Bonus mobilità rimborsato: ecco chi può gioire

Dopo problemi di vario genere, siti difettosi, tilt informatici e polemiche politiche annesse e connesse, il Bonus Mobilità chiude il suo percorso cominciato un anno fa: un bilancio positivo, perché ha portato all'acquisto di 663.710 mezzi fra biciclette e monopattini grazie alla sovvenzione di 215 milioni di Euro previsti dal Decreto Rilancio. Ma non è stata una passeggiata.

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Dopo problemi di vario genere, siti difettosi, tilt informatici e polemiche politiche annesse e connesse, si avvia alla conclusione il lungo iter dei rimborsi per l'ormai noto Bonus Mobilità, altrimenti conosciuto come Bonus Bici 2020, ovvero l'incentivo progettato per convincere gli italiani, alle prese con le prime morse della pandemia della scorsa Primavera, ad acquistare ed utilizzare un mezzo di trasporto "green". Coprendo il 60 per cento del costo per comprare il veicolo ma non superando comunque la soglia di 500 euro, il bonus ha riguardato l'acquisto di 663.710 mezzi fra biciclette e monopattini nel periodo compreso fra il 4 maggio ed il 2 novembre 2020, grazie alla sovvenzione di 215 milioni di Euro previsti dall'articolo 229 del Decreto Rilancio, caldeggiato dall'allora Ministero dell'Ambiente presieduto da Sergio Costa.

Mentre mancano ancora da verificare alcune spese da parte della Consap, con un ritmo di 5 milioni di euro di rimborsi giornalieri sono state liquidate praticamente tutte le richieste fino a coprire un valore di oltre 31,5 milioni di Euro. 

Dunque, si potrebbe dire, missione compiuta. Ma a ben vedere il percorso è stato difficile e un pò confuso, come nella migliore tradizione della burocrazia del Belpaese.

Bonus Mobilità: chi ne ha beneficiato

Come si può leggere sul sito dedicato, chi ha potuto far richiesta per il Bonus Mobilità - ufficialmente definito come "Programma sperimentale buono mobilità" - doveva rispondere a criteri ben precisi, ovvero: essere maggiorenni ed essere residenti nei comuni con una popolazione superiore a 50.000 abitanti, nei capoluoghi di Regione e di Provincia, nelle Città metropolitane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma Capitale, Torino, Venezia) e nei comuni annessi. 

L'elenco dei mezzi acquistabili, la cui caratteristica principale è quella di non essere inquinanti e di favorire la decongestione del traffico, era limitata ma ben chiara: dalle biciclette nuove, tradizionali o a pedalata assistita (dotate cioè di un motore elettrico che aiuta la pedalata facilitando il percorso in salita), passando per i veicoli tipo monopattini, hoverboard, segway, dunque utilizzabili per la mobilità individuale tramite una propulsione elettrica, fino ai servizi definiti di "sharing mobility" (tipo il bike-sharing), presenti nelle grandi città. I mezzi potevano essere di seconda mano ed acquistati online, sempre a patto di poter produrre una fattura. Infine, dalla misura erano esclusi accessori e componenti vari, come per esempio caschi, lucchetti, ruote e motori elettrici.

Bonus Mobilità: una lunga corsa ad ostacoli

L'idea si è dunque rivelata buona, anche se fu oggetto di molte critiche da parte delle forze di opposizione del governo Conte, che accusavano l'esecutivo di sperperare risorse per degli incentivi ritenuti inutili o comunque rimandabili al periodo post-pandemico. In realtà le difficoltà maggiori sono arrivate proprio dalle procedure con cui il Ministero ha messo a disposizione le modalità per richiedere il bonus.

Inizialmente, la prima finestra temporale per la richiesta, compilabile accedendo all'applicazione web sul sito, si è conclusa il 31 dicembre 2020 ed al cittadino è bastato avere le credenziali SPID di secondo livello. Per gli acquisti effettuati nel periodo indicato, era necessario allegare la fattura od un altro documento giustificativo, ed indicare il proprio codice IBAN. 

Ma ecco arrivare la prima grana: ancora in agosto non era possibile presentare la domanda perché il sito dedicato non era ancora stato messo online; dopo Ferragosto, girava la voce che le richieste sarebbero state inoltrate a settembre direttamente sul sito del Ministero dell’Ambiente, creando così incertezza e confusione.

Poi è stata introdotta una seconda modalità, dal 3 novembre 2020, che permetteva la creazione di un "vaucher mobilità" da utilizzare al momento dell'acquisto dei mezzi sostenibili. Una volta indicato il bene da comprare sul portale, si generava un buono da consegnare a tutti quei venditori che si erano precedentemente accreditati sull'applicazione web. Grazie ad un codice, l'esercente avrebbe comunicato i dati dell'acquirente, applicando in tempo reale la decurtazione del 60% dell'importo previsto, fino ad un massimo di 500 euro.

Bonus Mobilità: il pasticcio del "click day"

E qui arriva il secondo guaio: perché proprio il 3 novembre il sito dedicato è stato letteralmente preso d'assalto e quello che doveva essere un controllato e celebrato "click day", si è trasformato in un clamoroso insuccesso. La piattaforma infatti è andata in tilt dopo pochi minuti dall'inizio delle operazioni ed è stato poi necessario attendere ore per potersi registrare e ritirare il numero virtuale, anche se la coda quasi infinita ha scoraggiato molti utenti. 

Nella sezione dedicata ai venditori poi la piattaforma indicava un tempo di soli venti minuti a disposizione per completare la procedura di registrazione. Insomma, un disservizio ad ampio raggio.

Per parlare con i numeri: a metà giornata il fondo segnalato dal sito era di circa 210 milioni di euro, per poi passare verso sera a 178 milioni, mentre il mattino successivo, fra le 9 e le 10, era passato da circa 6 milioni a 40.000 euro.  

E come volevasi dimostrare, i soldi previsti erano praticamente già finiti in mattinata, e così il ministro promise nuovi fondi per un valore di 160 milioni di euro. 

La piattaforma è stata poi ripristinata dal 9 novembre ed è stata aperta una seconda finestra per caricare i propri dati per un altro mese, consentendo quindi di avere una nuova platea di cittadini che pur avendo già acquistato i mezzi di trasporto per ottenere il bonus mobilità eranorimasti esclusi dai rimborsi dopo il caotico "click day".  D'altra parte i detrattori della misura, complici le difficoltà ed il caos dei giorni precedenti, sono tornati a chiedere che gli stanziamenti previsti per il buono mobilità fossero destinati ad altre urgenze, come per esempio la cassa integrazione. E' stato lo stesso ministro Costa a spiegare che si tratta di fondi provenienti dalle cosiddette Aste Verdi, ovvero ricavate dai grandi inquinatori. 

Ad inizio dicembre 2020 erano stati spesi 198 mila buoni per un valore complessivo di 71,13 milioni di euro, mentre agli esercenti erano stati erogati 43.643 rimborsi per un totale di 16,68 milioni di euro.  

In più il bonus rientrava in un'operazione ad ampio spettro e con una prospettiva di rilancio della green economy italiana, come spiegò in un'intervista lo stesso ministro:

Oltre al bonus mobilità, abbiamo messo 310 milioni di euro per le piste ciclabili, le ciclovie e i progetti annessi: sono fondi provenienti dalle aste verdi, seguendo il principio ‘chi inquina paga’. In questo modo, i Comuni saranno i veri protagonisti della riscrittura della geografia del territorio. Inoltre, ritengo che le famiglie debbano essere incentivate a passare a una mobilità più sostenibile che includa anche l’elettrico. Se vengono incoraggiate con finanziamenti economici a lasciare l’auto a diesel o a benzina, se vengono aumentate le colonnine di ricarica in tutti i Comuni, mettiamo i cittadini italiani nelle condizioni di entrare da protagonisti nella green economy

Bonus Mobilità: anno nuovo, possibilità nuove

Per rimettere un pò d'ordine e garantire il rimborso a chi ha acquistato mezzi di trasporto sostenibili tra il 4 maggio e il 2 novembre 2020, il Ministero dell’Ambiente, che con il nuovo governo a guida Mario Draghi si è trasfromato in Ministero per la Transazione Ecologica, ha aperto una nuova finestra per inoltrare le domande dal 14 gennaio al 15 febbraio 2021: così chi non aveva già usufruito del bonus ed aveva conservato la fattura si è potuto finalmente registrare sulla piattaforma ministeriale.  

La misura, visto il successo, potrebbe essere prorogata: secondo la Legge di bilancio 2021, si dovrebbero finanziare fino ad un massimo di 20 milioni di euro all’anno dal 2021 al 2023. Anche perché il governo è nato anche con il sostegno della principale forza di maggioranza (da un punto di vista numerico) che a posto come condizione il proseguimento delle politiche ambientali del precedente esecutivo. In questo senso le parole di Roberto Cingolani, appena insediatosi come titolare del nuovo dicastero, sono state piuttosto esaurienti:

Oggi il Consiglio dei Ministri ha decretato la nascita del MiTE, il Ministero della transizione ecologica e parte quel percorso di costruzione che vede il governo intero impegnato nella realizzazione di questa nuova visione. Tutte le politiche afferenti a questo obiettivo primario faranno riferimento al MiTE: quella energetica, delle emissioni, lo sviluppo sostenibile,  la mobilità green, le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici. Senza dimenticare la mission storica del ministero: la valorizzazione dell’ambiente, del territorio e dell’ecosistema, la conservazione delle aree naturali protette e della biodiversità, l’economia circolare, le bonifiche, la difesa del territorio e la lotta ai danni ambientali. 

Dal Ministero dello Sviluppo in realtà è arrivata un'altra misura per sostenere la svolta ecologista: a partire dal 10 febbraio 2021, infatti, si potranno prenotare sul sito istituzionale i nuovi incentivi previsti per i veicoli non solo elettrici, ma anche quelli ibridi o ad alimentazione alternativa. 

La Legge di Bilancio 2021 ha ripreso una misura introdotta nel 2019 ed ha stanziato per questi mezzi 50 milioni di euro, con 10 milioni concessi solo per i veicoli con alimentazione elettrica.

In più si potrà ancora usufruire del bonus per chi sceglie di rottamare automobili o motocicli fino alla classe Euro 3 e fino all’Euro 2 o all’Euro 3 a due tempi, entro comunque il 31 dicembre, ottenendo un vaucher del valore di 1.500 e 500 euro da spendere per biciclette, servizi di "sharing-mobility" ed abbonamenti per utilizzare i mezzi pubblici.