Bonus facciate 2022: ecco perché Draghi proroga solo al 60%!

Arriva la proroga del Bonus Facciate 90%, ma cambiano le condizioni a partire dal 2022 e cambierà anche la detrazione: come funzionerà? Ecco le risposte.

Il Governo ha finalmente deciso il destino del bonus facciate, dopo un tira e molla che è durato alcune settimane ed in cui sono cambiate moltissime scelte: dal bonus facciate al Superbonus, ci sono stati cambiamenti praticamente giorno dopo giorno ed ora si attende solo l’ufficialità.

Ufficialità che è arrivata con la conferma della definitiva Legge di Bilancio, prevista come sempre entro la fine dell’anno solare. Si tratta infatti del documento in cui si formalizzano i progetti per l’anno successivo, in questo caso il 2022, e si stanziano le risorse necessarie per realizzarli.

Tra le tante voci di spesa c’è quindi anche la proroga del bonus facciate e degli altri bonus edilizi, grandi protagonisti di questi anni e sempre più importanti per i cittadini. Sono infatti tantissimi i soggetti che hanno usufruito del bonus facciate ed anche degli altri bonus edilizi, grazie soprattutto alla loro accessibilità.

Si tratta infatti di bonus che può ricevere chiunque, senza particolari criteri da rispettare, ma con una serie di adempimenti burocratici da portare a termine, oltre a molti tecnicismi che è bene sapere se si vogliono fare lavori anche strutturali alla propria abitazione.

Come infatti noto, l’unico vero ostacolo per la fruizione di questi bonus è di natura tecnica: tanti documenti da compilare, comunicazioni da fare e ricevute di pagamento da conservare. Dimenticare qualche aspetto è veramente semplice e si corre il rischio di non aver diritto alla detrazione.

Essa infatti matura successivamente alla fine dei lavori ed il proprietario è tenuto ad anticipare la cifra spesa, ricevendola poi in detrazione d’imposta negli anni successivi. Un metodo sempre più diffuso per sostenere i cittadini, nonostante appunto alcune difficoltà che comunque ci sono state.

Proviamo quindi a vedere il funzionamento del bonus facciate, ma anche tutti gli aspetti più tecnici, oltre naturalmente al destino della misura, in modo da capire chi e come si potrà usufruire della detrazione d’imposta ancora per un intero anno.

Se fossi interessato o interessata ad approfondire questo genere di tematiche, ti suggeriamo il canale YouTubeRedazione The Wam” che pubblica ogni giorno un nuovo video in cui approfondisce tutto ciò che riguarda bonus, sussidi e lavoro. In questo video in particolare si parla di misure in scadenza e proroghe per il 2022:

Bonus facciate 90%: cos’è e come funziona

Il bonus facciate 90% è una misura nata relativamente poco tempo fa che permette di recuperare quasi tutta la spesa sostenuta (il 90% appunto) per il rifacimento delle facciate esterne di condomini e case indipendenti di cittadini italiani.

Il bonus va collocato tra i bonus edilizi ed ha effettivamente funzionamento identico agli altri della categoria, cioè in detrazione d’imposta. Una modalità di funzionamento ormai piuttosto nota, dato che è sempre più comune.

Si tratta di uno “sconto” su un’imposta da pagare, in genere l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Se quindi si matura una spesa detraibile, per esempio, di 50.000 euro a titolo di bonus facciate, si riceveranno 5.000 euro di detrazione, cioè sconto, all’anno sull’Irpef per dieci anni.

Il funzionamento non permette di ricevere quindi una cifra liquida sul proprio conto corrente, ma permette di recuperare la spesa in quest’altro modo. Il punto debole di questi bonus è che i cittadini che ne vogliono usufruire devono fondamentalmente anticipare la spesa e non per tutti è possibile farlo.

I lavori edilizi vanno infatti a raggiungere anche cifre molto elevate e un cittadino con scarsa disponibilità economica non può certo anticipare la spesa, per altro senza garanzia che essa ritorni indietro. Il bonus si ottiene sempre quando lo si chiede (senza tetto di ISEE), ma è necessario aver adempiuto a tutti gli obblighi.

In ultimo luogo, il bonus ha una percentuale di detrazione (90%) che lo rende ad oggi il secondo bonus più ricco in assoluto in Italia, secondo solo al Superbonus 110%. Ciò significa che per i cittadini è a maggior ragione molto ambito e lo sguardo è sempre vigile su questo genere di misure.

L’obiettivo ultimo di questo bonus, però, lo colloca decisamente più giù in ottica di importanza agli occhi del Governo, cosa che come vedremo ha influito sulla scelta della proroga per il 2022.

Bonus facciate 60%: quali sono gli interventi ammessi?

Partiamo dal capire che genere di lavori si possono effettuare: sono ammessi tutti i lavori di rifacimento delle facciate esterne di abitazioni private, che siano indipendenti o condomini ed è necessario rispettare un criterio fondamentale per determinare le facciate interessate.

Quelle esterne, cioè quelle ammesse nel bonus, sono quelle visibili dalla strada. Con questa espressione si intende che la facciata oggetto dei lavori deve essere visibile da suolo pubblico, in genere dalla strada e non può quindi essere rivolta verso un cortile o simili.

In sostanza, la facciata che tutti vedono esternamente della casa è quella oggetto di questo bonus. 

Per quanto riguarda invece la tipologia di interventi ammessi, ci rifacciamo direttamente a quanto scritto sul sito dell’Agenzia delle Entrate a tal proposito:

“L’agevolazione fiscale consiste in una detrazione d’imposta del 60% per interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti, di qualsiasi categoria catastale, compresi gli immobili strumentali. Gli edifici devono trovarsi nelle zone A e B, individuate dal decreto ministeriale n. 1444/1968

Sono ammessi al beneficio esclusivamente gli interventi sulle strutture opache della facciata, su balconi o su ornamenti e fregi, compresi quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna. Il bonus non spetta, invece, per gli interventi effettuati sulle facciate interne dell’edificio, se non visibili dalla strada o da suolo ad uso pubblico.”

Gli interventi sono quindi tutti quelli legati alla facciata, compresi anche interventi che potremmo definire ordinari come tinteggiatura o pulitura.

Nei prossimi paragrafi vedremo perché conviene usufruire del bonus nella sua forma attuale e, inoltre, comprenderemo anche la ratio delle scelte del Governo.

Bonus facciate 2022: cosa cambia rispetto allo scorso anno?

Il bonus facciate 90% diventa bonus facciate 60%, semplicemente.

Partiamo però dal principio: la scelta del Governo è stata molto sofferta. Infatti, inizialmente l’idea era quella di non prorogare il bonus facciate privilegiando altre misure più importanti come il Superbonus ma poi, settimana dopo settimana, la situazione è cambiata.

Infatti, più passavano i giorni e più il Governo Draghi ha mostrato la propria intenzione a ritrattare, in quanto togliere di punto in bianco il bonus poteva essere troppo drastico, motivo per cui è arrivato ad una decisione che ptoremmo definire intermedia.

Inoltre, il Governo è ben consapevole del fatto che questi bonus sono stati pensati anche per spingere il settore dell’edilizia, fortemente strategico in Italia, che però attualmente è sotto pressione e c’è una domanda che non è in grado di soddisfare.

Chi infatti volesse usufruire del bonus oggi, si ritroverebbe a dover temporeggiare ed attendere lunghi periodi prima di trovare l’impresa edile giusta che svolga i lavori in tempi ragionevoli. I lavori arretrati sono tanti, tantissimi, ma cancellare la misura non sarebbe stata una scelta così ragionevole come sembrava.

Se infatti da un lato è evidente che certi bonus non possano durare in eterno, a prescindere dalla loro natura, è dall’altro altrettanto evidente che una certa gradualità può aiutare i cittadini ad usufruire in maniera più agevole della misura ed a non creare esclusi.

Nel prossimo paragrafo vedremo però altri “perché” che hanno guidato la scelta del Governo, in particolare rispetto agli obiettivi prefissati ed alle esigenze dell’Unione Europea, indirettamente molto coinvolta in queste delicate questioni nazionali.

Bonus facciate 2022: il peso dell’Unione Europea

Se da un lato il Governo ha potuto agire autonomamente nel decidere cosa farne del Superbonus, del bonus facciate e degli altri bonus edilizi, dall’altra è sempre più pesante l’influenza dell’Unione riguardo tematiche come queste, soprattutto quando muovono molto denaro.

L’Unione vuole infatti che questi bonus siano sì confermati, ma che vadano nella giusta direzione in termini di obiettivi: un bonus senza obiettivi condivisi dall’Europa è un bonus sostanzialmente inutile, un aiuto sì ai cittadini ma che non mira alla crescita ed al miglioramento.

Per questo semplice motivo, l’Unione Europea ha mostrato di preferire in maniera netta il Superbonus. Basta pensare alla natura del bonus in confronto al bonus facciate per capirne il motivo.

Il Superbonus ha infatti come principali obiettivi la sostenibilità e la messa in sicurezza delle case degli italiani. Invece il bonus facciate che obiettivi ha? Il coefficientamento energetico non è coinvolto e neanche la sicurezza, se non in senso molto ampio.

Per questo il Governo aveva inizialmente pensato di lasciar decadere il bonus facciate portando avanti solo il Superbonus 110%, salvo poi fare marcia indietro ed optare per una soluzione intermedia: bonus facciate tagliato al 60% e Superbonus riconfermato, ma ancora per poco.

Bonus facciate 2022: alternative alla detrazione

In ultimo, vediamo un aspetto tecnico non ancora trattato ma solo accennato, relativo alla possibilità di recuperare il credito che si misura in un tempo molto più breve rispetto ai già visti dieci anni.

Parliamo di due alternative molto valide: lo sconto in fattura e la cessione del credito.

Lo sconto in fattura non è altro che un vero e proprio sconto pari alla percentuale di detrazione, in questo caso il 60% (lo scorso anno era il 90%), pagando quindi solo la cifra rimanente. Sarà poi l’impresa edile che ha svolto i lavori a recuperare dallo Stato quanto dovuto.

La cessione del credito, invece, è un altro metodo molto semplice e conosciuto: si “sconta” la cifra maturata come detrazione in banca, riscuotendo immediatamente la somma ma ovviamente al netto degli interessi, come sempre accade quando ci sono di mezzo le banche.

Bonus facciate 2022: novità dal decreto antifrode

Il decreto antifrode ha un po’ complicato tutto per quanto riguarda i bonus edilizi e tanti aspetti correlati, tra cui anche lo sconto in fattura e la cessione del credito. Senza ombra di dubbio in questi anni ci sono stati dei problemi e ci sono anche state delle frodi, è innegabile.

Infatti, non di rado sono usciti dati o notizie di cronaca che dimostravano come, purtroppo, ancora nel 2022 con i bonus ben collaudati ed un iter chiaro e, in teoria, difficile da aggirare, delle frodi ci sono state. Tra i bonus “peggiori” in questo senso c’è anche il bonus facciate, seppur i dati non siano sempre così semplici da verificare, proprio perché parliamo di frodi e cioè di un fenomeno che non avviene chiaramente alla luce del sole.

Un aspetto che sicuramente dovrà portare a risultati tangibili è proprio quanto accade allo sconto in fattura ed alla cessione del credito, con il decreto antifrode che li limita fortemente ed aggiungere regole ed iter da seguire. Difficile dire se i risultati arriveranno ma, in caso contrario, sarà difficile giustificare l’esistenza di alcuni di questi bonus in futuro.

In ogni caso, ad oggi sconto in fattura e cessione del credito sono ancora possibili, quindi è necessario sì adempiere a tutti gli obblighi e rispettare l’iter previsto, ma di fatto si tratta di un processo perfettamente fattibile.

Inoltre, la cessione del credito è tornata fattibile per più di una volta (ma al massimo tre), però dopo la prima deve essere fatta necessariamente verso soggetti accreditati come le banche e gli intermediari finanziari, tra cui tra l’altro si va a posizionare anche Poste che per un lungo periodo non lo aveva più fatto.

A questo punto, non resta che rivolgersi ad un professionista per essere seguiti in questo iter oggettivamente non semplice, dopodiché anche sconto in fattura e cessione del credito dovrebbero essere riconisciuti senza particolari problemi. Aggiungiamo in questo quadro anche il fatto che la cessione del credito non può più essere frazionata, cosa che invece in passato era possibile. Anche in questo caso, tra le motivazioni c’è la volontà di non favorire frodi e truffe che potrebbero essere semplificate dalla possibilità di “spezzettare” il credito verso più enti.

Bonus facciate 2022: cosa succede nel 2023?

Visto che ormai siamo nel 2022 inoltrato e la Legge di Bilancio 2022 approvata a dicembre scorso sembra lontanissima, proviamo a guardare avanti e capire cosa potrebbe accadere nel 2023. Il bonus facciate, come si è potuto capire praticamente in tutto l’articolo, non naviga esattamente in buone acque.

Non è solo questione di frodi, ma anche come abbiamo già visto di obiettivi perseguiti e di concezione da parte del Governo di questo genere di spese. Non si tratta di spese “necessarie”, dunque la sensazione che possano essere tagliate per fare spazio ad altro c’è ed è sicuramente fondata.

Naturalmente, dipende come sempre anche dal destino dell’attuale Governo, guidato da Mario Draghi, che vede all’orizzonte la propria fine. Il mandato del Parlamento termina infatti il prossimo anno e, se l’attuale dovesse resistere fino ad allora, sarà la campagna elettorale ad essere decisiva per il prossimo Governo.

Se invece il Governo non dovesse reggere fino alla primavera del 2023, allora sarà ben difficile immaginare cosa possa succedere. La situazione politica ha sempre un alone di imprevedibilità e la sensazione è che possa bastare davvero poco per sbilanciare un Governo “pesante” e così eterogeneo.

Ma detto ciò, cosa accade al bonus facciate? Semplicemente si va verso una proroga del bonus facciate che è tutt’altro che scontata, ancor più alla luce della possibile crisi politica e della poca unione d’intenti su questo fronte. I bonus edilizi sono infatti un tema divisivo ed è difficile immaginare cosa possa succedere nel prossimo futuro.

Bonus facciate 2022: detrazione ancora ridotta? Ecco gli scenari possibili

Tra gli scenari più improbabili c’è un ritorno del bonus al 90%, quindi non lo citiamo oltre. Già più possibile, invece, una proroga della misura al 60% anche per il 2023. Potrebbe arrivare una scelta di questo genere, però, anche alla luce dei risultati in arrivo nel 2022, anche alla luce dell’ormai noto decreto antifrode.

Un secondo scenario probabile è l’ulteriore abbassamento della percentuale di detrazione, ma a quel punto di andrebbe al 50% se non di meno. Al 50% non sarebbe nulla di più di qualsiasi altro bonus comprso nella ristrutturazione, che per altro potrebbe rimanere presente anche al prossimo anno. Insomma, si tratterebbe della parabola che porterebbe il bonus ad essere “uno dei tanti”, dopo essere stato praticamente quello più ricco in proporzione dopo il Superbonus 110%.

In ultimo, è anche possibile una cancellazione di questa misura. Naturalmente, il Governo dovrebbe prevedere un processo graduale e non una interruzione del bonus di colpo, anche perché altrimenti qualche famiglia ci rimetterebbe completamente in termini di spese in caso di lavori non ancora ultimati.

Redazione Trend-online.com
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