Irpef: la notizia inattesa. La beffa del bonus Inps ai figli

L'Irpef dei lavoratori dipendenti da gennaio 2021 è un po' più leggera grazie al bonus Irpef che ha sostituito da luglio dell'anno scorso il bonus Renzi. Sono 100 euro in più in busta paga per redditi bassi fino ad azzerarsi per redditi imponibili di 40000 euro. Ma a luglio 2021 farà il suo debutto il bonus figli o assegno unico ai figli. Altri 250 euro a figlio. Ma è in vista una beffa, secondo alcuni studi. Se ti interessa, continua a leggere.

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L'Irpef dei lavoratori dipendenti da gennaio 2021 è un po' più leggera grazie al bonus Irpef che ha sostituito da luglio dell'anno scorso il bonus Renzi. Sono 100 euro in più in busta paga per redditi bassi fino ad azzerarsi per redditi imponibili di 40000 euro. Ma a luglio 2021 farà il suo debutto il bonus figli o assegno unico ai figli. Altri 250 euro a figlio. Ma è in vista una beffa, secondo alcuni studi. Se ti interessa, continua a leggere.

Irpef: 100 euro al mese in meno con il bonus

Il bonus Irpef è ormai una realtà presente nella busta paga dei lavoratori dipendenti. Il bonus Irpef è stato introdotto con il decreto-legge 5 febbraio 2020, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 aprile 2020, n. 21. Mensilmente chi percepisce una retribuzione da lavoro dipendente o percepisce il trattamento della NASpI, riceve un bonus che è andato a sostituire il vecchio bonus Renzi. L'importo riconosciuto è di 100 euro per dodici mesi per tutti i redditi imponibili non superiori a 28.000 euro. Si tratta, in particolare, delle seguenti misure:

  • trattamento integrativo del reddito pari a 100 euro mensili, per un totale di 1.200 euro annui dal 2021 per redditi di importo complessivamente non superiore a 28.000 euro annui;
  • anche per i redditi tra 28.000 euro e 40.000 euro annui è previsto un trattamento integrativo come ulteriore detrazione dall'imposta lorda pari a 1.200 euro che decresce linearmente fino ad azzerarsi al raggiungimento di un livello di reddito complessivo pari a 40.000 euro annui.

Nel calcolo dei redditi vanno esclusi il reddito derivante dall’abitazione principale e relative pertinenze; i premi di risultato soggetti all’imposta sostitutiva del 10%. Mentre devono essere sommati i redditi derivanti da immobili soggetti alla cedolare secca.

Nel caso di corresponsione della Naspi, ad erogare il trattamento integrativo è la stessa Inps che provvede con un pagamento distinto rispetto all'accredito della somma dell'ammortizzatore sociale.

Irpef 2021 più leggera grazie al bonus

Grazie al bonus Irpef che dal 2021 è diventato strutturale anche per i redditi medi, l'Irpef 2021 sarà più leggera. Il taglio del cuneo fiscale rappresentato dal bonus Irpef è stato, in via sperimentale, introdotto anche per quei lavoratori che hanno un reddito compreso tra 28.000 euro e 40.000 euro. Il bonus è stato erogato tra luglio e dicembre 2020 con una base di 600 euro annui, che era riproporzionata al crescere del reddito fino ad azzerarsi con un reddito di 40.000 euro. In particolare:

  • 480 euro, aumentata del prodotto tra 120 euro e l’importo corrispondente al rapporto tra 35.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 7.000 euro, se l’ammontare del reddito complessivo annuo e` superiore a 28.000 euro ma non a 35.000 euro;
  • 480 euro per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 40.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 5.000 euro se il reddito complessivo annuo e` superiore a 35.000 euro, ma non a 40.000 euro.

La misura è stato reintrodotta con la legge di bilancio 2021, ed è ufficiale. L'importo mensile parte da 80 euro per mensili per diventare zero con redditi pari o superiori a 40.000 euro.

Come si ottiene il bonus Irpef

Percepire il bonus Irpef è molto semplice. Non bisogna fare nulla, a meno che il dipendente o il percettore della Naspi non indichi diversamente. Ad effettuare il pagamento del trattamento integrativo ci pensa per il dipendente il suo datore di lavoro direttamente nel cedolino oppure dall'Inps nel caso si percepiscano redditi assimilati come la Naspi. Il datore di lavoro che eroga il bonus Irpef, baserà il calcolo solo sulla base del reddito dallo stesso erogato, senza contare eventuali altri redditi incassati dal dipendente. Quest'ultimo ha due strade:

chiedere la non applicazione del trattamento integrativo;

chiedere al datore di lavoro di considerare, ai fini della spettanza del trattamento, anche le somme ulteriori che si prevede di percepire (tra cui per esempio altri redditi da lavoro freelance oppure dalla cedolare secca).

Il datore di lavoro dunque, fa una stima del reddito a fine anno: si moltiplica l’imponibile fiscale del mese per le mensilità normali (dodici) più quelle aggiuntive (13ma ed eventuale 14ma). Se il risultato è al di sotto del limite di 28 mila euro la somma di 100 euro viene corrisposta.

A fine anno con la dichiarazione dei redditi, il dipendente potrà conguagliare il bonus Irpef considerando tutti i redditi e tutte le detrazioni. Dunque il bonus Irpef potrebbe essere ripreso nel 730 qualora quanto percepito durante l'anno non fosse dovuto, oppure potrebbe ottenere un'integrazione qualora il bonus Irpef percepito fosse al di sotto dei 100 euro. 

Irpef: nuovo bonus in arrivo con l'assegno unico ai figli

A luglio 2021 l'Irpef sarà ancora più leggera. Ma siamo sicuri? In attesa del decreto attuativo del MEF e dell'eventuale circolare Inps, partirà anche l'assegno unico ai figli. Con la legge di bilancio 2021 entra ufficialmente in vigore l'assegno unico ai figli, o assegno universale. Come ha dichiarato l'ex premier Giuseppe Conte

si colloca in una cornice di interventi volti ad alleggerire il peso fiscale sulle famiglie, da luglio 2021 sarà introdotto l’assegno unico mensile per famiglie con figli fino a 21 anni.

Da domani 30 marzo, dopo mesi e mesi di stand by (il primo ok della Camera risale all’estate 2020), finalmente il Senato inizierà l’esame del disegno di legge del provvedimento che rivoluziona gli aiuti alle famiglie.

La conferma arriva sia dal ministro Elena Bonetti che dal premier Mario Draghi: da luglio tutte le famigle con almeno un figlio di età fino a 21 anni riceverà un assegno fino a 250 euro. In caso di presenza di disabilità, questo importo aumenterà.

Il nuovo assegno unico a figli va a razionalizzare il coacervo di detrazioni oggi esistenti a sostegno della famiglia: bonus bebè, detrazioni figli a carico, bonus mamma, assegni al nucleo familiare, bonus mamma. Fortunatamente il bonus bebè fino al 2021 è stato confermato e per questo compatibile e sommabile con il nuovo bonus ai figli. Ma secondo alcune stime, 1,3 milioni di famiglie, con reddito da lavoro dipendente, potrebbe perderci a vantaggio degli incapienti e lavoratori autonomi, anche loro inclusi tra i beneficiari del bonus figli. 

La beffa del bonus figli: quale impatto sull'Irpef

Il nuovo assegno unico ai figli dovrebbe andare ad incorporare una serie di detrazioni oggi esistenti, ma nello stesso tempo andrà a beneficio di quelle famiglie che hanno figli a partire dal settimo mese di gravidanza, fino al compimento del ventunesimo anno di età. L'importo dell'assegno, che va da 50 a 250 euro al mese (massimo 3.000 euro annui), si basa sull'Isee. L'importo potrà essere ottenuto sottoforma di credito di imposta o accredito mensile. In quest'ultimo caso per esempio, l'importo dell'assegno sarà riconosciuto in busta paga al pari del trattamento integrativo del bonus Irpef. A differenza di quest'ultimo, la base di calcolo non è il reddito imponibile, ma l'Isee. Per questo motivo, per essere pronti a luglio 2021, si deve avere una DSU compilata ed un ISEE attestato ed in corso di validità. La misura è destinata per ogni figlio a carico fino al compimento del 21 esimo anno di età.

Secondo una stima effettuata dal Gruppo di lavoro Arel/Feg/Alleanza per l’infanzia, rilanciata da Repubblica, non è oro quello che luccica. Secondo questo studio, circa 1.3 milioni di famiglie potrebbe ricevere meno dei 250 euro a figlio. Considerando che circa l'80% delle famiglie ha un Isee inferiore a 30.000 euro, integrando nel nuovo bonus figli, quelli che scompariranno, a parità di Isee, l'importo dell'assegno unico si attesterà a 161 euro al mese per ogni figlio minore e 97 per ogni figlio under 21. 

L’importo dell’assegno diminuisce se si alza l’Isee: per un Isee sopra i 52mila euro, il contributo scende a 67 euro mensili per i figli minori e a 40 euro per i figli maggiorenni ma di età inferiore ai 21 anni. Il quadro, sottolinea Repubblica sulla base dello studio disponibile online, favorisce autonomi e incapienti, categorie oggi escluse dagli assegni famigliari.

Insomma, l'Irpef potrebbe non essere impattata positivamente.

Quali sono i requisiti per il bonus figli

Il primo requisito da rispettare è quello di avere a carico i figli fino al compimento del 21esimo anno di età. Cosa significa figlio a carico? Ai fini delle detrazioni fiscali, sono considerati familiari fiscalmente a carico i membri della famiglia che nel corso dell’anno hanno conseguito  un reddito complessivo non superiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili. Sono considerati figli a carico anche coloro che nell'anno hanno percepito redditi non superiore a 4.000 euro e non abbiano superato i 24 anni. 

L'altro requisito è essere cittadini italiani, europei che risiedono in Italia o extra-europei con regolare permesso di soggiorno. I figli devono risiedere con il genitore che richiederà l'assegno. Ciò significa che deve risultare nello stesso nucleo famigliare e risiedere allo stesso indirizzo del genitore richiedente. Inoltre il genitore richiedente deve essere un lavoratore con qualsiasi forma di contratto, ma anche i lavoratori con partita IVA e gli incapienti.

Nelle famiglie con figli con disabilità, ci sarà una maggiorazione tra il 30 e 50%.