Balcani alle porte dell’UE

I volumi sulle divise dell’Est Europa si stanno assottigliando e quelli sulle divise dei Balcani son ancora contenuti.

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Mentre le manifestazioni di popolo in Turchia offrono la speranza che la porta dell’Europa resti aperta nonostante i ritardi accumulati nell’adesione ai "capitoli comunitari” (16 aperti e uno concluso su 35), il focus degli investitori europei si sposta a Trieste al Summit dei Balcani dove i Premier di Italia, Francia e Germania presiederanno un’intensa tornata di incontri sulle politiche di immigrazione ma soprattutto sull’allargamento dell’Unione Europea.

Infatti, oltre ai membri UE saranno presenti i 6 Paesi dei Balcani occidentali maggiormente interessati all’entrata nell’UE con riferimento al cosiddetto Processo di Berlino innescato dalla Merkel, vale a dire: Bosnia - Herzegovina, Serbia, Montenegro, Kosovo, Macedonia, e Albania.

Le aspettative per questo evento sono molte, tanto che l’Italia attende la ratifica di una serie di Progetti per almeno 200 milioni di euro distribuiti su settori cruciali per le infrastrutture europee: trasporti, energia e sostegno alle PMI.

Così proprio in un momento nel quale i Paesi dell’Est Europa che non hanno aderito all’euro, primi fra tutti l’Ungheria e la Polonia, sono al centro delle polemiche per l’accesso incondizionato ai fondi strutturali europei e per la loro posizione fortemente contraria ad una evoluzione federalista, ecco che l’Unione Europea non si fa trovare impreparata all’ipotesi di allargamento e si mostra molto ben intenzionata all’entrata dei Paesi dei Balcani Occidentali.

E ciò nonostante il permanere della mancanza di una soluzione sulle questioni russa e ucraina spinga i 4 Paesi del patto di Visegrad (Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca) a prendere le distanze dai tavoli comunitari ponendosi sempre di traverso ad ogni istanza o Direttiva che ne rafforzi le istituzioni ed il percorso verso una federazione di Stati.