Bonus cashback torna nel 2022. Bancomat pronto all'uso!

Il bonus cashback non trova pace, ma non trova nemmeno la soddisfazione che i consumatori, amanti di bancomat e carte di credito, sperano. A mettersi di traverso a questa importante iniziativa, in un primo momento, ci ha pensato il Covid, poi le difficoltà tecniche ne hanno rimandato la partenza all'8 dicembre 2020.

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Il bonus cashback non trova pace, ma non trova nemmeno la soddisfazione che i consumatori, amanti di bancomat e carte di credito, sperano. A mettersi di traverso a questa importante iniziativa, in un primo momento, ci ha pensato il Covid, poi le difficoltà tecniche ne hanno rimandato la partenza all'8 dicembre 2020. Come se tutto questo non bastasse è arrivato il pesante astio dei partiti che erano all'opposizione mentre c'era il Governo Conte bis. Quei stessi partiti politici oggi sono a fianco di Mario Draghi. Stiamo parlando di Forza Italia e della Lega.

Lo scorso 30 giugno 2021, il Consiglio dei Ministri ha preso una decisione che ha lasciato poco spazio all'interpretazione: il bonus cashback è tornato definitivamente in panchina e sono stati sospesi, dal 1° luglio 2021, tutti i rimborsi degli acquisti effettuati con il bancomat e la carta di credito nei negozi fisici. Stesso discorso per gli acquisti effettuati con le app. In linea teorica, il cashback, fortemente voluto da Giuseppe Conte, avrebbe subito uno stop temporaneo, una sorta di arrivederci al 1° gennaio 2022. Sinceramente fino ad oggi nessuno ci avrebbe scommesso nemmeno un centesimo su un suo possibile ritorno o su una sua possibile proroga. Adesso, però, il cashback torna a farsi strada nel dibattito pubblico ed in quello politico. A riportare di nuovo in auge il programma è stato proprio Giuseppe Conte.

Cashback: una battaglia targata Conte!

Ad intervenire direttamente a favore del bonus cashback è stato direttamente Giuseppe Conte, attraverso un post che ha publbicato su Facebook. Il presidente del Movimento 5 Stelle ha scritto che è tempo di riattivare il programma. Conte ritiene che il rimborso del 10% delle spese effettuate tramite bancomat, carta di credito od una qualsiasi altra moneta elettronica deve essere considerata

una misura che può essere rivista ma è essenziale per contrastare l’evasione e incrementare i pagamenti digitali e quindi i consumi a beneficio dei negozi delle nostre città.

Purtroppo la battaglia nella quale si è infilato Conte non è per niente facile. Nel corso del Consiglio dei Ministri che ne ufficializzò la fine, Mario Draghi affermo che il cashback ha

un carattere regressivo ed è destinato a indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori.

Stando ai dati che Palazzo Chigi possedeva in quel periodo, i pagamenti tramite bancomat, carta di credito o altri strumenti elettronici si sono concentrati nel Nord italia, soprattutto nelle grandi città. Sono stati eseguiti dalle persone che hanno un reddito medio-alto: non dagli operai o dai disoccupati. La situazione che si è venuta a generare rischierebbe di accentuare una sperequazione tra i redditi, andando a favorire le famiglie più ricche, andando a determinare un effetto moltiplicativo del Pil che non giustificherebbe il costo della misura. A questo si aggiunge che il cashback non avrebbe incentivato una maggiore propensione al pagamento elettronico tra gli Italiani. Giuseppe Conte, però, non si arrende e citando uno studio del Politecnico di Milano, sottolinea come ci sia stato un boom di transazioni digitali nel primo semestre del 2021: si è registrato un +41%. Si è passati da 2,3 miliardi del 2020 a 3,2 miliardi nel gennaio-giugno 2021.

Cashback, il lato oscuro dei costi!

4,75 miliardi di euro: è questo il costo del bonus cashback. Mario Draghi, nel corso del Consiglio dei Ministri che decretò la fine della misura voluta da Giuseppe Conte, spiegò che l'iniziativa dovesse essere considerata non solo guardando ai benefici che erano attesi - tra i quali c'era anche la lotta all'evasione e la tracciabilità dei pagamenti - ma doveva essere correttamente inserito nel quadro economico e sociale che l'Italia sta attraversando a causa della pandemia. L'Istat ha certificato che nel 2020 più di un milione di persone si sono aggiunte nella lista di quelle che vivono nella povertà assoluta. L'Italia non si può permettere un investimento che andrebbe a favorire solo i più ricchi.

Sono due visioni contrapposte, quelle di Mario Draghi e di Giuseppe Conte. Se è troppo presto, per il momento, sapere se il cashback tornerà vivo e vegeto tra di noi, per il momento è possibile affermare che gli effetti stanno continuando: stiamo parlando delle abitudini degli Italiani, che adesso sono diventati più disinvolti nell'usare i pagamenti elettronici. Per il momento resta ancora da assegnare il Super Cashback, ossia il premio finale del valore di 1.500 euro.

Super cashback: i pagamenti

Come tutti ben ricorderanno i rimborsi relativi ai pagamenti elettronici effettuati nel corso del primo semestre del 2021 sono stati effettuati nei primi giorni di agosto: il pagamento è avvenuto tramite un bonifico bancario sull'iban indicato nel momento in cui si è aderito al programma. Oltre a questo rimborso, a breve, dovrebbero anche arrivare un rimborso speciale di 1.500 euro per i primi 100mila consumatori che nel corso dei primi sei masi hanno effettuato il numero maggiore di operazioni. Su questo punto ci viene in soccorso Il Corriere della Sera, che riporta:

Il decreto-legge n. 99 del 30 giugno 2021, lo stesso che ha stabilito la sospensione del Cashback, ha previsto lo slittamento della data di accredito del super premio che verrà erogato entro il 30 novembre 2021. Il governo ha così dato la possibilità a chi ha partecipato al programma di presentare ricorso entro i 120 giorni dalla fine del semestre (dunque entro la fine di ottobre) per dimostrare di aver effettuato transazioni che non sono state poi conteggiate nell’app IO, oppure per rivendicare come corrette le transazioni eliminate perché ritenute dal sistema non valide ai fini del programma.