Bonus agricoli: il Decreto Imprese pensa anche a loro?

Il Decreto Sostegni Bis, già rinominato Decreto Imprese, prevede diverse forme di aiuto per i soggetti penalizzati dall’ultimo periodo di restrizioni (che pare essere finito): saranno considerati, questa volta, anche i lavoratori agricoli “dimenticati” nel primo Decreto Sostegni?

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Il Decreto Sostegni Bis continua a far discutere, in quanto le pressioni dalle varie categorie sono veramente numerose e, tra scelte di riapertura e paura che possa salire ancora la curva dei contagi, il Governo Draghi è chiamato a scelte importanti per la ripresa economica del Paese.

Una categoria che si è ritenuta ingiustamente esclusa dal Decreto Sostegni è quella dei lavoratori agricoli che non ha infatti tardato a farsi sentire: verrà ascoltato questa volta? Sembra di sì, in quanto sono arrivate rassicurazioni piuttosto convincenti e c’è fiducia anche da parte dei sindacati. 

Il Decreto Sostegni Bis, rinominato Decreto Imprese, è in arrivo proprio in questi giorni, dopo che Il Governo ha impiegato molte forze e tempo per la realizzazione del PNRR, presentato da Mario Draghi alle Camere la settimana scorsa. L’idea è naturalmente quella di fornire un ulteriore sostegno alle realtà fortemente danneggiate dalla pandemia e dai periodi di restrizioni, anche se la direzione intrapresa dal Governo è ormai quella delle riaperture. I fondi messi a disposizione per il Decreto Imprese dovrebbero ammontare a circa 40 miliardi di euro, di cui “solo” 5 circa (e comunque non oltre i 6,5) sono extra Recovery Plan, dunque per misure non considerate nel PNRR. 

Il PNRR è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, elaborato dal Governo per usufruire per i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea attraverso il Recovery Plan. Si tratta di risorse fondamentali ed ingenti per risolvere alcuni problemi strutturali a livello nazionale, con un totale da erogare di oltre 200 miliardi in cinque anni. Il documento è suddiviso in sei obiettivi e sono ormai note anche le cifre destinate ad ognuno di essi.

Vediamo ora nel dettaglio come il Decreto Imprese tiene conto della categoria degli agricoli, almeno secondo le bozze.

In caso fossi interessato ad approfondire queste tematiche, ti suggeriamo il canale YouTube “Redazione The Wam” che tratta l’argomento in maniera chiara e semplice ed in particolare ti suggeriamo questo video:

Bonus agricoli: è fatta giustizia?

Da tempo questa categoria chiede giustizia: perché sono stati esclusi dai precedenti decreti? Gli operai agricoli ed i braccianti non hanno ricevuto aiuti (né rassicurazioni) negli ultimi decreti volti ad aiutare chi è stato gravemente colpito dalla pandemia. Gli ultimi bonus ricevuti risalgono al Decreto Cura Italia ed al Decreto Rilancio, con delle indennità che però andavano “solo” dai 500 ai 600 euro. Non solo, perché i bonus agricoli non rientravano neanche fra i potenziali riceventi delle indennità per lavoratori stagionali (da 2.400 euro, dunque un aiuto sicuramente consistente).

La categoria ed i sindacati hanno alzato la voce per molto tempo, minacciando anche scioperi in seguito al primo Decreto Sostegni, ed uno sarebbe anche stato fissato (al 30 aprile), salvo poi essere annullato dopo che sono arrivate le rassicurazioni da parte di Stefano Patuanelli, Ministro dell’Agricoltura, che ha avuto modo di confrontarsi direttamente con i rappresentanti dei sindacati. Questo quanto riportato nel comunicato congiunto dei sindacati di categoria Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil:

“Abbiamo ottenuto rassicurazioni dal Ministro sulla definizione di un bonus di sostegno al reddito anche per i lavoratori agricoli a tempo determinato per cui il prossimo decreto conterrà una risposta concreta che andrà finalmente a integrare il reddito della categoria.”

Questo quanto confermano i rappresentanti dei sindacati Onofrio Rota, Giovanni Mininni e Stefano Mantegazza:

“Inoltre, il Ministro Patuanelli ci ha confermato di aver condiviso con il Ministro del Lavoro Andrea Orlando l’impegno a definire, nel tavolo di confronto sul sistema degli ammortizzatori sociali, una norma in riferimento alla cassa integrazione per il settore della pesca e alla estensione della Naspi per i lavoratori a tempo indeterminato inquadrati con la legge 240.”

In conclusione, sempre i rappresentanti di sindacato hanno confermato quanto suddetto, ovvero che lo sciopero indetto per il 30 aprile era ufficialmente (ed a ragione) cancellato:

“Davanti alla disponibilità e agli impegni assunti dal Ministro Patuanelli a condurre un confronto serrato per sanare le ingiustizie che hanno riguardato finora le lavoratrici e i lavoratori agricoli, abbiamo scelto con responsabilità di sospendere la mobilitazione in corso, riservandoci di portare avanti un lavoro di interlocuzione e verifica costante dei testi che verranno presentati nel prossimo provvedimento dal Governo in Parlamento.”

Bonus agricoli: perché manca la norma?

È vero, manca la norma. Questo ha portato alcuni soggetti del settore a dubitare della serietà delle promesse fatte dal Ministro Patuanelli, ma in realtà non è così.

Il bonus agricoli non è in dubbio, semplicemente non è ancora stato inserita la norma, ma solo un riferimento generico che, però, è sufficiente per rendere credibili le promesse fatte.

Questione di tempistica, si potrebbe dire, anche se l’ingiustizia subita fin ad ora ha portato gli operatori del settore ad essere particolarmente diffidenti, ma è piuttosto comprensibile. Riportiamo in seguito proprio il riferimento generico attualmente presente in bozza:

È riconosciuto un contributo a fondo perduto a favore di tutti i soggetti che svolgono attività d’impresa, arte o professione e di o producono reddito agrario, titolari di partita IVA residenti o stabiliti nel territorio dello Stato alternativo a quello di cui ai commi da 1, 2 e 3.”

Bonus agricoli: requisiti

Quali sono dunque i requisiti per ricevere il bonus? Si potrebbe dire “i soliti”, nel senso che il criterio per l’accesso al bonus agricoli non è poi tanto differente, secondo le indiscrezioni, a tanti altri bonus messi a disposizione dal Governo.

Si parla infatti di bonus per chi produce reddito agrario in partita Iva, ma “a condizione che l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del periodo dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021 sia inferiore almeno del 30 per cento rispetto all’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del periodo dal 1° aprile 2019 al 31 marzo 2020.” Dunque, una percentuale ricorrente, quella del 30% almeno delle perdite rispetto all’anno precedente, comune anche ad altre categorie. Non si esclude però che questa percentuale possa essere leggermente modificata.

Bonus agricoli: il calcolo

Per il calcolo invece dell’effettivo bonus spettante, bisogna ricorrere al calcolo della differenza tra il fatturato medio mensile tra il 1° aprile 2020 ed il 31 marzo 2021 ed il fatturato medio mensile dell’anno esattamente precedente, cioè dal 1° aprile 2019 al 31 marzo 2020. Su questa differenza, si calcola in questo modo il bonus:

  • 60 per cento della differenza per i soggetti con ricavi e compensi non superiori a 100mila euro;
  • 50 per cento della differenza per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 100mila euro e fino a 400mila euro;
  • 40 per cento della differenza per i soggetti con ricavi o compensi indicati superiori a 400mila euro e fino a 1 milione di euro;
  • 30 per cento della differenza per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro;
  • 20 per cento della differenza per i soggetti con ricavi o compensi indicati superiori a 5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro.

Il bonus non può in ogni caso superare la cifra massima di 150.000 euro.

Inoltre, con la circolare n. 61 del 14 aprile 2021, l’INPS ha messo in chiaro la compatibilità tra il Reddito di Emergenza, anch’esso confermato nel primo Decreto Sostegni, ed il bonus agricoli relativo al 2020.

Bonus agricoli: quando arrivano i soldi?

L’approvazione del Decreto Imprese è chiaramente la questione primaria, perché finché non sarà possibile visionare il testo ufficiale, tanti aspetti piccoli (e non) potrebbero cambiare. L’approvazione era prevista entro la settimana, in particolare tra il 6 ed il 7 maggio, ma così non è stato. Si tratta di un testo complesso ed articolato, chiaramente, ma il nodo principale sembra essere quello del sistema di aiuto alle imprese e, in particolare, del periodo di riferimento su cui basare i calcoli per l’accesso ai bonus.

Vedremo quali novità arriveranno la settimana prossima, considerando anche che il PD, che è una delle forze di maggioranza, sta spingendo per porre maggiore attenzione sul “pacchetto turismo” (per aiutare le aziende del settore turistico anche in vista dell’estate, non solo in termini di aiuti).