Nuovo bonus bancomat: 480 euro non per tutti. Ecco a chi!

Il 1 gennaio 2022 è la data da cui parte lo stop al cashback e l'abbassamento della soglia dei contanti. Ma i consumatori potranno continuare ad usare il bancomat e la carta di credito anche per i piccoli pagamenti, perchè arriva un bonus bancomat fino a 480 euro dedicato agli esercenti. Un bonus quindi che non spetta a tutti ed è soggetto a specifiche regole.

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Il 1 gennaio 2022 è alle porte, e con esso arriva una grossa novità sul fronte dell'uso del contante. La soglia scende a 1.999,99 euro a 999,99 euro. Chi vorrà pagare 1.000 euro in banconote correrà il rischio di pagare una multa fino a 1.000 euro. Si dovrà allora preferire il bancomat. Ma dal 1 gennaio 2022 sparisce definitivamente il cashback

La sospensione di sei mesi diventa in realtà una cancellazione definitiva del famoso rimborso del 10% fino ad un massimo di 150 euro. 

Quindi dal 1 gennaio 2022 si dovrà obbligatoriamente pagare con strumenti tracciati per importi da 1.000 euro in su, ma non si godrà di 150 euro di cashback.

In questi giorni sono circolate notizie sul fatto che al posto del cashback subentra un nuovo bonus, chiamato bonus bancomat fino a 480 euro. Facciamo chiarezza su questo punto per evitare confusione e soprattutto per sfatare una notizia non reale.

Il bonus bancomat, non è destinato a tutti, ma solo agli esercenti attività professionali o commerciali che decidono di dotarsi degli strumenti che servono a poter accettare il pagamento a mezzo bancomat o con carta di credito. Il beneficio che spetta loro è impropriamente definito bonus, ma è in realtà è un credito d'imposta a favore del negoziante o dell'idraulico che fino a dicembre 2022 hanno deciso di acquistare o noleggiare un POS oppure di installare un registratore di cassa evoluto.

Non c'è quindi un nuovo bonus da 480 euro, ma solo un vantaggio fiscale per chi svolge attività commerciale. Allora facciamo definitivamente chiarezza su questo "bonus bancomat".

Cashback: stop dal 1 gennaio 2022. Ecco perchè

Forse una delle poche volte in cui il premier Mario Draghi non ha rispettato la parola. Il decreto lavoro di luglio di fatti sospendeva per sei mesi il bonus cashback dal 1 luglio al 31 dicembre 2021. Ma nel decreto non era previsto che il bonus cashback fosse cancellato. Anzi era un arrivederci al 2022 con un cashback cambiato per dare una risposta ai furbetti del cashback.

Ma il premier Mario Draghi si era mostrato scettico nei confronti del cashback in quanto l'onere finanziario sostenuto dalle casse pubbliche non era equilibrato rispetto ai benefici attesi dal cashback come misura di contrasto all'evasione e al riciclaggio.

Inoltre il cashback, secondo il presidente del consiglio Mario Draghi, era diventata una misura di discriminazione sociale in quanto non tutti usano il bancomat o la carta di credito per effettuare i pagamenti degli acquisti nei negozi. Inoltre la frequenza dell'uso degli strumenti di pagamento elettronici per poter accedere al super cashback da 1.500 euro, escludeva di fatto milioni di italiani che non hanno una disponibilità a spendere così ampia. 

Infine l'enorme mole di denaro messo sul piatto del cashback sarebbe potuto servire per finanziare altre misure. E così la sospensione del secondo semestre 2021 avrebbe dirottato circa 1,75 miliardi di euro per la riforma degli ammortizzatori sociali.

Per l'anno 2022 si legge nel decreto è istituito nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali un Fondo, con una dotazione di 1.500 milioni di euro destinato a concorrere al finanziamento di interventi di riforma in materia di ammortizzatori sociali.

Tutte queste motivazioni hanno condotto il governo a cancellare ufficialmente il cashback. E l'ha fatto inserendo questa decisione nella bozza della legge di bilancio 2022.

Se il cashback è quindi cancellato, non lo è il bonus bancomat che invece fu introdotto sempre nel decreto lavoro e che rimarrà in vigore fino a tutto il 2022.

Cashback: prima dell'addio, in arrivo gli ultimi pagamenti

Il supercashback, è il premio riconosciuto a chi si era iscritto al cashback ed utilizzava in modo intensivo gli strumenti elettronici di pagamento, come bancomat o carte di credito.

Il supercashback riconosce 1.500 euro ai  primi 100.000 utilizzatori. A fine giugno 2021, Consap ha verificato le transazioni che consentivano di concorrere al raggiungimento della soglia di 100.000 utilizzatori, escludendo quelle transazioni anomale o sospette. Con questo lavoro di pulizia, Consap ha individuato i fortunati che si portano a casa 1.500 euro. Ma il pagamento non è avvenuto entro i 60 giorni, dalla chiusura del semestre, come era previsto dal regolamento del cashback, ma era stato posticipato a fine novembre. Quindi in questi giorni , chi ha ricevuto una notifica sull'appIO, oppure un sms , riceverà il pagamento dei supercashback  direttamente sul conto corrente. 

Bonus bancomat: il credito d'imposta per partita IVA

Puntualizziamo subito che il bonus bancomat non è per tutti. Ma solo per le partite IVA che svolgono un'attività commerciale o professionale e che fino ad oggi non si sono dotati dello strumento che permette di poter ricevere il pagamento con bancomat o carta di credito.

Il bonus bancomat, non è altro che un vantaggio fiscale concesso ai titolari di attività commerciale che potranno fare affidamento ad un credito d'imposta per l'acquisto sia del POS, lo strumento necessario per accettare il pagamento elettronico, che per l'acquisto di registratori di cassa evoluti.

Il bonus bancomat è stato introdotto dall'art.1 del decreto lavoro, lo stesso che sospendeva di sei mesi il cashback. Ora con la legge di bilancio 2022 si da conferma del bonus bancomat, sotto forma di credito d'imposta.

Il bonus bancomat quindi non può essere per tutti, nè è destinato alle persone fisiche come il cashback.

Da un punto di vista di funzionamento, il bonus bancomat non è erogato sotto forma di rimborso o voucher per l'acquisto del POS o del registratore di cassa, ma tramite il credito d'imposta.

Bonus bancomat: a cosa serve

L'art. 1 del decreto legge n.99, il Decreto Lavoro ed Imprese, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 giugno 2021, recante Misure urgenti in materia fiscale, di tutela del lavoro, dei consumatori e di sostegno alle imprese, introduce sia la sospensione del cashaback per un semestre e poi l'introduzione delle agevolazioni POS.

La bozza di legge di bilancio 2022, non conferma il cashback che quindi è cancellato, mentre restano attivi i fondi per il bonus bancomat.

A cosa serve il bonus bancomat? E' un aiuto concesso agli esercenti che decidono di incentivare il pagamento elettronico. Ma lo devono fare in un arco temporale che non può andare oltre il 31 dicembre 2022.

Cosi il bonus bancomat è riconosciuto agli esercenti che tra il 1 gennaio 2021 e 30 giugno 2022 si dotano del POS, oppure durante il 2022 decidono di acquistare un registratore di cassa evoluto, ossia che trasmette in automatico i corrispettivi all'Agenzia delle Entrate, ad ogni chiusura di giornata, potranno in sede di bilancio, quindi di dichiarazione dei redditi d'impresa, portare in deduzione dall'imposta dovuta un credito.

Bonus bancomat: fino a 480 euro 

Le agevolazioni fiscali connesse all'infrastruttura di cassa e POS sono due. Una per l'acquisto o il noleggio del POS, strumento per accettare il pagamento elettronico, e l'altro per l'installazione di una registratore di cassa evoluto.

La somma dei due bonus non può superare 480 euro riparametrati ai livelli di ricavo prodotti dall'esercente nell'anno precedente l'acquisto o il noleggio della strumentazione. 

Per il POS, il periodo entro cui vale il bonus è fino al 30 giugno 2022. L'importo massimo è di 160 euro. ma che è fruito nelle seguenti percentuali:

  • 70 per cento per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d'imposta precedente siano di ammontare non superiore a 200.000 euro; 
  • 40 per cento per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d'imposta precedente  siano di ammontare superiore a 200.000 euro e fino a 1 milione di euro; 
  • 10 per cento per i soggetti i cui ricavi e  compensi relativi al periodo d'imposta precedente siano di ammontare superiore a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro. 

A questo bonus si somma un altro di 320 euro, che analizziamo subito dopo.

Bonus bancomat: altri 320 euro 

Il decreto lavoro prevede anche un secondo bonus, come abbiamo indicato nel precedente paragrafo, connesso però non al POS, ma all'acquisto o noleggio del registratore di cassa. Questo strumento però deve essere di tipo evoluto, che non solo legge il bancomat ma consente anche la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei dati. 

Diversamente dal POS, il periodo entro cui poter far valere il bonus è fino al 31 dicembre 2022. E sale anche l'importo fino a 320 euro, sempre riparametrato al livello di fatturato realizzato nell'anno precedente l'acquisto o noleggio del registratore. Ecco gli importi del bonus, 

  • 100 per cento per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d'imposta precedente siano di ammontare non superiore a 200.000 euro;
  • 70 per cento per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d'imposta  precedente  siano di ammontare superiore a 200.000 euro e fino a 1 milione di euro;
  • 40 per cento per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d'imposta precedente siano di ammontare superiore a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro. 

Bonus bancomat: 100% di rimborso sulle commissioni

Ai due bonus bancomat, riconosciuti su POS e registratori di cassa, si aggiunge anche un terzo bonus sempre sotto forma di credito di imposta. Questa volta ad essere oggetto del bonus sono le commissioni che l'esercente deve sostenere per poter accettare il pagamento elettronico.

Si tratta delle commissioni che l'esercente deve pagare alla banca che rilascia il POS e quindi permette la transazione facendo da "intermediario del pagamento" tra l'esercente e l'acquiring. Si tratta della commissione sulla transazione eseguita. Queste commissioni possono variare in base sia al circuito, esempio Bancomat, Visa, Mastercard, Amex che del tipo di strumento di pagamento. 

In media si può andare dallo 0,7% all'1%.

Per l'esercente le commissioni rappresentano un costo, che la legge del 19 dicembre 2019, n. 157 permette di portare in detrazione nella misura del 30%.

Il decreto legge n.99 innalza questa percentuale al 100% per tutte le commissioni dovute tra il 1 gennaio 2021 e 30 giugno 2022. Questa misura è riconfermata dalla bozza di legge di bilancio 2022.