aggiuntivi per chi ha più di tre figli, o fino a 15 euro valore decrescente con le stesse soglie ISEE massime precedenti. Le quote aggiuntive in caso di figli a carico con disabilità sono divise in tre fasce differenti in base alla gravità del caso.

Dai 105 euro quando sussiste una non autosufficienza, 95 euro per una grave disabilità e 85 euro per disabilità di media entità.

L’importo di 80 euro viene riconosciuto invece ai disabili a carico maggiorenni. Altro importo aggiuntivo verrà riconosciuto alle giovani madri con età inferiore ai 21 anni, in misura pari a 20 euro al mese in più.

Per verificare quanto esattamente spetta, in base ai vari parametri, esiste anche il simulatore ufficiale di importi INPS online, al quale si può accedere anche senza SPID, a questo link: https://servizi2.inps.it/servizi/AssegnoUnicoFigli/Simulatore.

Come fare domanda INPS per l’assegno unico

La domanda per ricevere l’assegno unico può già essere presentata online sul sito INPS, tramite contact center nazionale 803 164 o 06 164 164, o tramite CAF e patronati.

I documenti che servono per effettuare la richiesta correttamente sono: documenti di identità e codici fiscali di genitori e figli, eventualmente, ma non obbligatorio, l’ISEE in corso di validità, ed in caso l’IBAN di chi richiede o di tutti e due i genitori se si vuole ripartire l’importo equamente tra i due.

Quindi la procedura è molto semplice perchè il resto dei dati verrà autodichiarato. Ovviamente l’INPS effettuerà i dovuti controlli del caso anche in corso di prestazione. La validità della domanda una volta accettata correttamente resterà fino a febbraio 2023, quando poi occorrerà presentare i redditi aggiornati.

Inoltre c’è la possibilità per i figli maggiorenni, di presentare personalmente la domanda, a proprio nome e di ricevere l’importo nel conto corrente intestato al richiedente. Chi non è in possesso di un IBAN di conto corrente o carta prepagata, potrà scegliere la modalità di accredito tramite bonifico domiciliato con pagamento in contanti presso Poste.

Chi riceve il reddito di cittadinanza invece, non dovrà nè presentare domanda, nè comunicare l’IBAN perchè tutti gli importi riconosciuti verranno pagati in automatico tramite ricarica INPS su RdC card.

Quando arriva il primo pagamento dell’assegno unico?

A partire dal 1 marzo l’assegno unico figli è operativo a pieno. Questo significa che inizieranno ufficialmente i primi pagamenti. Non per tutti però arriveranno in tempo.

Infatti saranno pagate le domande ricevute correttamente entro fine febbraio. Nello specifico INPS ha precisato che la data sarà compresa tra il 15 ed il 30 marzo.

Per quelle inviate successivamente ci sarà da attendere di più. L’INPS in ogni caso una volta elaborata la richiesta, avrà 60 giorni per liquidare il pagamento, eventualmente con arretrati a decorrere dalla data di invio. Quindi da quando si riceve esito positivo occorrerà attendere sempre da uno a due mesi con pagamento gli ultimi giorni mensili.

Ricordiamo che il bonifico può essere diviso in parti uguali per ogni genitore, selezionando l’apposita casella, che permetterà così una distribuzione dell’importo, utile per genitori separati, non conviventi, o che intendono gestire autonomamente la propria quota.

Assegno unico: stop detrazioni in busta paga

Con l’introduzione dell’assegno unico, è stato di conseguenza modificato anche il testo unico delle imposte sui redditi TUIR, perchè si è andati ad intervenire sulla cancellazione delle detrazioni per i figli a carico, per i quali ora spetta solo la quota della nuova misura universale.

Nello specifico resteranno in busta paga soltanto le detrazioni IRPEF che riguardano il coniuge ed altri familiari a carico, compresi i figli, ma solo con età superiore ai 24 anni.

Oltre a questo sarà anche eliminato il beneficio degli ANF per i lavoratori e per i disoccupati con Naspi. Quindi è evidente che la busta paga cambierà a partire dalla mensilità di marzo.

Gli adeguamenti non riguarderanno soltanto i benefici fiscali per i figli, ma anche un conguaglio dovuto agli effetti della riforma, alle nuove aliquote IRPEF 2022, e agli altri bonus per la riduzione del cuneo fiscale.

Per saperne di più su quest’ultimo punto e su tutte le modifiche che interesseranno detrazioni e busta paga, consigliamo anche di leggere il recente articolo in merito: “Busta paga, aumenti a marzo: bonus Irpef e sconto contributi“.

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