Bonus mobili 2022: senza ristrutturazione non conviene!

Se vuoi richiedere il bonus mobili 2022 senza ristrutturazione, stai attento, perché non conviene! Ecco perché

Bonus mobili 2022 senza ristrutturazione?

Anche se si parla di un cavillo, è possibile richiederlo senza dover procedere al restauro del tuo immobile, ma alla lunga non conviene per via di ulteriori cavilli all’interno della norma. Lo abbiamo visto anche col Bonus 110 in tempi non sospetti.

Per saperne di più ti suggerisco il video del Geometra Danilo Torresi, disponibile su Youtube e sul suo canale.

Come molte agevolazioni fiscali e crediti d’imposta, questo buono garantisce sempre una detrazione, ma entro certi requisiti d’accesso. Richiederlo senza il raggiungimento di uno di questi potrebbe alla lunga essere poco conveniente.

Inoltre, con la compatibilità con altri bonus, è meglio mantenersi attorno a certe richieste d’accesso, per evitare di perderci due volte.

In questo articolo faremo il punto della situazione, e vedremo come funziona effettivamente questo incentivo e cosa conviene fare in caso di restauro o meno dell’immobile.

Bonus mobili 2022: ecco come funziona

Il bonus mobili 2022 è un incentivo all’acquisto di apparecchi, mobili ed elettrodomestici che abbiano come unica finalità:

Questo buono è regolamentato dal decreto legge 63/2013, e prevede in un rimborso fiscale pari al 50% delle spese convenute per l’acquisto, fino ad un tetto di spesa massimo, per tutte le spese dal 1 gennaio 2022, di 10.000 euro.

Nel primo obiettivo citato, l’abbattimento dei consumi energetici è garantito qualora si acquistino i seguenti elettrodomestici, in rapporto alle classi energetiche ad essere correlate:

  • classe A per i forni,
  • classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie,
  • classe F per i frigoriferi e i congelatori.

Per inciso, la classe energetica è un’indicatore che segnala la prestazione energetica di un determinato apparecchio, elettrodomestico, o, a livello architettonico, il consumo energetico di un immobile.

Sono sette classi, e vanno dalla A alla G. In precedenza, la A deteneva tre sottoclassi (A+, A++, A+++), ma ai fini di questo supporto basta la semplice appartenenza alla A.

Sul secondo obiettivo, cioè l’uso in contemporanea, bisogna essere un po’ più precisi. Questo ultimo punto è alquanto delicato, perché, come vedremo nel corso dell’articolo, si potrebbe richiedere il bonus anche senza provvedere a ristrutturare il proprio immobile.

Bonus mobili 2022 senza ristrutturazione? Si può! Ecco come

Il bonus mobili 2022 non prevederebbe l’accesso al rimborso fiscale nel caso in cui si comprino mobili o elettrodomestici senza provvedere alla ristrutturazione.

Uso il condizionale perché la faccenda è alquanto ambigua. In un precedente articolo, Alessia Seminara ha giustamente replicato che non sarebbe possibile “sviare” a questo requisito fondamentale.

In effetti, altro cardine di questo buono è l’essere fruitori anche di un’altra detrazione fiscale, quella prevista dall’articolo 16-bis del TUIR, cioè il bonus ristrutturazioni.

Però. Secondo la guida dell’Agenzia delle Entrate, anche se non ancora aggiornata al 2022, come segnala Money.it, sarebbe possibile usufruire del buono nella condizione in cui si stia provvedendo ad uno dei seguenti lavori:

  • manutenzione straordinaria, 
  • restauro e risanamento conservativo,
  • ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato,
  • manutenzione ordinaria.

Questi quattro interventi garantirebbero la detrazione, visto che sono lavori che, in un certo senso, varrebbero come restauro di un immobile.

Eppure non è nemmeno sufficiente questa precisazione, visto che questi quattro lavori citati riguardino delle condizioni specifiche, che, alla lunga, potrebbero rendere questa possibilità non conveniente.

Bonus mobili 2022 senza ristrutturazione? Ecco a quali lavori spetta

Il bonus mobili 2022 garantisce l’accesso al rimborso fiscale per lavori simili alla ristrutturazione, ma solo a determinate condizioni e per alcuni tipi di immobili.

Partiamo con i cosiddetti lavori di “manutenzione straordinaria”. Questi sono previsti solo su singoli appartamenti, e hanno a che fare con interventi che devono riguardare danni o modifiche strutturali all’edificio, tali che, in caso di inadempimento, potrebbero rendere l’edificio pericolante, e quindi inabitabile.

Se fossero invece lavori di manutenzione ordinaria, cioè secondari, non si avrebbe diritto al buono. Pertanto, non avrai il rimborso se lo chiedi per:

  • tinteggiatura di pareti e soffitti, 
  • sostituzione di pavimenti, 
  • sostituzione di infissi esterni, 
  • rifacimento di intonaci interni.

Nel caso di ricostruzione o ripristino, è previsto l’accesso alla detrazione solo se l’immobile ha subìto dei danni ingenti da una calamità (terremoto, alluvione, tempeste…), e per cui è stato richiesto lo stato di emergenza. Teoricamente è un altro caso di manutenzione straordinaria.

Mentre nel caso del restauro, o risanamento conservativo, la situazione è più contorta. L’immobile in questione si riferisce a “interi fabbricati“, i cui interventi sono eseguiti da aziende edili e imprese immobiliari che stanno provvedendo (anche con cooperative varie) ai lavori, per cui, entro 18 mesi dal termine, è già prevista la vendita o l’assegnazione dell’immobile.

In poche parole, l’azienda sta facendo dei lavori in modo da provvedere, entro un anno e mezzo, a vendere l’immobile, o ad assegnarlo a chi di dovere.

Nel caso invece della manutenzione ordinaria, o del risanamento conservativo, questo non spetterebbe al proprietario o affittuario da appartamento, ma all’amministratore di condominio, previa comunicazione di tutti i residenti. 

Se si trattasse di unifamiliari o appartamenti vari, sarebbe immediato il rifiuto dall’Agenzia delle Entrate per il rimborso.

Inoltre, nel caso dei condomini, varrà soltanto per la quota di spesa relativa agli interventi e all’acquisto di beni per il solo arredo delle parti comuni.

Bonus mobili 2022 senza ristrutturazione: ecco perché non conviene

Il bonus mobili 2022 permetterebbe l’accesso al rimborso fiscale anche senza ristrutturazione, ma alla lunga non converrebbe.

Si tratterebbe infatti di dover provvedere a lavori in cui i costi o l’iter burocratico e/o fiscale potrebbe risultare più dispendioso, sia in quanto a tempo sia in quanto a spese.

I lavori citati sopra sono praticamente “zone grigie” per quel che riguarda l’accesso, e, come detto prima, non c’è ancora l’aggiornamento in merito da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Semmai è chiaro il fatto che tra il 2021 e il 2022 il tetto di spesa si sia abbassato, e non di poco.

Fin dal suo ingresso, il buono garantiva un tetto di spesa fino a 16.000 euro, ma, con la Manovra di Bilancio 2022, s’è deciso di ridurre le spese e le detrazioni spettanti, fino a 10.000 euro.

Ed essendo una detrazione al 50%, ti spetterebbe non più 8.000 euro di rimborso, ma solo 5.000 euro.

Bonus mobili 2022: e per i bonus senza ristrutturazione?

Il bonus prevede il rimborso specialmente per i lavori relativi al restauro. Ma ce ne sono diversi che garantiscono un rimborso senza dover provvedere al restauro dell’immobile, tipo il Superbonus 110%.

Purtroppo, davanti al fatto che, tra iper-inflazione e aumento dei costi per la componentistica elettronica, non sarà semplice nel 2022 provvedere ad acquistare tutti i prodotti che desideri rimanendo su quel tetto.

Facendo un esempio, se con 10.00 euro compravi quasi tutto l’occorrente (forno, lavatrice, lavasciuga…), oggi potresti acquistare forse la metà di quello che vorresti comprare.

Per non parlare anche della questione del bonus ristrutturazione, che prevede di per sé un rimborso, ma sempre sotto un certo limite di spesa. In un periodo in cui lo stesso Superbonus 110%, sempre a causa dell’inflazione, s’è visto aumentare i massimali del 20%, sennò nessuno l’avrebbe più richiesto.

O nessuno sarebbe rientrato nelle spese.

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